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Le pagelle del terzo live di X Factor 2022: elogio a Dadà, vittima della sperimentazione

X Factor 2022 è ancora il regno della meritocrazia? Forse no, e l’eliminazione di Dadà potrebbe essere la prima conseguenza. Qui le pagelle del terzo Live.
A cura di Vincenzo Nasto
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Gaia Eleonora Cipollaro, in arte Dadà 2022, foto di Twitter Account @XFactor_Italia
Gaia Eleonora Cipollaro, in arte Dadà 2022, foto di Twitter Account @XFactor_Italia
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Un’altra settimana è passata, e questa volta il terzo live di X Factor 2022 ci regala la prima sorpresa: una doppia eliminazione che coinvolge Matteo Orsi, ma soprattutto Gaia Eleonora Cipollare, in arte Dadà. I due vengono eliminati nella serata aperta dal “Fluo” pop di Sangiovanni, ma soprattutto dall’ascesi di Yungblud a icona rock degli anni ’80, soprattutto quando recita: “Il rock non è morto”. Il tono sembrava anticipare altre inenarrabili verità sul mondo, ma Francesca Michielin ha una trasmissione da portare avanti, quindi magari la prossima volta. Piccola mossa autoriale si intravede nella polarizzazione dei giudici contro Fedez, che gestisce gli attacchi, incassa e mantiene due concorrenti su tre, tra cui Linda Riverditi: la giovane cantante ha settato gli standard dell'edizione e stanno già cadendo i primi corpi dietro di lei, in maniera affannosa: stavamo parlando di Matteo Orsi?

Le pagelle del terzo live di X Factor 2022

Dargen D'Amico voto 6,5: Nella compagnia dell'anello, Dargen D'Amico ricorda John Rhys-Davies nei panni di Gimli. Ha la netta sensazione di poter osare e lo fa senza paura, lanciandosi in simpatiche invettive nei confronti di Fedez, che cerca di smorzare l'entusiasmo sui suoi concorrenti. Esemplare la scelta di proteggere i Disco Club Paradiso dopo un'esibizione altalenante e il commento di Fedez: "Un pot-pourri di troppe cose messe insieme male, il liscio e Manu Chao e Nek". Tira in ballo la hit estiva "La dolce vita": "Non puoi fare due pesi e due misure, proprio tu che hai passato l'estate con una canzone anni Sessanta", canticchiando pure il ritornello.

Disco Club Paradiso voto 5: "Laura non c'è" e meno male. La scelta, coraggiosa, di invitare a un addio al celibato Nek, Manu Chao e gli Extraliscio non paga i dividendi. Si ritorna all'annosa questione dell'animazione turistica: i Disco Club Paradiso sono una gioia da vedere sul palco, l'energia che il pubblico cercava all'inizio della puntata, ma è davvero questa la direzione di cui hanno bisogno?

Beatrice Quinta voto 5,5: "Fiori rosa, fiori di pesco" di Lucio Battisti, se non fosse per un'interpretazione abbastanza anonima, avrebbe potuto scaldare il cuore del pubblico, in un'edizione a cassa dritta del brano, che potrebbe diventare da un momento all'alto uno degli highlight della carriera di M¥SS KETA. La verità è che Beatrice Quinta ci sta provando in tutte le salse, e l'equilibrio con cui non cerca di scivolare nel vilipendio di un brano di Battisti è da ammirare. Mezzo punto in più.

Matteo Orsi voto 4,5: Appena qualche settimana fa si discuteva su quanto pesasse l'aspetto emotivo nelle interpretazioni di "En e Xanax", di "Il posto più buio", come per "Take on Me": Matteo Orsi sembra non essere uscito dall'emotività della musica da camera, anzi non sembra essere uscito dalla propria cameretta. Questa settimana è fatale per lui, che abbandona con il capolavoro di Luigi Tenco: "Mi sono innamorato di te".

Fedez voto 6,5: Fa coppia con Dargen D'Amico sul voto, ma esattamente per i motivi opposti: l'accelerazione avvenuta questa settimana sul banco dei giudici lo vede protagonista, anche in una tecnica narrativa polarizzante che potrebbe andargli a discapito. Ma in Italia, se parliamo di comunicazione, c'è qualcuno ai livelli di brand identity come Fedez? Poco probabile, e questo, come affermato in passato, lo lancia di diritto alla vittoria finale: perde Dada, pagando troppo caro il pedaggio questa volta, soprattutto nella proiezione inediti di settimana prossima.

