Diario: Una sotto il cielo di Parigi
Caro diario,
è inutile, Parigi è Parigi!
Questa volta abbiamo viaggiato in autobus, per cui abbiamo attraversato il Belgio e parte della Francia. L'approdo in città è stato un po' snervante a dire il vero, perché siamo stati colti di sorpresa da un traffico mai visto e inaspettato che imperversava fitto e roborante. Ogni corsia delle grande strada era intasata da una massa impaziente di automobili a folle. Di sabato il mondo va a Parigi! Per fortuna appena siamo scesi dal nostro gigante bruco rotante, siamo stati avvolti da una tenera carezza di sole, alto, sicuro e splendente. Questo cielo azzurro, ho pensato, sarà un premio, un segno che questa giornata sarà indimenticabile.
L'eccitazione infatti ha immediatamente preso il posto della stanchezza. Ancora digiuni abbiamo preso la metro e camminato lungo il quartiere Jourdain, un quartiere colorato, vitale, animato e piuttosto popolare. CiaoGnari, il piccolo locale che ci ospita è gestito da Mirco e Roberta, due ragazzi bresciani che solo due anni fa, hanno deciso di voltare pagina e senza conoscere nemmeno una parola di francese si sono letteralmente tuffati in questa avventura. Gentili e loquaci, attenti all'arte e alla musica, ci hanno preparato un piatto di pasta con le verdure scottate, mentre ci perdevamo nei racconti di ciò che comporta fare il musicista, delle gioie e dei dolori di questa fede e passione, e poi loro di com'è stato l'impatto con una città come Parigi, la capitale della bellezza, del cibo, della moda e dei profumi.
Il tempo è sempre poco e non siamo riusciti a fare un giro in città, ma per fortuna il locale si popola di persone che amano raccontarsi e così, attraverso le loro storie, sono entrata nell'anima di Parigi e carpirne l'essenza. Il concerto è iniziato alle nove in punto, l'atmosfera è intima ma frizzante, anche qui gente di ogni età, particolarmente attenta ai testi e predisposta a chiudere gli occhi e battere le mani. Sai diario… Per qualche secondo ho sognato di essere Edith Piaf, tutto attorno a me rendeva quasi reale questa fantasia, i tappeti, le lampade, i divani di velluto, il vino buono, le gote rosse della ragazza senza scarpe, l'atmosfera eterea e quasi irreale di un luogo dipinto di magia, su una tela senza tempo dal nome: Parigi!