È morto Tony Bennett, l’ultimo crooner americano aveva 96 anni
È morto all'età di 96 anni Tony Bennett, il cantante statunitense era considerato l'ultimo grande crooner americano. Nella sua lunga carriera ha vinto, tra gli altri premi, 20 Grammy Awards e ha realizzato 100 album. Tra i suoi brani, indimenticabili, da ricordare è "I Left My Heart In San Francisco".
Da tempo era malato di Alzheimer, sebbene l'annuncio della malattia sia stato comunicato solo nel 2021, stesso anno in cui esce uno dei suoi ultimi lavori discografici, un album inedito realizzato in collaborazione con Lady Gaga. In quel periodo si è poi ritirato definitivamente dalle scene.
La sua scomparsa è stata annunciata dalla sua addetta stampa, Sylvia Weiner, che ha confermato il decesso di Bennett all'Associated Press, dichiarando che il 96enne si è spento nella sua città natale, New York, senza specificare le cause della morte, sebbene si sapesse che fosse malato da tempo.
Tony Bennett, l'ultimo crooner americano
Tony Bennett è stato uno dei più grandi e noti crooner americani, termine con cui si suole indicare una modalità di canto di calda, accogliente, colloquiale caratterizzata da una voce profonda, come per l'appunto è stata quella di Bennett e di nomi di rilievo nella musica mondiale, come Frank Sinatra, Dean Martin, per citare i più noti. Il suo modo di cantare, così avvolgente, è diventata una cifra stilistica delle sue performance, come ha raccontato lui stesso nel 2006 in un'intervista:
Mi piace intrattenere il pubblico, fargli dimenticare i suoi problemi. Penso che le persone… siano commosse se sentono qualcosa che è sincero e onesto e magari ha un po' di senso dell'umorismo. Mi piace solo far sentire bene le persone quando mi esibisco.
La scalata verso il successo
Di origini italiane, nato da padre calabrese, John Benedetto, e da madre nata in America, ma da genitori emigrati dall'Italia alla fine dell'800, Tony Bennett, nome d'arte di Anthony Benedetto, inizia i suoi studi di canto all'età di 10 anni, frequentando la High School of Industrial Arts di New York. La sua carriera ha ufficialmente inizio negli Anni Cinquanta, quando dopo essersi arruolato nell'esercito americano e aver combattuto la Seconda Guerra Mondiale, ha siglato il suo primo contratto discografico con la Columbia Records, che all'epoca aveva in scuderia anche Frank Sinatra, che su consiglio dei suoi manager, pur avendolo come fonte di ispirazione, cercherà di non imitare mai.
Bennet ottenne il suo primo successo con il brano Because of You, che rimase in classifica per ben otto settimane, poi intorno al 1955 guardò con sempre maggiore interesse la musica jazz, alla quale si appassionò, divenendo negli anni una delle voci più riconoscibili della musica leggera e, per l'appunto del jazz.
La sua voce e la capacità di destreggiarsi tra un brano e l'altro, l'hanno reso uno degli artisti più apprezzati del panorama musicale americano, capace di raggiungere traguardi significativi e mai toccati da altri interpreti prima di lui. Nel 2014, quando aveva 88 anni, conquistò il record di cantante vivente più anziano con un album primo in classifica, ovvero "Cheek to Cheek", in cui sono racchiusi i duetti con Lady Gaga. Ma anche tre anni prima, con il disco "Duets II" aveva conquistato il primo posto, con brani in cui, per l'appunto, duettava con grandi nomi della musica contemporanea da Carrie Underwood a Amy Winehouse, a quest'ultima era legato da una profonda stima, come si racconta anche nel documentario "Amy" dedicato alla cantante tragicamente scomparsa.
La rinascita di Tony Bennett dopo i 60 anni
Intorno ai 40 anni, l'attività musicale di Tony Bennett si era decisamente assestata, ma fu grazie all'aiuto di suo figlio Danny, avuto dalla prima moglie Patricia Beech, che è riuscito a conquistare nuovamente un posto nel mondo dello spettacolo americano, avvicinandosi anche alle generazioni più giovani. È stato ospite, infatti, del "Late Night con David Letterman" ed è diventato uno degli artisti famosi apparso più spesso nei "Simpsons". Ha presentato i Red Hot Chili Peppers agli MTV Music Video Awards del 1993, indossando una maglietta nera e degli occhiali da sole, e il video di "Steppin' Out With My Baby" dal suo album tributo a Fred Astaire, vincitore di un Grammy, finì su "Buzz Bin" di MTV.