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Giorgia del Mese: l’intensità

Passo dopo passo, il percorso di Giorgia del Mese ha trovato nel secondo album una tappa cruciale. Il futuro è tutto da scrivere, ma intanto la nostra canzone d’autore ha una nuova, potenziale protagonista.
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Nonostante una produzione globale quantitativamente esagerata rispetto a quanto può essere assorbito da un mercato a di poco in affanno, la scena indipendente/alternativa italiana degli anni Zero e Dieci non è stata granché prolifica, per quanto rigurda la qualità assoluta, nel settore delle cantautrici più o meno rock. Escludendo le ragazze che si sono orientate sui testi in inglese, e non contando per ovvie ragioni la sorprendente Nada, vengono in mente Valentina Gravili, Simona Gretchen, magari Maria Antonietta… e non molto altro: nomi di nicchia, in ogni caso, senza la visibilità ufficiale ad esempio ottenuta, nei ‘90, da Carmen Consoli o Cristina Donà. C’è però un’artista in ascesa che sembrerebbe avere tutto ciò che occorre per aspirare a una carriera importante, come dimostra la continuità con la quale, dal 2007, ha riscosso interesse e consensi – e conquistato pure qualche vittoria – a vari premi nazionali dedicati alla musica d’autore: è nata a Salerno ma si può ormai reputare fiorentina, non è esattamente una giovanissima ma si sa che dalle nostre parti non è facile emergere concretamente prima dei trent’anni, ha all’attivo quasi due album.

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Lei si chiama Giorgia del Mese e il suo disco che si ipotizza decisivo, "Di cosa parliamo", sarà distribuito in Rete e nei negozi – via Radici Music/Egea – solo dal 16 settembre, ma è disponibile ai concerti da fine luglio. È racchiuso in un’elegante confezione digipak e contiene dieci brani – uno solo dei quali, "Spengo", già pubblicato in versione differente nella significativa raccolta "La leva cantautorale degli anni Zero" del 2010 – realizzati con la collaborazione nel ruolo di produttore, arrangiatore e musicista dell’eclettico Andrea Franchi, del quale si ricorda il lavoro da solista e quello accanto a Marco Parente e Paolo Benvegnù. Proprio quest’ultimo duetta con Giorgia nella "Imprescindibili" posta in chiusura, arricchendo con la sua personalità un parterre di ospiti comprendente anche Alberto Mariotti (alias King Of The Opera), Fausto Mesolella (Avion Travel) e Alessio Lega: illustri e carismatiche presenze che però non oscurano affatto l’unica, autentica protagonista, che appare assai maturata al confronto con l’esordio "Sto bene" di due anni fa. Colpiscono la voce energica e piuttosto bassa, che restituisce in originalità quel che perde in termini di grazia muliebre; la scrittura, incisiva nel suo approccio pop-rock diretto e ricercato, eclettico ma non dispersivo; soprattutto, i testi carichi di pathos, all’insegna di una poetica intensa e sofferta che ha il gusto della resistenza umana alle troppe brutture che affliggono il quotidiano: “messaggi” individuali e collettivi sviluppati con un linguaggio efficace, non banale e privo di retorica, offerti senza presumere di avere risposte ma con il desiderio – meglio: l’urgenza – di cercarle vincendo amarezza e disillusione, oltre che con una densità concettuale che alle magniloquenze verbali preferisce una raffinata semplicità. Chissà se l’innegabile maestria con le parole è naturale al 100% o se è stata incrementata dagli studi di Psicologia, coronati nello scorso decennio con la laurea.

Benché scorrano fluidamente, i trentaquattro minuti dell’album catturano di continuo l’attenzione, costringendo a soffermarsi sulla bontà delle melodie, sui ceselli strumentali, sulla forza comunicativa ed evocativa dei versi. Non fallisce un solo colpo, "Di cosa parliamo", riuscendo ad appassionare tanto negli episodi più incalzanti quanto in quelli fondati su soluzioni più pacate e morbide: rock nell’indole invece che in trame dove sobrietà ed equilibrio sono più importanti dell’eventuale tentazione di sfogarsi in modo più veemente e/o spigoloso. Nell’attesa di scoprire cosa succederà, salutiamo con entusiasmo l’uscita di un gran bel disco e il serio affacciarsi alla ribalta di un nuovo talento al femminile come non se ne vedevano da un bel po’. Finalmente.

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Gennaro Marco Duello (1983) è un giornalista professionista. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa di Napoli. Lavora a Fanpage.it dal 2011. Ha esordito nella narrativa nel 2022 con il romanzo Un male purissimo (Rogiosi). California Milk Bar - La voragine di Secondigliano (Rogiosi, 2023) è il suo secondo romanzo.
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