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‘Happy Birthday’ da oggi è diventata di tutti

Un giudice americano ha deciso che i diritti d’autore richiesti per cantarla pubblicamente non sono validi, stabilendo che la canzone è libera da copyright.
A cura di Francesco Raiola
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Ieri, in un Tribunale americano, è stato scritto un altro capitolo – probabilmente definitivo – della lunga Storia che riguarda il copyright di una delle canzoni più note di sempre al mondo. Da anni, infatti, si discute attorno ai diritti d'autore di ‘Happy Birthday To You' (‘la nostra ‘Tanti auguri a te') che dal 1988 appartengono alla Warner/Chappell (che ne acquistò i diritti dalla Birch Tree Group, che successe alla Clayton F. Summy Co.) e che portano nelle casse dell'etichetta circa due milioni di dollari l'anno. Tutte le royalties che le diverse aziende che nel tempo ne hanno posseduto i diritti negli 80 anni scorsi, quindi, non sarebbero valide e a deciderlo è stato un Giudice di Los Angeles, dopo che da anni si dibatte su quale versione sia coperta da diritti e quale no. Nel frattempo, però, chiunque avesse voluto utilizzare la canzoncina, divenuta ormai patrimonio internazionale, anche solo per un cortometraggio non poteva farlo, se non versando quanto dovuto per i diritti.

Happy Birthday libera dal copyright

Il giudice americano, quindi, ha sentenziato che il copyright archiviato proprio dalla Summy Co. nel 1935 non era valido per l'intera canzone, ma solo per un determinato arrangiamento di piano e non per la versione attuale che tutti conosciamo. Quella che può sembrare una semplice disputa è, invece, un'importante caso che riguarda la circolazione di milioni di dollari e che affronta la possibilità di poter utilizzare liberamente un motivo che nell'immaginario popolare è di proprietà di chiunque. Il Los Angeles Times riporta le parole dell'avvocato dei querelanti (che include un gruppo di filmaker) Randall Newman che afferma: "Happy Birthday finalmente è libera dopo 80 anni. Alla fine la farsa è terminata. È incredibile'. Per anni l'avvocato ha portato avanti questa battaglia definendola quella di Davide (i filmaker indipendenti) contro la major Golia, denunciando le cifre che i registi dovevano pagare per poterla utilizzare e che costringevano ad aumentare il budget dei loro prodotti non di poco: "Era troppo caro per noi e per il nostro budget. E lo usammo solo per 9 secondi' ha dichiarato parlando dell'utilizzo del brano in ‘Hoop Dreams', documentario del 1994 di Steve James che riteneva quella scena indispensabile e quindi pagò.

La storia di ‘Happy Birthday To You'

La Storia di Happy Birthday risale al 1883 quando una maestra del Kentucky e sua sorella (Mildred e Patty Hill) scrissero la canzone per gli alunni della prima, ma nella versione iniziale il titolo era ‘Good Morning To All' (‘Buon giorno a tutti') e il testo recitava: ‘Good morning to you / Good morning to you / Good morning, dear children / Good morning to all' con una semplice melodia a cui avevano lavorato entrambe in modo da renderla facilmente cantabile dai bambini. Nessuno all'epoca avrebbe potuto immaginare che quella canzone sarebbe diventata famosa in tutto il mondo e causa di una disputa milionaria. La canzone fu pubblicata nel 1883 in un libro chiamato ‘Song Stories for the Kindergarten' e i diritti furono ceduti all'editore Clayton F. Summy Co. in cambio di una percentuale sulle vendite. Che ‘Good Morning To You' sia di pubblico dominio non l'hanno mai messo in dubbio né la Warner né l'accusa, ma la label dice di possedere i diritti della sua versione più nota. Nel 1935 Summy registrò la versione della canzone per il compleanno, acquistato successivamente dalla major. Il giudice, però, come riporta il New York Times, ha scritto che Summy non aveva i diritti delle parole della seconda versione e per questo motivo neanche la Warner ne è in possesso. L'etichetta per ora ha dichiarato solo di aver letto le lunghe considerazioni della Corte e che sta valutando le opzioni.

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