video suggerito
video suggerito

Contro la legalizzazione della marijuana: il gusto di Povia per la provocazione

Povia torna a parlare di ‘temi sociali’ con lo stile che lo caratterizza, tra lo scherno, il canzonatore e il complottista. Tocca a chi vuole la legalizzazione delle droghe leggere subire le ironie del cantante che però mescola un po’ di piani e perde uno dei punti fondamentali della discussione.
A cura di Francesco Raiola
179 CONDIVISIONI
Video thumbnail
Immagine

Che la marijuana tiri lo dimostrano le 27 milioni di visualizzazioni che J-Ax ha fatto con Maria Salvador, il pezzo più ascoltato di questa prima parte di estate in Italia. Ventisette milioni che crescono giorno dopo giorno, per una canzone che è ormai diventato una sorta di manifesto per chi vuole la liberalizzazione delle droghe leggere. Ovviamente esiste anche una fazione che è contro, un po' come gli schieramenti politici. E c'è chi, come Povia, dopo essere diventato portavoce musicale dei cosiddetti ‘complottisti' (quelli, cioè, che – semplificando molto – credono che il mondo sia retto da un Nuovo ordine mondiale, dai rettiliani e simili), tenta anche di porsi come il cantore degli anti legalizzazione, con una canzone che fa il verso ai ‘bimbiminkia' (li definisce proprio lui così) che fanno uso di marijuana.

La droga, ma anche la disoccupazione e l'uscita dall'Euro

Un pezzo che confonde un po' mescolando temi che paiono (dal pezzo) slegati tra loro come la disoccupazione e uscita dall'Euro. Un calderone che mescola un po' di stereotipi sulla droga leggera, senza affrontare alcuni dei punti di chi lotta per la legalizzazione (come quello di levare il commercio dalle mani della malavita), facendo credere che vi sia un legame tra questa proposta di legge e il risanamento del debito che si avrebbe con ‘il ritorno di una moneta sovrana'. Insomma, l'ennesima occasione per ribadire alcune delle sue battaglie, come quando canta:

Il problema non è legalizzare o no le droghe leggere, perché le droghe sono droghe tutte e sono armi del potere

Povia, poi, butta giù l'asso nella manica, ovvero l'esperienza personale, l'uso delle droghe che lo stava uccidendo (non specifica quali droghe) prima dell'ingresso in comunità. Non è dato sapere a chi ascolta se stesse rischiando la vita per colpa della marijuana (cosa difficile) o droghe sintetiche, ad esempio, se fosse eroina o chissà cosa. Infine, poi, utilizza il classico meccanismo delle ‘mani avanti', specificando che gli toccheranno gli insulti. Ma le verità, si sa, sono combattute dal potere, e Povia ne ha fatto un cavallo di battaglia.

Cosa dicono numeri e dati sulle droghe

Ma una canzone, ovviamente, può essere slogan, e starebbe a chi l'ascolta cercare di informarsi per capire se quello che si dice sia giusto o meno. Fanpage.it, ad esempio, porta avanti da tempo una campagna a favore della legalizzazione delle droghe leggere, e lo fa portando dati e numeri. In un editoriale del direttore Francesco Piccinini, infatti, si spiegava come, dati alla mano, come questa fosse una faccenda di salute, certo, ma anche di mafia:

Un solo dato mette tutti d’accordo: di marijuana non si muore. A dirlo non è una comunità reggae ma il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie del governo Usa che pubblica una statistica sulle morti per droga negli Stati Uniti: a fronte di 480 mila persone decedute a causa del fumo di sigaretta e le 26 mila a causa dell’alcol, le morti per consumo di cannabis sono state zero (i dati si riferiscono al solo anno 2011).

Di cannabis non si muore. O meglio di cannabis “naturale” non si muore. Le uniche morti accertate derivano dall’utilizzo di cannabis sintetica, di supercannabis, ovvero di sostanze chimiche prodotte dalla malavita organizzata per aumentare i profitti e abbassare i costi.

Il gusto per la provocazione

Ma per chi ha seguito un po' il percorso del cantante, sa che ormai la polemica e la provocazione sono un po' il suo cavallo di battaglia, partendo ad esempio dal grande successo di ‘Luca era gay', un pezzo che trattava l'omosessualità come qualcosa che si potesse guarire (manco fosse una malattia), fino, appunto, alle battaglie ‘complottiste'. E anche questa volta l'intento è ‘informativo' ma soprattutto virale. Insomma, ‘falla girarla!!!1!!1!1!1'.

179 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views