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E se i One Direction fossero stati una boy band degli anni 90?

Cambiano i tempi e cambia il modo di essere fans. I Backstreet Boys, i Take That e gli *Nsync hanno ceduto il posto a Justin Bieber, ai One Direction e Miley Cyrus. Ma cosa ne sarebbe stato dei nuovi teen idols se avessero conosciuto il successo negli anni 90?
A cura di Daniela Seclì
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I tempi sono cambiati, inutile negarlo. Il fanatismo non è più quello di una volta. Dagli anni 90 ad oggi, il modo di sostenere i propri beniamini ha conosciuto nuove regole ed è stato completamente stravolto dalla diffusione di internet. Ma andiamo con ordine. Negli anni 90 i miti nascevano e morivano al ritmo dei tempi televisivi. Essere adolescente negli anni 90 significava innamorarsi perdutamente di ragazzi come i Backstreet Boys guardando i loro video su MTV, incollare le loro foto sul diario, comprare tutte le riviste che gli dedicavano un articolo e dare vita a dibattiti accesi con chi preferiva i Take That, nel tentativo di convertirli.

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LE SPICE GIRLS E IL POTERE ALLE DONNE. Erano gli anni del girl power che, grazie alla musica delle Spice Girls, entra a far parte del vocabolario di quelle che allora erano poco più che bambine. “Potere alle donne!” si inneggiava, mentre nel giardino della scuola ci si scambiava le figurine per completare l’album della band, custodito come se fosse l’unica fonte di gioia della propria vita. Era un gruppo costruito ad arte, ogni ragazzina poteva identificarsi con una di loro. Emma era la Baby Spice, dolce e un po’ infantile, Mel B era la grintosa Scary Spice, Mel C l’atletica Sporty Spice, Victoria l’elegante e modaiola Posh Spice e Gery la rossa e peperina Ginger Spice. In un panorama musicale dominato dalle boy band erano una novità assoluta e si guadagnarono tantissimi fans devoti.

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IL TITANIC E LA DiCaprio MANIA. Il 1997, poi, fu un anno cruciale per le adolescenti di tutto il mondo. Il fanatismo toccò il suo apice quando la tranquilla esistenza di milioni di ragazzine venne sconvolta dal Titanic e dagli occhi celesti di Leonardo DiCaprio. L’album di figurine dell’attore era un must have, per non parlare di tutti i gadgets correlati al film, come il profumo alla brezza marina “il cuore dell’oceano” che portava incollato sulla bottiglietta una patacca di plastica azzurra a forma di cuore che aveva la pretesa di riprodurre il gioiello del film. Tutto per la modica cifra di 5000 lire.

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IL LIVE: L'UNICO MODO PER CONOSCERE ALTRE FANS. La grande differenza tra il fanatismo degli anni 90 e quello odierno è la possibilità di connettersi. A quei tempi si conoscevano fans provenienti da altre parti d’Italia solo se si aveva la fortuna di poter assistere al concerto del nostro idolo, altrimenti tutto si snodava tra la piazzetta del paese e la scuola. Nasceva e moriva lì. Qualche poster nella cameretta, 4 chiacchiere sognanti durante la ricreazione, ritagli di giornale sulla smemoranda. Non tutte avevano un pc in casa e dunque, quando la tv e le riviste smettevano di parlare di un personaggio, il fanatismo finiva con l’affievolirsi.

BELIEBER - DIRECTIONER

OGGI LE FANS COSTITUISCONO UNA VERA E PROPRIA FAMIGLIA. L’avvento dei social network ha cambiato in maniera drastica l’approccio dei fans alle star internazionali. Se una ragazza si appassiona a Robert Pattinson, a Justin Bieber, ai One Direction, pochi secondi dopo, davanti alla tastiera del pc, scatta l’operazione “stalking”. Si iscrive a tutti i gruppi attinenti su facebook, rintraccia il profilo Twitter dell’oggetto della passione, si tiene aggiornata sul sito ufficiale, le più tenaci creano una Yahoo Answer per scoprire l’indirizzo del cantante o attore di turno. Le adolescenti di oggi hanno la possibilità di interagire con migliaia (spesso e volentieri milioni) di altre adolescenti che la pensano come loro. Si entra a far parte di una vera e propria famiglia che diventa una sorta di “armata” pronta a difendere il proprio beniamino. Se qualcuno osa offenderlo, si muovono − virtualmente − in massa per distruggere chi l’ha profanato. All’interno della “famiglia” si ottiene anche un “cognome” acquisito: Directioner, Belieber, Robsten, Smiler. Una parola che sottolinea l’appartenenza alla schiera di fans di quel preciso personaggio. Negli anni 90 se eri fan di Leonardo DiCaprio ti definivi, appunto, “fan di Leonardo DiCaprio” e non Caprina, Caprese…Capretta. Creando questo sodalizio con altre coetanee di tutto il mondo si riesce a mantenere viva ogni giorno la propria passione, che non è più strettamente connessa a ciò che la tv manda in onda. Se ci fate caso, non capita così spesso di vedere un programma televisivo in cui si parli dei One Direction, eppure la band conta oltre 12 milioni di fans su facebook. Per non parlare di Justin Bieber, che ha ormai superato i 50 milioni di fans. Potere della rete!

LA FINE DEL DIVISMO. La possibilità di un contatto con l’artista offerta da internet, inoltre, ha portato alla scomparsa di un elemento decisamente più diffuso una ventina di anni fa: il divismo. Ora le star hanno un volto più umano. Justin Bieber sta male sul palco e il giorno dopo twitta che ha imparato che è meglio stare alla larga dal latte prima di un concerto. Ciò gli da un’aria così comune. Un tweet del genere potrebbe scriverlo anche il loro compagno di scuola. Così si genera un sentimento di familiarità che fa sembrare l’artista meno irraggiungibile. Negli anni 90 una ragazzina se lo sognava di poter conoscere minuto per minuto i pensieri di Nick, Brian, AJ, Howie, Kevin, come è possibile fare oggi grazie ai vari cinguettii. Ma quell’alone di irraggiungibilità non contribuiva, forse, ad alimentare il loro fascino e i nostri sogni?

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