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Heineken Jammin’ Festival 2010: la seconda giornata è con i Green Day

Dopo gli Aerosmith, che ieri hanno inaugurato l’evento rock dell’estate, oggi è la volta della band californiana e di Editors, Rise Against, 30 Seconds to Mars e Bastars Sons of Dioniso.
A cura di Paola Ciaramella
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Il caldo torrido non ha fermato gli amanti del rock, provenienti da ogni angolo d’Italia – e non solo – per la prima giornata dell’Heineken Jammin’ Festival 2010, al via ieri nell’immenso Parco San Giuliano di Mestre. Se la partenza ha raccolto oltre venticinquemila visitatori, altrettanti sono attesi oggi, per il secondo appuntamento con l’evento rock più atteso dell’anno.

Ed è stato un inizio “col botto”, dal momento che sul palco allestito nella grande area veneta sono saliti Stereophonics, Cranberries e Aerosmith, un po’ invecchiati – proprio nel 2010 festeggiano, infatti, quarant’anni di carriera – ma sempre in grado di scaldare il pubblico come pochi sanno fare.

E per la giornata odierna il programma è altrettanto ricco: il primo concerto, iniziato pochi minuti fa e ancora una volta sotto un sole cocente, è quello dei Bastard Sons of Dioniso. La band, scoperta durante la seconda edizione di X Factor e che ha già all’attivo tre album in studio, è intervenuta anche alla conferenza stampa di questa mattina, insieme a Stefano Borghi, Direttore Commerciale di Heineken, e Roberto De Luca, Direttore Artistico di LiveNation Italia – entrambi, naturalmente, più che soddisfatti per l’andamento del primo giorno.

Al termine della prima performance, si prosegue con tre nomi provenienti dalla scena internazionale: gli Editors, gruppo indie-rock nato a Birmingham sette anni fa, seguiti dalle più note band statunitensi dei Rise Against e dei 30 Seconds to Mars.

A chiudere la serata un altro gruppo che ha segnato la storia del rock made in USA: i Green Day

green day

, con alle spalle una carriera ventennale e costellata di premi e riconoscimenti – il più recente è il Grammy Award per il “Best Rock Album”, ottenuto grazie al loro ultimo lavoro discografico, 21st Century Breakdown, del 2009.

Paola Ciaramella

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