E’ morto Enzo Jannacci
Dopo un lungo periodo di malattia di cui tutti erano a conoscenza, si è spento Enzo Jannacci, cantautore, attore, cabarettista e cardiologo milanese. Noto per il suo passato televisivo e musicale, nel quale collaborò con i più noti artisti della scuola milanese, da Gaber, col quale formò un sodalizio quarantennale, a Celentano, passando per Dario Fo, Renato Pozzetto e Teo Teocoli, pur non tralasciando altri personaggi che hanno segnato la storia della capitale del nord negli scorsi decenni, uno su tutti Beppe Violai. È ricordato come uno dei pionieri del rock ‘n roll italiano, insieme ad altri come Luigi Tenco e Little Tony. Muore all'età di 77 anni e di sicuro lascia un vuoto incolmabile, in virtù del ricordo dell'ironia e la sagacia che sempre l'hanno contraddistinto.
Il rapporto con Milano – Viscerale fu il rapporto con la città e con il suo dialetto. Jannacci scrisse buona parte dei suoi pezzi utilizzando il milanese puro o sfumature del dialetto. Inoltre i riferimenti geografici e culturali sono una costante. Senza mai rispettare schemi fissi, si è sempre reso celebre per lo sfondo surreale sul quale la sua creatività si è sempre mossa, non lasciando mai spazio alla prevedibilità, a canoni fissi.
Le canzoni più celebri – Sono pressoché innumerevoli i successi che Jannacci è riuscito a realizzare, senza che un motivo o un genere musicale fosse predominante sugli altri. Alcune opere più delicate, intime e di nicchia, a modo loro capolavori come Giovanni telegrafista o Vivere fino ad altri successi divenuti veri e propri tormentoni nazional popolari, ma sempre dotati di una delicatezza ed un'ironia nella composizione ammirevoli. Come scordare Vengo anch'io no tu no, Quelli che…, El portava l scarp del tennis.