Fabrizio Moro: “Mi drogavo per staccarmi dalla realtà, la paura di morire mi ha spinto a salvarmi”
Fabrizio Moro si è raccontato in un'intervista rilasciata a IlMessaggero.it. L'artista è tornato con la mente al periodo buio in cui faceva uso di droghe e ha spiegato come è riuscito a uscirne. Inoltre, ha parlato dell'impatto che la pandemia e il lockdown hanno avuto sulla vita dei suoi figli. Moro è padre di Libero e Anita, che hanno 12 e 7 anni.
Dall'uso di stupefacenti alla rinascita
L'artista ha spiegato perché ha iniziato a fare uso di droghe. Negli stupefacenti cercava un modo per staccarsi dalla realtà. Quando ha iniziato a fare i conti con gli effetti devastanti di quelle sostanze, è scattato in lui il desiderio di sopravvivenza che lo ha spinto a uscirne. La musica e il desiderio di costruire una famiglia, poi, gli hanno permesso di riuscire nell'intento di costruire una nuova vita:
"Io feci uso di stupefacenti perché cercavo tramite le droghe un distacco dalla realtà. […] Iniziai a stare male, avevo paura di morire, di fare la fine di alcuni miei amici. Mi salvai grazie alla mia coscienza. Cosa mi diede la spinta? Il desiderio di realizzarmi, attraverso la mia passione per la musica. E di diventare genitore. Non mi accontentavo di rimanere lì, relegato in un contesto di periferia, disagiato e malmesso anche dal punto di vista del fisico".
Gli effetti della pandemia sulla vita dei suoi figli
Fabrizio Moro, poi, ha parlato degli effetti della pandemia sulla vita dei suoi figli. In particolare, ha notato come Libero – che ha 12 anni – sia diventato "un adolescente più insofferente", dopo mesi chiuso in casa in cui non ha potuto giocare a calcio, attività che per lui rappresentava uno sfogo: "Ma temo che gli effetti veri della pandemia sulla psicologia dei ragazzi li vedremo solo tra qualche anno". Come padre ha tentato di spronare i suoi figli a uscire, rispettando tutte le norme anti-Covid. Ha comprato una bicicletta per uscire con Libero e ha incoraggiato Anita a non avere paura di incontrare le sue amiche.