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Dadà a X Factor 2022: “Fedez mi ha lasciato carta bianca: non era scontato, è stato un gesto nobile”

Dadà è stata una delle protagoniste di X Factor 2022, anche solo per tre puntate live, mostrando spirito d’iniziativa e contaminazione. Qui l’intervista.
A cura di Vincenzo Nasto
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Dadà 2022, foto Comunicato Stampa
Dadà 2022, foto Comunicato Stampa

Dadà, nome d'arte di Gaia Eleonora Cipollaro, è stata una delle protagoniste di X Factor 2022. Una stella che non ha avuto bisogno di luci esterne, transizioni vocali che hanno lasciato nel pubblico una sorta di spaesamento iniziale. Ma tutto ciò che è arrivato poco dopo, lasciandosi muovere dai fili intricati delle sue sperimentazioni è originalità. Limitata dalle esibizioni dopo aver avuto il Covid dopo la prima puntata, l'artista napoletana ha vissuto intensamente il processo, consapevole di "dover combattere un pregiudizio, non un limite": quello del dialetto. Si esibirà il prossimo 31 dicembre sul lungomare di Napoli e sembra esser la sfida più adatta per un'artista che riconosce nella propria territorialità, il senso estremo della sua musica. L'intervista a Dadà qui.

Come definiresti la tua musica?

Colorata, non sento vicinanze con un genere particolare. Se dovessi definirla, potrebbe essere world music, ma è davvero molto contaminata. Potrebbe sembrare un arcobaleno, sia per i suoi colori, sia per l’origine del mio percorso, che nasce in un momento molto particolare.

Facciamo un gioco: ti propongo tre artisti e mi dici cosa hanno significato per te. Il primo è Renato Carosone.

Carosone lo ritengo un artista molto importante. Da piccola, mio padre cantava i suoi grandi successi, mentre io lo odiavo. Soprattutto quando le cantava in pubblico. Poi Carosone è ritornato nella fase adulta della mia vita, alcune volte penso che vorrei esser stata sua moglie.

In che modo ti ha influenzato?

Prendo molta ispirazione da lui, ma soprattutto mi affascina che ha rotto la barriera della canzone d’autore, che grazie a lui, non deve avere per forza connotazioni malinconiche. Nell’epoca del bel canto italiano, ha rotto gli schemi, unendo una cultura infinita jazz con quella popolare.

Invece Stromae?

Sono legata a lui da un ricordo lontano: quando ero in gita da piccola agli scavi di Pompei, ho sentito per la prima volta un suo brano e ne sono rimasta affascinata. Poi ci siamo persi di vista, ma è ritornato nel mio racconto quando devo spiegare alle persone perché per me il dialetto non è limitante.

E l'ultimo è Big Fish.

Big Fish per me rappresenta l’inizio. Sono nata e cresciuta con la musica classica e mi sono sempre “conservata”. Poi l’ho contattato su Instagram, facendogli sentire alcuni miei brani. Cinque minuti dopo mi ha chiamato e mi ha detto che gli piaceva cosa aveva sentito, che stavo creando qualcosa di particolare e che avrebbe voluto aiutarmi a esprimermi, a sbocciare. È raro trovare persone che si fidano di una tua visione, soprattutto se nessuno ti conosce ancora.

Rispetto agli altri concorrenti, sentivi di avere una direzione musicale già ben definita?

Probabilmente, rispetto ad altri che erano entrati già in circuiti e in tv, ero nuova a queste dinamiche. Per quanto riguarda la direzione musicale, anche se poteva sembrare il più delineato, era comunque quello più in contrasto, anche solo per la presenza del dialetto. Ammetto di aver avuto paura all’inizio. X Factor per me è stata una lavatrice con cui contaminare tutti, un rimescolamento su più piani.

Cosa ti ha permesso di raggiungere un contesto come quello di X Factor?

Mi sono abituata a lavorare in questi contesti. Vengo dal sud e lo sforzo è sempre maggiore, non per stereotipi, ma è la verità. Non sento di aver arricchito particolarmente il mio bagaglio, ma la trasmissione mi ha permesso di accorgermi di ciò che ho e di ciò che non ho. È un’immagine che mi porterò dentro, basta vedere il mio sorriso durante la trasmissione: in relazione alla persona ansiosa che sono, mi ha sorpreso.

In che modo Fedez ti ha accompagnato in questo percorso?

Avrei potuto arricchire in maniera maggiore la mia esperienza, purtroppo quest’edizione è stata diluita dal Covid, l'ho preso nella prima puntata e sono stata male anche dopo. In generale, però, sono molto contenta perché il mio è un progetto particolare: la cosa che ha fatto Fedez è riconoscere in maniera silente la mia realtà. Non è scontato che una personalità del genere lasci carta bianca. È stato un gesto nobile. Poi chissà cosa sarebbe successo.

C'è stato un momento in cui hai pensato di non esser riuscita a mostrare pienamente il tuo immaginario? Hai qualche rimpianto da questo punto di vista?

Credo di essere stata tra le poche artiste a reagire con il sorriso sempre, anche all’eliminazione. È normale che con Fedez avevamo preparato molte cartucce per il nostro percorso, un’ipotetica strategia. Avevo fatto tante proposte, accettate con entusiasmo. Sarebbe stato bello esibirsi perché in un contesto del genere hai la possibilità di sfruttare il palco, coreografie e vestiti, fondamentale per una musica “teatrale” come la mia.

Pensi che il dialetto possa aver diminuito le possibilità di allungare il tuo percorso?

C’è una metafora che utilizzo per raccontare il mio percorso. Una volta che giro per scoprire la mia città, quando si fa sera, voglio tornare a dormire a casa nel mio letto o dormo fuori alla porta, solo per dimostrarlo agli altri? Io voglio dormire nel mio letto.

Una scelta limitante per il grande pubblico?

Quant’è faticoso limitare il nostro accento? Mi ha lasciato interdetta il giudizio delle persone sui social, accorgendomi di non dover combattere un limite, ma un pregiudizio. Il dialetto non è assolutamente un limite, anche perché mi restituisce immagini teatrali che non potrei toccare in altro modo. Io sono un’autrice anche in italiano con Big Fish.

Il prossimo 31 dicembre ti esibirai a Napoli, sul lungomare. Come ti fa sentire avere questa opportunità?

Sono molto emozionata, più agitata sicuramente di X Factor. In molti dal sud, durante la trasmissione, mi hanno ringraziato per aver aperto una porta, un genere. Dall’altro lato c’è un’artista napoletana che va a giocare a casa sua. Sono molto agitata, già partendo banalmente dal vestito. Per me è un appuntamento fondamentale e spero ci sia il colpo di fulmine con il pubblico.

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