Gallese di 17 anni accusato di voler organizzare un attentato durante il concerto di Bieber
L'attentato che ha ucciso 23 persone, ferendone 500, subito dopo il concerto che Ariana Grande tenne a Manchester lo scorso maggio avrebbe potuto avere un seguito, stando a quanto scritto dal Guardian, che ha riportato come un diciassettenne gallese è stato ritenuto colpevole di aver progettato un attentato terroristico, ispirato a quello del mese precedente, che avrebbe dovuto avvenire il 30 giugno, giorno in cui Justin Bieber avrebbe dovuto esibirsi a Cardiff. Sono cinque i capi di imputazione per cui la Corte di Birmingham ha accusato il ragazzo, la cui identità non può essere resa nota a causa dell'età.
Identificato dopo ricerche antiterroristiche
Il quotidiano inglese ha scritto che il ragazzo sarebbe stato identificato a seguito delle ricerche anti terroristiche effettuate proprio in attesa dell'esibizione della popstar canadese, una dei cantanti più amati dai teenager, nonché uno di coloro che accolse l'invito di Ariana Grande che poche settimane dopo il tragico evento organizzò, sempre nella città inglese, un concerto per ricordare le vittime e raccogliere fondi per le loro famiglie.
La lettera di martirio
Il ragazzo, che dovrebbe essere di razza bianca, aveva scritto una lettera di martirio, ispirandosi all'Isis. Quando la Polizia ha fatto irruzione in casa sua, hanno trovato un martello e un coltellino nel suo zaino scolastico, oltre a una nota che diceva: "Sono un soldato dello Stato Islamico e ho attaccato Cardiff, questa sera perché il vostro Governo continua a bombardare la Siria e l'Iraq. In futuro ci saranno sempre più attacchi". Oltre a questa nota che avrebbe lasciato dopo l'attentato e n'erano altre che parlavano di "abbattere i non credenti con un'auto" e "Colpire al collo gli infedeli che si oppongono ad Allah".
La difesa: solo curiosità
Il ragazzo avrebbe effettuato varie ricerche online sulla jihad e sulla possibilità di colpire la folla in auto, oltre ad aver aperto un account Instagram che promuoveva proprio la guerra santa, con un post che diceva "Possa Allah portare il terrorismo a Cardiff il 30 giugno". Gli avvocati difensori hanno negato che il ragazzo avesse ordito seriamente un piano per un attacco terroristico, ma che era semplicemente interessato a tutto ciò che abbia a che fare con cose sanguinolente; lui stessi, al banco dei testimoni, ha negato di avere una copia del Corano e non credere nell'Islam: "Volevo semplicemente capire quanto fosse semplice per le persone comuni interessarsi al terrorismo e trovare informazioni online (…). Volevo vedere se fosse possibile, non per me, ma per chi ne avesse realmente intenzione".
I capi di imputazione
Il ragazzo è stato accusato di preparazione di attentato terroristico, due accuse di incoraggiamento del terrorismo e due di possesso di informazioni terroristiche. La sentenza si terrà il 10 gennaio.