Eros Ramazzotti: “Ho votato M5S. Salvini? Smaschera l’ipocrisia generale”
A margine dell'intervista che Erops Ramazzotti ha dato a Vanity Fair, il cantante si è anche espresso sulla Politica, cosa non molto comune in questi ultimi mesi in cui, nonostante i grandi temi d'attualità che hanno colpito il Paese, i grandi artisti hanno preferito non esporsi, mantenendo una certa neutralità. Intervistato da Malcom Pagani per la sua prima intervista a distanza di anni e la prima per lanciare il suo ultimo album "Vita ce n'è" che uscirà il prossimo 23 ottobre, che sarà seguito da un tour mondiale che partirà il prossimo febbraio. Nell'intervista Ramazzotti ha parlato della sua lunga riflessione sul pubblicare o meno, sul continuare o meno a fare musica: "Ho passato qualche anno in cui non sapevo se continuare o fermarmi per sempre. Mi sono chiesto se continuare avesse un senso perché mi sono detto: ‘Che lo compongo a fare un disco tanto per farlo?'. Ci sono tanti artisti che vivono di memoria, non volevo iscrivermi al club".
Le parole sul padre e il PCI
Ma, appunto, nell'intervista ha toccato anche altri aspetti della sua vita, come le critiche iniziali a cui ha dovuto far fronte, ma anche i talent, le nuove generazioni e l'accesso al mercato discografico, ammettendo che forse se fosse nato in questi anni non sarebbe riuscito ad ottenere il successo ottenuto. Ma il cantante ha parlato anche della sua famiglia, del padre comunista e della sua tessera del PCI: "Immaginava un mondo equo in cui a tutti toccasse in sorte un pezzo di pane. Era utopia e lo scoprì sulla sua pelle. La tessera del Pci la presi anche io, ma solo per sei mesi". Ha spiegato di non amare tanto la politica ma di dalla parte della gente: "La gente deve stare bene. E credo di interpretare il più classico prototipo di italiano".
Abbiamo accolto migliaia di persone, tocca agli altri
Alle ultime elezioni ha votato Movimento 5 Stelle: "E lo rifarei. Penso che più di tutti abbiano interpretato il desiderio di un cambiamento che era necessario. Ci vuole tempo per cambiare e migliorare l’Italia: parliamo di decenni, non di un anno o due", e spiega anche quello che pensa di Matteo Salvini: "Credo che Salvini sia duro, pesante e a volte sgradevole, ma non abbia tutti i torti in assoluto e possa sventolare almeno un pregio: smaschera l’ipocrisia generale. A un continente, l’Africa, che si dibatte tra guerre e carestie, bisogna fornire una risposta solidale che sia comune. Europea. Globale. Non basta l’Italia come non bastano Emergency o Medici senza frontiere che pure fanno un lavoro straordinario. Noi abbiamo fatto la nostra parte accogliendo centinaia di migliaia di persone. Ora tocca anche agli altri".