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Festival di Sanremo 2016: vince Laura Pausini, ma a perdere sono le canzoni

Un Festival di Sanremo che mantiene le aspettative di Conti, con una Pausini mattatrice e canzoni che a parte poche eccezioni galleggiano nell’aspettativa sanremese, con un po’ di problemi nelle voci dei protagonisti.
A cura di Francesco Raiola
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Laura Pausini prima ospite di Sanremo 2016 (LaPresse)
Laura Pausini prima ospite di Sanremo 2016 (LaPresse)

‘Abbiamo dovuto aspettare Giuseppe Ottaviani per sentire una bella voce' si legge su Twitter, ovvero il luogo in cui, da anni, si commenta in maniera sarcastica il Festival di Sanremo; un'abitudine che anche quest'anno non si perde. E in effetti, come ogni anno, quello che si nota sono le stecche, le canzoni à la Sanremo (come se stessimo a Glastonbury, invece) e gli abiti delle vallette. Il Sanremo di Carlo Conti continua a essere quello che ci si aspettava, mescolando, musicalmente, talent e curriculum, ma restando sempre nella scia di quello che è la storia sanremese come ha dimostrato anche questo l'inizio. Un mix delle canzoni vincitrici del Festival, infatti, ha dato il la a questa 66esima edizione che ha visto i picchi – nel bene e nel male – nei suoi ospiti, con una stratosferica Pausini a fare da mattatrice mentre festeggia con un po' di ritardo i 20 anni di carriera (siamo arrivati a 23, intanto).

Sanremo 2016: la voce dov'è?

Comunque diciamolo chiaramente, l'affermazione ‘democristiana' che come sempre Sanremo ha alti e bassi è un'ovvietà che si conferma anche quest'anno. La Raffaele tiene su la co-conduzione, perfetta spalla per un Conti che fa quello che deve fare e a cui ci ha abituato, portando a casa quello che voleva, mentre aspettiamo ancora di capire che ci facciano su quel palco Gabriel Garko e Madalina Ghenea, impalpabili. Quel che manca principalmente a questo Festival, però, paradossalmente è la voce: proprio non c'è, è bassa, ansimante, stonata. Ci potrebbe anche stare ma manca il rock&roll a reggere il tutto e quindi non restano che canzoni d'amore sospirate senza volerlo: se da Morgan non ci si aspettava molto di più, i giovani – da Lorenzo Fragola a Leiner Riflessi – hanno patito e non poco l'emozione del palco. In una medietà generale ciò che si nota sono la classe di Arisa e quella di Ruggeri, Morgan e i suoi Bluvertigo che voce a parte provano qualcosa di diverso e l'energia di Rocco Hunt, l'unico in grado di far ballare un po' l'Ariston con la sua ‘Wake Up'.

L'arcobaleno per le unioni civili

Con questa situazione, insomma, è normale che Laura Pausini e Elton John sembrino degli alieni scesi in terra, e anche Maitre Gims e la sua ‘Est-ce que tu m'aimes' filano lisci senza contraccolpi. Qualche affanno per Aldo, Giovanni e Giacomo che sono punzecchiati proprio per aver celebrato se stessi. Non c'è la polemica tanto attesa sulle unioni civili, con il cantante inglese che parla della sua felicità di essere padre (‘Non mi sarei mai aspettato di diventare papà‘) e alcuni artisti che però prendono a cuore l'argomento ed espongono piccoli segni arcobaleno. Alla fine resta la sorpresa di una Noemi a rischio, mentre la speranza è quella di una promozione di Rocco Tanica, musicista di professione e talento comico per natura.

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