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Dolores O’Riordan, il chitarrista dei Cranberries ricorda il loro primo incontro

È uscita una nuova versione di “Everybody Else Is Doing It, So Why Can’t We?”, album che diede la popolarità mondiale ai Cranberries capitanati da Dolores O’Riordan, la cantante morta lo scorso gennaio. Il chitarrista Noel Hogan ha ripercorso quegli anni e l’incontro con la cantante, fino alle ultime chiamate prima del decesso.
A cura di Redazione Music
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Dolores 'O Riordan (Getty Images)
Dolores ‘O Riordan (Getty Images)

Qualche giorno fa, i Cranberries hanno pubblicato un'edizione deluxe del loro album d'esordio "Everybody Else Is Doing It, So Why Can’t We?", uscito esattamente 25 anni fa, dando alla band irlandese, capitanata dalla voce di Dolores O'Riordan, la fama internazionale, anche grazie a singoli come "Linger" e "Dreams" che sarebbero diventati cavalli di battaglia di una band che ha segnato la Storia del rock anni '90 e che pochi mesi fa ha vissuto la tragedia di vedere morire la O'Riordan, fondatrice, cantante e anima della band, morta lo scorso 15 gennaio per annegamento avvenuto a seguito di un’intossicazione da alcol, la cantante infatti era nella vasca quando è stata colpita dall'intossicazione. La notizia, arrivata mesi dopo la morte, ha spazzato via le voci sul presunto suicidio, che aveva cominciato a girare fin da subito. "Everybody Else Is Doing It, So Why Can’t We?" è uscito nel 1993 e adesso rivive in un'edizione aggiornata e arricchita, uscita lo scorso 19 ottobre, e così oltre a un remastering dell'album originale aggiunge le B-Side “Liar”, “Where You Were”, “Them”, outtakes, l'EP "Uncertain" del 1991, demo – compreso del materiale di quando la band si chiamava Cranberry Saw Us e delle versioni live mai ascoltate prima.

Il silenzio iniziale e il successo della band

In un'intervista a Rolling Stone, in occasione dell'uscita di questa nuova edizione dell'album, il chitarrista Noel Hogan ha ricordato quello che successe nei giorni immediatamente successivi alla pubblicazione, quando la band era convinta di essere andata a sbattere contro un fallimento: "L'album uscì e scomparve senza lasciare traccia, così pensammo ‘Ok, è andata'"), con date non pienissime e l'attesa di una chiamata dell'etichetta che gli confermasse che la loro avventura assieme sarebbe finita là. Invece la telefonata arrivò, ma fu per raccontare la svolta, perché le collage radio americane avevano cominciato a trasmettere i singoli dell'album creando un enorme chiacchiericcio attorno a questa band europea, motivo per cui l'etichetta li chiamò e li mise su un aereo per gli States, dove cominciarono a suonare live: Ci fu detto di interrompere il tour che tenevamo e volare in America (…) il giorno dopo andammo a Denver e ci esibimmo nel primo concerto americano, aprendo i The The. Uscimmo sul palco, la prima sera e tutti, nel teatro, conoscevano le nostre canzoni. Da quel momento cambiò tutto". E infatti l'album vendette oltre 6 milioni di copie in tutto il mondo diventando band di riferimento di quegli anni e permettendogli di pubblicare, nel 1994, "No Need to Argue", album che conteneva "Zombie".

Il primo incontro con la O'Riordan

Hogan ricorda anche la prima volta che incontrò la O'Riordan, era domenica pomeriggio, la band cercava una cantante dopo l'abbandono del precedente, Niall Quinn che dava la voce a una band che era completamente diversa da quella che avrebbe ottenuto il successo mondiale e come spesso succede fu proprio Niall a suggerire un'amica della fidanzata: "Niall venne con Dolores quella domenica e ricordo che era emozionatissima e di poche parole. Una ragazza tranquilla, non quella che tutti impararono, poi, a conoscere. Arrivo in quella che era un gruppo di ragazzini seduti lì e deve essere stato veramente intimidita, ma lei cantò un paio di canzoni scritte da lei e rifece ‘Troy', una canzone di Sinead O'Connor, poi noi suonammo alcune cose, compresa una versione strumentale di ‘Linger'. Ero sorpreso che non cantasse già in una band".

Gli ultimi giorni di Dolores

Il chitarrista racconta anche che con la O'Riordan era tornato a sentirsi praticamente ogni giorno per completare l'album: "L'estate scorsa cominciammo a scrivere quello che sarebbe stato il prossimo – e l'ultimo – album dei Cranberries, che finimmo poche settimane dopo. Per questo motivo parlavamo continuamente, sia per telefono che per email. Ci siamo sentiti praticamente fino al giorno della sua morte quando avevamo discusso di quando ci saremmo visti per entrare in studio a registrare, dal momento che avevamo tutte le canzoni scritte. Ecco perché quando mi arrivò la notizia mi resi conto che qualcosa non quadrava".

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