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Fasma presenta il Manifesto per la tutela dell’arte: “Dobbiamo ridarle luce”

Fasma si presenta a questo Festival di Sanremo per la prima volta tra i Big, dopo l’ottimo riscontro ottenuto nel 2020 quando fu protagonista tra i Giovani. All’Ariston porterà la canzone “Parlami”, ma anche una nuova idea artistica che si esprime nel Manifesto per la tutela dell’arte in cui vengono elencati i principi per la tutela del rapporto tra artisti e terzi.
A cura di Francesco Raiola
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Fasma (ph Lorenzo Piermattei)
Fasma (ph Lorenzo Piermattei)

Fasma si presenta a questo Festival di Sanremo per la prima volta tra i Big, dopo l'ottimo riscontro ottenuto nel 2020 quando fu protagonista tra i Giovani. Sul palco dell'Ariston porterà la canzone "Parlami", ma il rapper porta anche un nuovo messaggio artistico e lo fa con un Manifesto per la tutela dell’arte che lui stesso definisce "una carta in cui vengono elencati i principi per la tutela del rapporto tra artisti e terzi. Nel ‘Manifesto' il rapporto tra ‘il terzo', ‘l’artista' e ‘l’arte' vengono paragonati al rapporto tra ‘madre', ‘figlio' e ‘la vita'". Un manifesto spiegato in un video che Fanpage.it vi mostra in esclusiva.

Leggi il Manifesto per la tutela dell'arte

Ciao Tiberio, ti presenti sul palco dell’Ariston con la voglia di portare un messaggio importante. Mi parli di come nasce e si sviluppa l’idea del manifesto?

Voglio fare uscire questo manifesto e farlo correre. Vorrei che iniziasse ad avere un po’ di vita propria senza svelare troppo dell’esperienza che c’è dietro. Vorrei farlo vedere agli altri, come se fosse uno sfogo che per il momento resti nel mistero e mi piacerebbe iniziare a vedere cosa le persone possono immaginarsi leggendolo.

Qual è il primo articolo che ti ha dato l’idea?

Per creare il manifesto non siamo partiti da un articolo, ma da un’esperienza.

Che qualcosa può cambiare?

Sì, secondo me qualcosa deve cambiare, tutti abbiamo qualcosa che deve cambiare.

Chi sono gli “all for one” di cui parli nel video?

Gli “all for one” possono essere qualsiasi cosa che può frapporsi tra te e quello che vuoi, per cui a volte “all for one” puoi essere anche tu stesso.

È un manifesto a cui hai lavorato da solo o ti sei confrontato con qualcuno?

Nel manifesto ci sono sicuramente tante influenze dei miei amici con cui mi confronto sempre. Successivamente c’è stato il confronto con il mio avvocato e insieme abbiamo scritto in forma giuridica tutte le idee che avevamo.

Qual è, secondo te, lo stato dell’arte in questo momento, dopo un periodo come quello che stiamo vivendo?

Sicuramente questo periodo che stiamo vivendo non ha aiutato l’arte, perché l’arte non può essere la protagonista in un momento così particolare. Però penso che mettere l’arte in luce, metterla sempre di più in primo piano, non guasti mai.

Pensi che un manifesto del genere possa esistere senza un’idea di collettività? Qual è questa tua idea di collettività?

La mia idea di collettività è l’incontro tra individui.

“Artista, arte e terzo” come “madre, figlio e vita”. Immagino che il riferimento a una trinità non sia casuale, giusto?

Il tre è il numero perfetto, fin dall’alba dei tempi.

In che modo questo manifesto si riflette sulla realtà?

Questo ancora non te lo posso dire, finché il manifesto non ha possibilità di crescere, camminare e correre da solo l’impatto che avrà sulla realtà lo può dire solo il futuro.

In che modo questo manifesto incrocerà il festival di Sanremo e la tua partecipazione?

È molto importante per noi separare l’idea del manifesto, la partecipazione a Sanremo e la nostra musica. Il manifesto è qualcosa che è posto a tutela dell’arte e della nostra musica, ma non è qualcosa che esiste grazie alla nostra musica. La nostra musica esiste a prescindere dal manifesto come il manifesto esiste a prescindere dalla nostra musica.

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