Emma: “Mi autodistruggevo pensando che il fisico sovrastasse la mia arte”
La splendida Emma Marrone, coach ad Amici 2013 e un nuovo lavoro discografico "Schiena", uscito solo pochi giorni fa ed è già un grande successo, si è confessata in una lunga intervista al settimanale "A", nel numero in uscita il 17 aprile. Il suo look è cambiato e racconta di vivere la propria femminilità in maniera diversa rispetto a qualche tempo fa, quando la paura che la propria fisicità prendesse il sopravvento sulla parte artistica l'ha condotta ad atti che ha definito "autodistruttivi":
Per anni sono andata avanti con l’autodistruzione, rasandomi i capelli, assumendo atteggiamenti sempre meno femminili. In me si vedeva soprattutto la biondona, ho sempre avuto paura che la parte fisica sovrastasse quella l’artistica. Oggi sono cresciuta, mi sono accettata e non mi voglio più difendere. Il mio grande seno è un peso ingombrante da sostenere, soprattutto sul palcoscenico. Però ce l’ho e me lo tengo. E pensare che al ginnasio ero piatta come una tavola.
Emma e le voci sulla propria omosessualità – Per anni ha nascosto le sue curve e la femminilità con atteggiamenti mascolini, tanto che in passato alcune voci definivano Emma come omosessuale. L'argomento non le è mai interessato, ma precisa che al tempo è stata preoccupata per i suoi genitori:
Quella è l’unica cosa che non mi ha mai preoccupata. Mi dispiaceva solo per i miei genitori, anche loro sbattuti in questo mondo. Ricordo che chiamai mio padre: “Se leggi qualcosa…”, lui mi ha bloccato: “Ascolta”, mi disse, “a me non importa se tu torni a casa accompagnata da un uomo o da una donna, per me importante è che tu sia felice”. Quindi se i miei genitori non mi giudicano a me di andare per l’Italia a dire sono etero, o sono omosessuale perché mi raso capelli e sono tatuata, non interessa. Ognuno pensi quello che vuole.
"Dopo la scuola ho fatto qualsiasi lavoro, era fondamentale avere una mia autonomia" – Nell'intervista Emma, che è come una sorella per i ragazzi di Amici 2013 che guida nella squadra bianca, racconta anche ha sempre voluto essere indipendente e superattiva, anche prima di arrivare al successo musicale:
Dopo la scuola ho fatto di tutto, la commessa, la barista, la magazziniera, l’assistente agli anziani, era fondamentale avere una mia autonomia. Anche se non erano grandi stipendi mi faceva stare bene poter dare qualcosa in casa. Sono sempre stata una superattiva, svegliarsi a mezzogiorno per me è bruciarsi una parte della giornata. La gente di Aradeo mi ha sempre spronato e mi ha trasmesso la fame di uscire per riscattare la mia terra dai tanti luoghi comuni: il sud, i giovani che non lavorano: ma non è vero. Prendi mio fratello, in questo momento è elettricista per una società di impianti, ma ha fatto il parchettista, il muratore, ha perso il lavoro e non si è dato mai per vinto. Ed è felice, ma di lui non si parlerà mai.