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È morto Ryo Kawasaki, chitarrista e uno dei pionieri del synth

Il chitarrista e compositore giapponese Ryo Kawasaki è morto, come comunicato dalla figlia su Facebook. Kawasaki è stato uno dei pionieri nel campo del jazz fusion, negli anni 60 e 70, oltre ad avere pubblicato singoli house negli anni 80 e 90: “il tuo fuoco brucerà per sempre come la tua musica” ha scritto la figlia ricordandolo.
A cura di Redazione Music
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Ryo Kawasaki [User1x!23: / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)]
Ryo Kawasaki [User1x!23: / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)]

Il chitarrista e compositore giapponese Ryo Kawasaki è morto, come comunicato dalla figlia su Facebook. Kawasaki è stato uno dei pionieri nel campo del jazz fusion, negli anni 60 e 70, oltre ad avere pubblicato, come ricorda Pitchfork, singoli house negli anni 80 e 90: "Kawasaki ha aiutato lo svilupparsi della prima onda della tecnologia del guitar synthesizer per aziende come Korg e Roland. Sviluppò anche  il programma che prese il suo nome per il sistema del Commodore 64".

L'annuncio della figlia

"Addormentarsi col suono di te che suonavi. L'odore del caffè ero che si mescolava alle camel. Le omelette du formaggio americano a Westway e la quiche a la Madaleine. La stessa canzone pr settimane perché la mixavi fino alla perfezione. Discussioni filosofiche che si prolungavano dalla notte arda fino alle prime ore del mattino, riempite di birre e sigarette. Mio padre. Una persona veramente originale. Proprio come il tuo nome suggerisce, hai illuminato, hai incendiato, e il tuo fuoco brucerà per sempre come la tua musica suonerà ancora e noi continueremo a tenere accesa quella luce. Ti voglio bene, ciao papa" è il messaggio che la figlia ha scritto la padre sui social.

La vita di Ryo Kawasaki

Il musicista nacque a Tokio nel 1947, cominciando a interessarsi di musica fin da giovanissimo e sviluppando fin da subito un interesse particolare per l'elettronica. La crescita avvenne con l'ascolto e la passione per il jazz e col tempo diventò anche un chitarrista di talento. Si trasferì a New York nel 1973 e suono con artisti del calibro di Gil Evans, Elvin Jones, Chico Hamilton, e tanti altri, diventando un punto di riferimento per la scena musicale newyorkese e non solo. Dopo aver fatto da turnista e aver collaborato con molti artisti, si concentrò sulla carriera solista e nel 1976 pubblicò l'album "Juice".

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