Guardiamoci Mahmood al Museo Egizio mentre ci si scandalizza per Chiara Ferragni agli Uffizi
Entrare nel merito delle polemiche sulla presenza di Chiara Ferragni agli Uffizi vorrebbe dire almeno avere un po' di nozioni di marketing museale e chi scrive non ne ha. A differenza di tantissimi che nelle scorse ore si sono meravigliati per alcune foto che l'imprenditrice avrebbe scattato davanti ad alcune opere di uno dei Musei più famosi al mondo. Chi ne difende la scelta – Chiara Ferragni era lì per un photoshop di Vogue e ha colto l'occasione per un tour guidato dal direttore Eike Schmidt – spiega che portare un'influencer da milioni di follower in quel luogo non leva nulla al cosiddetto pubblico forte, ma senza dubbio avvicina almeno in potenza un pubblico giovane e non per forza attratto dai musei a quei luoghi di bellezza. I numeri social degli Uffizi sono cresciuti, la polemica ha portato enorme visibilità, difficilmente chi ama l'arte boicotterà quel luogo favoloso evitando di andarci e nel frattempo molti giovani hanno potuto osservare alcune delle sue bellezze.
Mahmood, Dorado girato al Museo Egizio
Pochi giorni prima della polemica su quanto successo a Firenze, Mahmood aveva pubblicato il video del suo ultimo singolo "Dorado" che lo ha visto protagonista al Museo Egizio di Torino "il più antico museo del pianeta dedicato a questa civiltà, nonché il secondo al mondo (dopo quello del Cairo) per quantità e importanza dei reperti che vi sono conservati" come si legge nella nota stampa che ne accompagna l'uscita- Alcune delle scene del video, infatti sono girate all'interno del Museo, con chiaro riferimento alle origini egiziane del cantante milanese che nel 2019 ha trovato la popolarità mondiale grazie a "Soldi", brano che ha prima vinto il Festival di Sanremo e poi è arrivato secondo all'Eurovision.
Il precedente del Louvre di Beyoncè e Jay Z
Un'idea che aveva avuto un predecessore pochi anni prima, quando Beyoncè e Jay Z – a nome The Carters – avevano girato il video di "Aperish*t" al Museo Louvre di Parigi. Uno dei più importanti musei al mondo aveva aperto le proprie porte alla coppia più in voga della musica mondiale. Quale danno può fare un'operazione del genere? È una domanda che resta sospesa nell'aria, che ci si è posti per le immagini di Chiara Ferragni ma – fortunatamente – non per Mahmood. Lo chiedeva anche Fedez, marito di Chiara Ferragni, che si chiedeva il perché di questa differenza di trattamento tra il cantante e la moglie. Lasceremo i discorsi di strategia a chi ne sa di più, nel frattempo però guarderemo il video di "Dorado" girato da Attilio Cusani che ha portato in quel luogo anche uno come Sfera Ebbasta. Sembra una cosa da poco, ma non lo è. La musica continua a essere veicolo importante di messaggi, a cui si fa attenzione soprattutto, però, quando il messaggio è da stigmatizzare.
Mahmood e Sfera, un'opportunità per il Museo Egizio
Questa volta, però, sarebbe bene sottolineare come un pubblico giovanissimo guarderà un video cogliendo riferimenti interessanti. Andranno a vederlo? Chissà, ma è veramente così importante? Di sicuro non lederà agli ingressi. Il video di Mahmood non può che fare del bene al Museo torinese, come spiega anche Christian Greco, egittologo e direttore del Museo: "Sono davvero lieto che un luogo dedicato a una cultura millenaria, qual è il Museo Egizio, possa rappresentare una fonte d’ispirazione per le forme espressive contemporanee, divenendo uno spazio capace di stimolare la creatività di giovani artisti. L’accostamento fra la nostra collezione e la musica di Mahmood esprime appieno il senso di universalità che caratterizza i vari linguaggi della cultura, portatori di messaggi in grado di raggiungere e arricchire chiunque".