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È morto Prodigy, parte dello storico gruppo hip hop Mobb Deep: “Se ne va una leggenda”

A 42 anni è morto Prodigy, metà del gruppo hip hop dei Mobb Deep, pietra miliare del genere. Lo piangono in tanti, da Nas a Lil Wayne, pèassando per Nicky Minaj, ScHoolboy Q e la nostra Baby K.
A cura di Redazione Music
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Prodigy dei Mobb Deep (Getty Images)
Prodigy dei Mobb Deep (Getty Images)

Il rapper Prodigy, parte dello storico gruppo hip hop dei Mobb Deep, è morto la notte scorsa. Il cantante, che aveva 42 anni ed era a Las Vegas per un concerto, è deceduto a causa di di alcune complicazioni causate da una crisi di anemia falciforme di cui soffre da quando è nato, come ha spiegato il suo agente con un comunicato ufficiale. Non è ancora chiara, però, la causa ufficiale che abbia causato la crisi: "È con estrema tristezza e incredulità che confermiamo la mosrte del nostro caro amico Albert Johnson, meglio conosciuto da milioni di fan in tutto il mondo come Prodigy del leggendario duo hip hop Mobb Deep. Vogliamo ringraziare tutti quanti per il rispetto nei confronti della famiglia, in questo momento".

Il successo del gruppo

Prodigy è nato a New York e trovò il successo nei primi anni '90, quando assieme al rapper Havoc formò la band che da quel momento in poi pose le basi per il successo del genere con album e canzoni che sono nella storia del rap: da "Quiet Storm" con Lil Kim a "Shook Ones (Part II)" e "Hey Luv (Anything)" i due hanno scritto pagine importanti e sono stati premiati con dischi di platino, come avvenuto per "Murda Muzik" del 1999 e d'oro con gli album  "Infamy", "Hell on Earth" e "The Infamous" (che raggiunse la posizione 18 della Billboard 200). E proprio “The Infamous”, “Hell on Earth” e “Murda Muzik” sono considerati vere e proprie pietre miliari.

Gli anni in carcere

Il duo andò avanti per molti anni, sempre rispettati per il loro suono hardcore, ma non senza problemi, sia musicali (con Jay Z che li attaccò) che privati. Prodigy, infatti, fu anche arrestato e ha raccontato la sua esperienza in prigione nel libro "My Infamous Life: The Autobiography of Mobb Deep’s Prodigy", scritto nel 2011 in cui racconta la sua carriera, le baruffe in strada, la sua salute e la sua famiglia. Il carcere arrivò a causa di possesso di arma da fuoco nel 2007, che gli costò qualche anno di prigione che, disse, lo cambiarono definitivamente: "Mi fece realizzare la gravità della cosa, la realtà di quello che succede quando ti tolgono tutto: la mia carriera, la mia famiglia e la mia libertà" come disse in un'intervista all'Associated Press, specificando che fu costretto a separarsi dai due figli piccoli.

Il cordoglio del mondo del rap

E alla notizia della morte sono in molti a ricordare l'artista, da Nas che lo ha definito un vero e proprio Re del genere a Lil Wayne che dice che "il rap ha perso una leggenda" e l'eco della morte è arrivato anche in Italia con Baby K che scrive, riferendosi al post di Nas: "Se é vero questo post di Nas, l'intero mondo del Rap, e non solo, é in lutto".

🙏🏾 QB RIP King P. Prodigy 4 Ever

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Don't want to believe he's gone. Omg. RIP @prodigymobbdeep #QueensFinest

A post shared by Barbie® (@nickiminaj) on

Infamous. Goodbye Prodigy.

A post shared by Questlove Gomez (@questlove) on

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