13 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Concerto Primo Maggio Roma, Bonelli: “Uniamo il Lavoro al racconto della nuova musica italiana”

Mancano poche ore all’inizio del Concertone del Primo Maggio di Roma e abbiamo chiesto all’Organizzatore Massimo Bonelli di spiegarci questa nuova edizione.
A cura di Francesco Raiola
13 CONDIVISIONI
Immagine

Il concertone di Roma non ha bisogno di molte presentazioni. Da anni, ormai, l'evento organizzato dalle tre maggiori sigle sindacali è uno degli appuntamenti fissi per quanto riguarda il Primo maggio e per la musica. decine di artisti, infatti, si alternano sul palco di piazza San Giovanni per portare l'attenzione sul lavori e, in particolare, per quanto riguarda quest'anno, per la sicurezza sul lavoro.Tra i protagonisti dell'edizione di quest'anno, oltre ai presentatori  Ambra e Lodo de Lo Stato Sociale, ci saranno Max Gazzè, Carmen Consoli, Fatboy Slim, Sfera Ebbasta, Francesca Michielin, Ultimo e Zen Circus tra gli altri: abbiamo chiesto all'organizzatore, Massimo Bonelli di iCompany, cosa ci si potrà aspettare da questa nuova edizione.

Bonelli cosa si può dire che non è stato ancora detto del Concertone del Primo maggio di Roma? Cosa succederà in questa nuova edizione di un evento ormai rodato?

C'è qualche piccola novità dell'ultima ora che sarà divertente ma il cast è tutto quello che abbiamo annunciato, mentre la scaletta chiuderemo il 30 mattina come di consueto e ultimi dettagli Quest'anno la novità principale è legata al taglio del cast, alla linea editoriale, penso che siamo andati diritti verso un obiettivo preciso, ovvero raccontare la musica attuale, italiana, nuova, che sta spopolando, con un metodo nuovo rispetto al passato, una modalità rivoluzionaria, sganciata dalle logiche del mercato, ma va da sé attraverso canali che si creano direttamente gli artisti, quindi è la musica che vince sul marketing. Questo è un fenomeno che sta avvenendo oggettivamente e noi semplicemente rappresentiamo sul palco del Primo Maggio.

Però il primo maggio è sempre stato un luogo in cui c'è stata attenzione alle nuove realtà, certamente questo è un anno particolare, viene in un momento storico in cui ciò che era considerato indie, fino a pochi mesi fa, è poi diventato, come dire, mainstream…

Sì, c'è sempre stata questa tendenza, certo, soprattutto negli anni '90: io ricordo che  al concertone andavo ad informarmi rispetto alle nuove tendenze, perché trovavo, soprattutto nel pomeriggio, i gruppi che poi mi sarei trovato d'estate nei festival e sarebbero esplosi di lì a pochi e pensavo che quello che veniva scelto per quel palco fosse un po' l'avanguardia della musica italiana e così avveniva. Poi con gli anni quest'attitudine, che non è mai tramontata del tutto, è un po' scemata, altrimenti non si spiegherebbe la canzone di Elio e le storie tese che in qualche modo gioca sulle scalette del Primo maggio e il cast del 2018 è un cast che smentisce quella canzone e torna a rappresentare veramente e fotografare in maniera attendibile quello che gira nelle orecchie dei ragazzi.

Come viene bilanciato il messaggio sociale che questa giornata porta con sé?

L'idea di partenza del concerto è proprio il momento di svago, di divertimento attraverso il quale veicolare dei messaggi, cosa che avverrà anche quest'anno. È chiaro che il concetto su cui si basa questa idea è che nel momento in cui ci si diverte, si balla e si canta si è anche predisposti ad accogliere il diverso, l'altro, quindi è un buon momento per veicolare contenuti ed è quello che viene fatto in maniera leggera, ma comunque incisiva, da sempre al concerto del Primo maggio, quindi anche quest'anno, dato il tema di partenza che è legato alla sicurezza sul lavoro ci saranno dei contenuti che racconteranno, tra un artista e l'altro, questo tema per sensibilizzare chi sarà presente in piazza e chi lo guarderà in tv.

Se dovessi pensare a quali sono i risultati di un evento come questo, quali sono quelli che ti ritrovi il giorno dopo a testare con mano?

Beh, sai, la consapevolezza, da parte del mondo della musica, che esiste un posto come questo nel quale si può raccontare il nuovo senza avere paura della televisione, del fatto che siamo in diretta: sperimentare in una vetrina nazional popolare come la Rai, comeRai Tre, un live di otto ore. Questa è la grande forza del Primo maggio, che apre la stagione dei concerti, puntando sul nuovo e rischiando qualcosa.

Senti, ma visti i precedenti, un po' di paura della diretta continui ad averla?

In realtà io la paura la bilancio con l'incoscienza perché è un evento talmente grosso e complesso che se dovessi pensarlo razionalmente impazzirei, per cui me la vivo come se stessi giocando, sdrammatizzo tutto: questa è la mia ricetta, il mio antidoto.

Come mai avete scelto Ambra e Lodo? A proposito di imprevisti sul palco, tra l'altro…

Lodo è una scelta legata proprio a quello che stiamo facendo quest'anno, ovvero rappresentare la nuova musica italiana e l'esempio plastico della possibilità della musica che parte dal basso, parla di contenuti diversi e riesce a raggiungere la vetrina mainstream è proprio Lo Stato Sociale, ovvero un gruppo venuto al Primo maggio quasi da emergente, tornare nel 2017 da emersi e ora torna da trionfatore morale del Festival, insomma Lodo è un po' la personalizzazione del percorso del concertone. Ambra, beh, è una grande attrice e poi una figura legata alla mia generazione che poi nel corso degli anni si evolve e si implementa di capacità e duttilità, quindi diciamo che è una donna che ha attraversato la tv nazionale in modo splendido, riuscendo a restare assolutamente credibile, quindi è un po' la storicità del Primo maggio però con la gioventù che mantiene il primo maggio.

Qual è il momento che ricordi con più piacere? E quello con più timore?

Il momento che ricordo con più piacere è stato l'altra mattina quando è venuta Gianna Nannini in conferenza stampa e lei ha detto sì, ed è venuta da Londra apposta per stare con noi, siamo stati assieme e mi ha detto delle cose bellissime, le ha dette in pubblico, quindi questa cosa mi ha riempito di gioia e mi ha fatto capire che ho fatto la scelta giusta a fare questo mestiere. La cosa più ansiogena è stato nel 2015, al mio primo anno, quando scoppiò la polemica del presunto bacio gay, censurato, proprio de Lo Stato Sociale. Questo rapporto di amicizia con Lodo è anche un po' figlio di quel momento di tensione che vivemmo all'epoca e anche questo è un cerchio che si chiude bene e dà un senso a tutto quello che stiamo facendo.

13 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views