Omini voto 6: Fanno il giusto per salvarsi e arrivare alla prossima settimana senza doversi preoccupare dell'eliminazione. La scelta di "Brainstorm" degli Arctic Monkeys li sorride, ancora una volta, ma adesso il varco sarà l'inedito. Per potersi giocare le proprie carte fino alla fine serve una "Zitti e buoni" d'annata e il percorso fino a ora suggerisce che il tentativo verrà fatto.

Linda Riverditi voto 6,5: Per l'ennesima volta non è la migliore della puntata, ma gli standard qualitativi settati in questa edizione portano la sua firma. Anche questa volta si cimenta in un brano che presenta un ritmo rischioso da affidare al pubblico in prima serata, e invece se ne esce con una "Still Don't Know My Name" dei Labirinth di grande valore. La curiosità per il suo inedito, e per quello dei Santi Francesi, manda avanti la trasmissione in questo momento.

Dadà voto 7: "Je te vurria vasà", anno 1900, autore Eduardo di Capua. Potremmo finire qui i commenti e invece l'interpretazione della cantante è strabordante nel suo equilibrio: in uno dei brani di più difficile interpretazione, Dadà si prende la libertà di starci dentro senza l'ossessione della replica. E forse sta proprio in questo la forza di una giovane autrice che ha sperimentato: mantenersi su una corda, quella vocale, in equilibrio, lontana anni luce da ciò aveva mostrato in precedenza. Viene eliminata con Matteo Orsi e i dubbi sul suo inedito potrebbe diventare il rimpianto lancinante dell'edizione. Siete davvero così sicuri che di Dadà non ci sia bisogno?

Ambra voto 4,5: Non pervenuta, e lo si legge anche nei silenzi e nelle attese degli altri giudici. La scelta di muovere il banco sembra non interessarle, e mantenere in questo momento i due concorrenti, con le unghie e con i denti, è ciò che la tiene a galla.

Tropea voto 7,5: "Se odiare è un crimine, il prezzo è uguale. E fa male e vedo te, io e te, niente conta in fondo". Gli anni '90 ritornano sul palco di X Factor con la miglior interpretazione della serata: "Luna" dei Verdena, interpretati dai Tropea. Un colpo di reni per il gruppo di Ambra che sembravano essere un po' scivolati nell'ultima puntata, ma che si riprendono con un'esibizione da brividi. L'arte di raccontare attraverso le immagini, in un contesto del genere, anche scenografico, sembra facile, ma non lo è.

Lucrezia voto 5,5: L'altra faccia della medaglia di Ambra si chiama Lucrezia: è difficile ancora valutare la proiezione della giovane cantante al di fuori del talent televisivo. Lo stratagemma "Caterina Caselli" e la sua "Insieme a te non ci sto più" non funziona, anche se la scenografia riprende una delle performance artistiche maggiormente in tendenza nelle ultime settimane. Rincorrersi, ma poi perché?

Rkomi voto 5,5: Parlando di chi si sta adattando pian piano al programma, il furore con cui lo abbiamo visto difendere Joélle dallo stratega Fedez, Rkomi non lo aveva ancora mostrato. Come ha mostrato in un video di backstage Chiara Ferragni, la discussione tra i due si è animata anche a telecamere spente, con evidenti gesticolazioni. Nel frattempo porta al prossimo turno i suoi due concorrenti, baciando la dea bendata che ha preferito la stessa Joélle a Dadà.

Santi Francesi voto 6,5: Come per Linda Riverditi, anche i Santi Francesi non sono, anche per questa settimana, i migliori del coro. La loro esibizione con "Ti voglio" di Ornella Vanoni ha due lati della medaglia: da una parte li spinge, ancora una volta, a osare con la propria interpretazione. Dall'altra non possiamo constatare l'effetto ascendente delle passate interpretazioni, in cui la trasformazione del brano aveva la loro firma digitale. Qui bisognava domandarsi se la scelta di Ornella Vanoni, avrebbe lasciato quello spazio vuoto da riempire con la propria interpretazione. Forse no.

Joélle voto 5: Che sia il pubblico, i giudici, qualche figura lì dall'alto, ma Joélle è l'impiegata fortunata del mese. Protetta da Rkomi, sull'attacco "telefonico" di Fedez (che avrebbe avuto anche le sue ragioni) si mostra questa settimana con "Summertime Sadness" di Lana Del Rey: niente di più di quello che ci si aspettasse ed è questo il problema. Arriva alla manche d'eliminazione e viene preferita a Dadà: adesso bisognerà dimostrare con il proprio inedito che c'è altro dietro la linearità vocale e la mimica facciale.

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