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Gemitaiz critica Berlusconi nel giorno della morte, poi si scusa: “Sbagliati i tempi, non il disprezzo”

Dopo le critiche a Berlusconi, scritte nel giorno della morte dell’ex Premier, Gemitaiz corregge il tiro su tempistiche e modi, ma non sul pensiero.
A cura di Redazione Music
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La morte di Silvio Berlusconi non ha lasciato indifferente il Paese, anzi. Dirette tv, speciali dei Tg, lunghissime discussioni online, articoli dei media internazionali, e il botta e risposta tra chi lo amava e chi non lo sopportava, tra coloro per cui Berlusconi è stata una manna per il Paese e chi, al contrario, pensa che sia stata una sciagura. Questa narrazione ha avuto i propri sviluppi anche in campo musicale, con chi ha voluto rendergli omaggio, come Emis Killa e Arisa e chi, al contrario, ha preferito mantenere fermo il proprio pensiero negativo anche nel giorno della morte, come Gemitaiz, che già in passato aveva avuto scontri importanti con il mondo politico della destra e con Matteo Salvini in particolare.

Il rapper romano è sempre stato molto chiaro e preciso su ciò che pensa di alcuni politici, compreso Berlusconi, e non era difficile immaginare cosa pensasse anche nel giorno della morte, quello per cui, secondo alcuni, non si può criticare ciò che Berlusconi e il berlusconismo sono stati per l'Italia. Gemitaiz ha un po' incrinato questa narrazione, ed essendo uno dei rapper italiani più famosi, ha creato anche un po' di scompiglio, lasciando spazio soprattutto a chi, da destra, cerca colpevoli da additare all'altare del Cavaliere. Gemitaiz, infatti, aveva pubblicato storie in cui ha ribadito la sua idea sull'ex Presidente del Consiglio, salvo poi aggiustare il tiro sui toni e la tempistica usate.

All'inizio, infatti, il rapper aveva accolto con un "Alleluja" la notizia della scomparsa di Berlusconi, spiegando che "nel giorno della sua morte, politici e giornali parleranno di lui come di uno statista, di un esempio di grande imprenditore, di uomo al servizio dello Stato. Noi però ricordiamo bene cosa ha rappresentato Silvio Berlusconi: uno dei ventenni promotori negli ultimi 30 anni delle peggiori politiche antipopolari, di guerre, privatizzazioni, liberalizzazioni e tagli alla spesa sociale". A quel punto il rapper aveva continuato così: "Un ‘curriculum’ fatto quindi di sfruttamento, leggi ad personam, accuse di corruzione, evasione fiscale, rapporti con la criminalità organizzata e lotta contro i diritti e le condizioni di vita degli strati popolari. Non lo piangeremo. Non perderò tempo a rispondere a nessuno. Non siete d’accordo? Unfollowate pure. Non lo trovate carino? Unfollowate pure. La libertà d’espressione è ancora in vigore. Il buonismo da 3 euro qui non lo troverete".

Nelle scorse ore, però, Gemitaiz ha scritto altre storie, scusandosi ma non rinnegando il succo del discorso: "Sicuramente sono stato impulsivo e indelicato nella mia storia di ieri e me ne dispiaccio. È stata un’uscita che voleva essere sarcastica ma riflettendoci è stata insensibile, aldilà di quale sia la mia posizione. E me ne dispiaccio. Ci tengo anche a dire che non era certo mio interesse essere al centro dell’attenzione mediatica, a volte dimentico di essere un personaggio pubblico e mi scordo di mettere i filtri nel comunicare. In ogni caso accetto le conseguenze delle mie azioni qualunque esse siano, come è giusto che sia". Il riferimento è, probabilmente, alla sua partecipazione all'evento organizzato da Fedez LoveMi, che sarà trasmesso su Canale5.

Rispondendo a chi gli diceva che poteva essere una contraddizione, Gemitaiz ha scritto: "A me di andare su Mediaset non me ne frega niente, io sono stato invitato a suonare a un concerto di beneficenza… Possono tranquillamente non trasmettermi in televisione e lo farei lo stesso… Se volessero eliminarmi dalla line up o non trasmettermi in televisione accetterei la decisione senza tanti problemi". Su IG, quindi, il rapper ha ribadito: "Ovviamente il mio peccare di insensibilità e il pessimo tempismo della mia affermazione non cancellano il disprezzo che provo per tutto quello di cui è stato artefici e partecipe. Non cancella l’efferatezza e la mancanza di sensibilità totale che ha avuto nei confronti di chi è stata una sua vittima".

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