Grammy Awards 2012 nel segno di Whitney Houston e del trionfo di Adele
La cerimonia dei Grammy Awards 2012, gli Oscar della musica, si veste a lutto per un atto dovuto, per celebrare la morte a soli 48 anni di Whitney Houston. Una tragedia che però ha investito il vorticoso mondo dello showbiz a metà, in quanto non mancheranno le polemiche per il party pre-Grammy tenutosi proprio la sera stessa della scomparsa della Voce. Alcune star, come Miley Cyrus e Kelly Osbourne hanno preferito non partecipare in segno di rispetto per l'artista, un pensiero che invece non hanno avuto le scollacciate Kim Kardashian e Britney Spears, fameliche nel cercare gli obiettivi dei fotografi, anche Natalie Imbruglia e Diana Ross hanno partecipato e si sono anche esibite durante il controverso party.
The Show Must Go On – Mai titolo fu più congeniale, così tocca a Jennifer Hudson omaggiare la scomparsa della Houston trovata morta nella vasca da bagno della sua stanza d'albergo di Beverly Hills, con un pezzo che ha segnato la carriera della "Regina del Pop": I will always love you. Una canzone che ha fatto conoscere il talento di Whitney al mondo intero, consacrandola alla musica e lanciandola nel mondo del cinema con The Bodyguard. E' un omaggio che spacca il cuore e che lascia commossi tutti gli spettatori, artisti compresi. Dopo questo momento toccante, lo show parte a tutta manetta con le esibizioni di Nicky Minaj, di Rihanna che ha cantato We Found Love e Princess of China in compagnia dei Coldplay e ancora Britney Spears, Avril Lavigne ed il rock premiato dei Foo Fighters.
Il trionfo di Adele – I Grammy Awards 2012 se da un lato saranno ricordati come quelli della scomparsa di Whitney Houston, non possono non dare il merito alla londinese puro sangue di aver letteralmente conquistato il mercato americano vincendo ben sei Grammy e lasciando a bocca asciutta le varie Katy Perry, Lady Gaga, Rihanna, gli stessi Foo Fighters che gareggiavano per l'Album dell'anno e Bruno Mars. Adele, classe 1988, ieri sera a Los Angeles è entrata nella storia della musica, con la sua simpatia, il suo "fisique du role" che le perdona il mezzo passo falso sulla scaletta quando va a ritirare il sesto premio ed esclama: "Tutto questo è ridicolo, quanto sto vincendo?" oppure le lacrime quando ha ritirato il primo "grammofono": "Scusate ma sembri che mi stia colando un pò il naso", frasi pronunciate con quel tipico accento di Camden, come se fosse al pub sotto casa e non in una grande cerimonia. Probabilmente il trionfo di Adele, in barba alle dichiarazioni recenti di Lagerfeld, sta proprio in questo. Nell'essere quella voce libera del "soul bianco", libera dai tormenti di Amy Winehouse e dalle logiche commerciali di Duffy: Adele viene coccolata nel Regno Unito come un marchio di fabbrica di cui andare fieri. E i risultati si sono visti negli Usa che quasi mai sono teneri nei confronti degli artisti nati sotto la Union Jack.
Il ritorno dei Foo Fighters – Il gruppo di Dave Grohl, l'ex batterista dei Nirvana, ritornano a vincere ai Grammy Award, dopo la doppia statuetta del 2008 e solo per lo strapotere di Adele non riescono a vincere più di tutti. Si fermano a cinque statuette contro le sei della cantante londinese che soffia al gruppo rock la statuetta del miglior album dell'anno. Resta la soddisfazione per la band in attività dal 1994 di aver trionfato come Miglior Performance Rock e Miglior Canzone Rock per il loro singolo Walk, Miglior Perfomance Hard Rock per White Limo e, ovviamente, trionfano anche come Best Album Rock per Wasting Lights e per il video di Back and Forth. Nelle altre categorie, trionfano nelle permance Rap, Jay-Z e Kanye West. Il miglior album R&B è dell'ex ragazzaccio cattivo di Rihanna, Chris Brown mentre il miglior album di musica country è di Lady Antebellum. La dance elettronica viene ben rappresentata da Dj Skrillex che gioca in casa essendo nato a Los Angeles. Il dj, classe 1988, è un talento puro: dopo aver esordito nel 2002, a dieci anni di distanza, ha già vinto tutto quello che poteva nel suo genere.