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Francesco Guccini visita Auschwitz a 50 anni da “La canzone del bambino nel vento”

Sono trascorsi 50 anni da quando venne pubblicata “La canzone del bambino nel vento (Auschwitz)”. Per l’occasione, Francesco Guccini raggiungerà il campo di concentramento insieme al vescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi e agli alunni della classe 2°B della scuola media Salvo d’Acquisto di Gaggio Montano.
A cura di D.S.
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Era il 1964 quando Francesco Guccini scrisse "La canzone del bambino nel vento (Auschwitz)", che negli anni a venire sarà ricordata semplicemente come "Auschwitz". Il brano raccontava il dramma dei campi di concentramento dalla prospettiva di un bambino la cui anima, dopo la morte, fluttua nel vento. La canzone venne pubblicata due anni dopo. Era il 1966, infatti, quando venne diffusa come facciata B del 45 giri dell'Equipe 84. Sulla facciata A, la cover del brano di Sonny & Cher "Bang bang". La canzone portava la firma di Maurizio Vandelli e Iller Pattacini con lo pseudonimo Lunero, perché Guccini non era iscritto alla Siae. Più tardi, però, rivendicò la paternità del testo pubblicandolo nel primo album Folk Beat N.1.

L'11 marzo 2016 saranno trascorsi 50 anni dalla pubblicazione di "Auschwitz". Francesco Guccini ha intenzione di celebrare questo traguardo in un modo speciale. Ha deciso, infatti, di raggiungere il campo di concentramento con il vescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi e gli alunni della classe 2°B della scuola media Salvo d’Acquisto di Gaggio Montano. Guccini salirà sul Treno per la Memoria organizzato da Cgil-Cisl-Uil di Lombardia col patronato del Presidente della Repubblica, il 10 marzo. Il viaggio che condurrà ad Auschwitz e Birkenau sarà un'occasione per riflettere e ricordare quell'orrore, perché non si ripeta. Inoltre, le immagini verranno raccolte in un film-documentario diretto da Francesco Conversano e Nene Grignaffini.

Il testo della canzone

Son morto con altri cento

son morto ch'ero bambino

passato per il camino

e adesso sono nel vento.

Ad Auschwitz c'era la neve

il fumo saliva lento

nel freddo giorno d'inverno

e adesso sono nel vento.

Ad Auschwitz tante persone

ma un solo grande silenzio

è strano non riesco ancora

a sorridere qui nel vento.

Io chiedo come può l'uomo

uccidere un suo fratello

eppure siamo a milioni

in polvere qui nel vento.

Ancora tuona il cannone

ancora non è contento

di sangue la belva umana

e ancora ci porta il vento.

Io chiedo quando sarà

che l'uomo potrà imparare

a vivere senza ammazzare

e il vento si poserà.

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