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Giorgio Tirabassi: da attore a cantore – di qualità – della sua Roma

Il popolare attore, noto ai più per aver interpretato in TV il Commissario Ardenzi e Paolo Borsellino, debutta su disco cantando la sua Roma.
A cura di Federico Guglielmi
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In un mondo dove chiunque abbia un minimo di successo non si fa problemi a uscire dal (suo) seminato per esprimersi su altri fronti, consapevole che la fama gli garantirà – sempre che i risultati siano almeno decenti – un tot di consensi “a prescindere”, è facilissimo pensar male e provare persino un certo disappunto. Sommersi come già siamo di libri che non riusciamo a leggere, film che non riusciamo a vedere, serie televisive che non riusciamo a seguire e dischi che non riusciamo ad ascoltare, perché tutti producono troppo troppo troppo, c’è davvero bisogno che i professionisti di regia, scrittura, musica, recitazione e quant’altro si inoltrino in ambiti non “di loro competenza”? Probabilmente no, non ce ne sarebbe bisogno, ma generalizzare non è mai una buona cosa; specie quando di mezzo ci sono sia le arti, sia le passioni genuine, quelle coltivate in parallelo all’attività primaria perché il cuore lo impone e non perché “conviene”. Proprio il caso, insomma, di Giorgio Tirabassi, che venerdì prossimo pubblicherà – alla soglia dei cinquantasei anni: li compirà il 1° febbraio – il suo primo album. Uscirà per la Nuccia con distribuzione Egea e si chiamerà “Romantica”, titolo che si collega al sentimento e soprattutto alla “Roma antica” – si noti la luna a mo’ di accento sulla “i” in copertina – che in esso è celebrata in quattordici canzoni più bonus track.

Uno sfizio? In minima parte sì, ma uno sfizio che affonda le sue radici nell’amore autentico per la città che a Tirabassi ha dato i natali e per la musica, che l’attore frequenta fin da giovanissimo – a quindici anni l’acquisto della sua prima chitarra – senza soluzione di continuità; il repertorio del CD, oltretutto, è stato rodato per vari anni nei club della Capitale, e l’operazione discografica non può dunque essere definita velleitaria e/o improvvisata. Il tour nazionale che sarà avviato più avanti darà modo di verificarlo, ma intanto “Romantica” offre un quadro più che eloquente di un progetto culturale e non solo “di intrattenimento” volto al recupero della migliore tradizione popolare della Città Eterna, non privo di affinità con quello portato avanti in primis dagli Ardecore e, più o meno per estensione, dagli altri esponenti della “nuova” scena votata al romanesco: da BandaJorona a Il Muro del Canto, da Ave Aò a L’Orchestraccia, da Coreacore a Raffaella Misiti e le Romane fino a, con i dovuti distinguo, Emilio Stella e Mannarino. La differenza sostanziale è che il linguaggio stilistico scelto da Tirabassi non è il folk-rock bensì il jazz: un jazz non “rigoroso” ma ricettivo alle contaminazioni tzigane e sudamericane, eseguito da una band di esperienza e qualità, abile nell’accompagnare con trame calde e d’atmosfera le interpretazioni del “primattore”. Un primattore che non azzarda tecnicismi che forse l’ugola non gli permetterebbe e si accontenta, per così dire, di trovare un efficace equilibrio fra sponteneità, intensità e melodia che ben si addice a un songbook nient’affatto “da cartolina” (identificare il patrimonio romano solo con “La società dei magnaccioni” e le osterie sarebbe un errore imperdonabile) e invece ricco di spessore, di pathos, di una brillantezza che non contrasta con i toni spesso cupi e drammatici dei testi.

La copertina di 'Romantica'
La copertina di ‘Romantica'

“Romantica” scava nel passato, estraendone per lo più brani storici – i più datati sono del XIV Secolo – ma concedendosi qualche divagazione verso i tempi moderni, come nel caso di “Tango romano” (un classico anni ’30 di Ettore Petrolini) o di “Stornello dell’Estate”, composta nei ’60 – è il pezzo più recente – da Ghigo De Chiara ed Ennio Morricone. E che in scaletta compaiano pure alcuni episodi riportati in auge dai già citati Ardecore – “Come te posso amà”, “M’affaccio (alla finestra)”, “Nina vie’ giù” – è un’ulteriore prova di come l’album non cerchi consensi facili e superficiali ma punti, fatto salvo l’intento di essere godibile, a mettere in evidenza “il bello” di una scuola musicale e poetica non sempre valutata tanto quanto meriterebbe per colpa di alcune inevitabili degenerazioni e dei troppi luoghi comuni. Luoghi comuni che, per altri versi, toccano anche Tirabassi, la cui carriera è nel complesso ben più “alta” di quanto non dica il ruolo del Commissario Ardenzi – interpretato in due note fiction televisive – che l’ha affermato presso la platea di massa: si pensi ai numerosi film d’autore e agli spettacoli teatrali, con i nove anni trascorsi nella compagnia di un monumento come Gigi Proietti (e che Carlotta, la figlia di quest’ultimo, duetti con Giorgio in “Stornello dell’Estate” è una sorta di chiusura di cerchio). “Romantica” è insomma un lavoro con un suo (bel) senso, artistico e, se vogliamo, istruttivo. Dove Tirabassi canta non solo pe’ cantà, bensì pe’ dicce tante cose.

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Federico Guglielmi si occupa professionalmente di rock (e dintorni) dal 1979, con una particolare attenzione alla musica italiana. In curriculum, fra le altre cose, articoli per alcune decine di riviste specializzate e non, la conduzione di molti programmi radiofonici delle varie reti RAI e più di una ventina di libri, fra i quali le biografie ufficiali di Litfiba e Carmen Consoli. È stato fondatore e direttore del mensile "Velvet" e del trimestrale "Mucchio Extra", nonché caposervizio musica del "Mucchio Selvaggio". Attualmente coordina la sezione musica di AudioReview, scrive per "Blow Up" e "Classic Rock", lavora come autore/conduttore a Radio Rai e ha un blog su Wordpress, L’ultima Thule.
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