Demi Lovato: “Pensavo di morire giovane, non credevo di arrivare ai 21 anni”
Demi Lovato ha presentato ieri, durante il concerto che ha tenuto ad Atlanta per il tour "Future Now", una canzone nuova, intitolata "Body Say". Un regalo per i suoi fan, anticipato dalla cover del singolo che la ritrae in bianco e nero di spalle, senza reggiseno – gettato sul letto -, su un letto, con le mani dietro testa. Demi Lovato è anche la nuova protagonista della copertina della rivista American Way, il magazine della American Airlines, in cui ha parlato del suo corpo, appunto, e dei problemi che ha dovuto affrontare in passato. Da qualche mese la cantante americana sta portando avanti un discorso molto ampio sul corpo che partì in maniera più sistematica quando durante un'intervista con Vanity Fair scelse improvvisamente di fare uno shooting nuda e senza trucco a patto, però, che il fotografo non ritoccasse i ritratto con Photoshop, permettendo a chiunque di vederla senza trucchi. Da quel momento sono varie le occasioni, comprese quelle pubblicitarie, in cui la Lovato ha voluto parlare di immagine, benessere e dei problemi alimentari vissuti qualche anno fa.
Dipendenze, bulimia e rehab
"Ho vissuto velocemente e stavo per morire giovane. Non credevo di arrivare a 21 anni" ha dichiarato ad American Way a cui ha rivelato che il padre era bipolare e la madre era bulimica e quell'esempio le ha segnato l'esistenza: "Anche se avevo solo 2 o 3 anni, crescere con qualcuno che ha disordini alimentari è difficile che non ti influenzi". La cantante ha raccontato di come a 9 anni abbia cominciato ad "abbuffarsi di cibo" e a 12 a procurarsi tagli sulle braccia, appesantita anche da una carriera cominciata in tenera età visto che diventò presto uno dei volti Disney più amati.
Un'adolescenza non semplice visto l'ambiente molto competitivo in cui si trovò, che la portò anche ad abusi e dipendenze di alcol e droghe al punto da dover entrare in rehab nel 2010, quando un amico quasi la obbligò. Fu là che le furono diagnosticate un disturbo bipolare e la bulimia e per un anno fu costretta a stare lontana dai riflettori. Proprio a causa di quella esperienza oggi la Lovato dice:
Più parli delle malattie mentali, meno queste diventano un tabù. Come popstar posso dire ‘Ragazzi anche io ho un disordine bipolare e non c'è niente di cui vergognarsi'.
L'aiuto dato ai fan
È stato un periodo in cui si sentiva in difficoltà per le responsabilità che il suo ruolo le comportava, ma oggi, dice, va molto meglio, è parte della sua vita e sono gli stessi fan a rivolgersi a lei e ringraziarla per le sue parole e per quello che fa: "Mi dicono che li ho aiutati a superare questa difficoltà. Grazie a me hanno smesso con l'autolesionismo o con gli abusi. Sentire queste cose dà alla mia vita un nuovo significato". Lo scorso marzo ha festeggiato i 4 anni di disintossicazione, l'ultimo drink, infatti, risale al 2012 e ancora oggi partecipa agli incontri degli Alcolisti Anonimi.