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Federico Poggipollini: “‘Nero’ è il colore che identifica il rock”

Federico Poggipollini, storica chitarra di Ligabue, torna con il suo quarto album solista, ‘Nero’ che ripercorre le orme di gruppi come Black Keys e White Stripes e gli permette di vivere anche l’esperienza del frontman.
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Federico Poggipollini è conosciuto dai più come lo storico chitarrista di Luciano Ligabue, con cui condivide una carriera pluridecennale. Ma nonostante il connubio che ha li ha portati a essere una delle coppie storiche del rock italiano, Poggipollini è anche un musicista con una carriera solista, che l'ha visto già protagonista di diversi capitoli. Dal 1998, infatti, pubblica in maniera non proprio frequente anche album a suo nome: ha cominciato nel 1998 con ‘Via Zamboni 59', con il secondo, ‘Nella fretta dimentico', uscito dopo 4 anni a cui se ne sono aggiunti 6 per ‘Caos Cosmico'. Pochi giorni fa (il 26 maggio), quindi dopo altri 6 anni, Poggipollini ha firmato il suo quarto album ‘Nero' (ArtevoxMusica / BelieveDigital), ispirato alle sonorità black.

Un album che omaggia i classici del rock e si chiama ‘Nero' perché c'è una canzone all'interno con questo nome e nero è anche il colore che identifica il rock

Prodotto da Michael Urbano, batterista dello stesso Liga e produttore con molte esperienze alle spalle, da Sheryl Crow alle t.a.T.u, passando per Zucchero e Ligabue, appunto, ‘Nero' è stato registrato in presa diretta tra Bologna e la California ed è stato fatto con strumenti italiani dell'epoca: chitarre Galanti, Meazzi ed Eko, amplificatori Davoli, Steelphon e Fbt, tastiere Farfisa e Crumar. L'ispirazione per questo sound glieli hanno dati artisti come Black Keys e White Stripes, che hanno utilizzato il blues riportandolo in chiave rock moderna.

È un disco che si presta tantissimo al live. Black Keys e White Stripes mi hanno ispirato il suono e c'è un grande rispetto per il classic rock e il disco è stato registrato con strumenti italiani dell'epoca.

Quella da solista è un'esperienza molto importante per chi fa soprattutto il chitarrista e non si considera cantautore, ma musicista, appunto. È importante per esprimere se stesso in un altro modo, ma anche per poter capire meglio la situazione in cui si muove il frontman di una band:

Io sono un musicista, non sono un cantautore. Ho sempre scritto, non è una cosa che ho iniziato adesso. Mi piace intervallare le cose: sono stimoli che mi servono. Faccio il solista perché mi piace poter saltare da un progetto all'altro e vivere meglio altre situazioni, conoscere la situazione da frontman.

Intervista, riprese e montaggio: Simone Giancristofaro.

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