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Elodie, l’adolescenza difficile in famiglia tra droga e alcol: “Ma il mio passato è la mia fortuna”

“Considero il mio passato la mia fortuna: mi ha dato la possibilità di vedere la vita cruda fin dall’inizio e non l’ho subìta” ha detto Elodie in una lunga intervista al Corriere della Sera in cui ha parlato della sua infanzia e adolescenza a Quartaccio, quartiere popolare di Roma dove è cresciuta.
A cura di Francesco Raiola
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Elodie a Sanremo 2020 (Matteo Rasero/LaPresse)
Elodie a Sanremo 2020 (Matteo Rasero/LaPresse)

"Considero il mio passato la mia fortuna: mi ha dato la possibilità di vedere la vita cruda fin dall’inizio e non l’ho subìta" ha detto Elodie in un'intervista al Corriere della Sera in cui ha parlato della sua infanzia e adolescenza a Quartaccio, quartiere popolare di Roma dove è cresciuta. Un quartiere difficile, in cui si cresce con famiglie complicate, tra droga e bullismo, in cui l'infanzia non sempre è quella che ci si immagina dovrebbe essere: "Solo sul pianerottolo c’erano spacciatori, gente sessualmente promiscua, alcolizzati, la mia famiglia che non era quella del Mulino bianco" spiega la cantante che oggi è una delle popstar italiane più quotate, reduce dai successi di "Guarana" e di "Ciclone", la hit estiva di Takagi e Ketra e in un anno in cui è salita da protagonista al Festival di Sanremo.

Elodie e i problemi in famiglia

La condizione familiare non era delle migliori, con i genitori che litigavano spesso e si sono separati quando aveva otto anni: "Mia mamma faceva la cubista, era una ragazza con problemi, mi ha avuta a 21 anni. Entrambi hanno sofferto molto ed erano onesti in questo, non hanno mai camuffato il loro malessere", lei costretta a coprire la sorella di tre anni più piccola, cercando di non farle percepire le condizioni in cui versavano. Problemi di tossicodipendenza dei genitori che le hanno portato dentro una rabbia enorme, ma le colpe, ha spiegato, ha sempre cercato di evitare di addossarle. Il sistema sociale era complesso, eppure tutto questo dolore, ma anche questa varietà "mi hanno dato la possibilità di vedere le vita con serenità: tutte le cose si risolvono e anche quando soffri è una fortuna, perché stai vivendo".

L'alcol e le canne

Fare di tutto questo dolore un punto di forza è quello che l'ha portata a diventare quello che è, a non finire come molte amiche rimaste imbrigliate in una vita difficile, fatta di ragazze madri, bullismo e droghe. L'adolescenza l'ha passata cercando di farsi passare la rabbia fumando canne: "Iniziavo la mattina e finivo la sera. Ogni giorno. Ho iniziato in seconda media, per stare tranquilla (…) Bevevo anche, uscivo e tornavo alle 7 del mattino, a 15 anni: ho avuto una libertà totale".

La terza media e l'esame delle superiori mai dato

La vergogna come compagna di vita, lo racconta parlando della scuola e del suo titolo di studio: "Io ho la terza media e per dirlo ci ho messo anni: mi vergognavo come una ladra" spiega, aggiungendo che ha anche completato il ciclo di studi delle superiori senza mai dare l'esame finale, però: "Rimpiango moltissimo il fatto di essere ignorante. Mi fa sentire a disagio, anche perché sono stata vigliacca: ho fatto il liceo fino al quinto anno, senza mai essere bocciata. Arrivata a maggio, mi sono ritirata. Non mi sentivo all’altezza di fare l’esame. Certo, allora mica l’ho detto così, ho fatto la coatta: mi ero inventata una storia del tipo che non avevo bisogno che qualcuno mi giudicasse, che mi dicesse se fossi pronta o meno".

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