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Codacons contro Fedez, il rapper aveva “diritto di criticare” e viene richiesta l’archiviazione

Per “manifesta infondatezza della notizia di reato” viene richiesta l’archiviazione della querela per diffamazione presentata dal Codacons contro Fedez. Al centro, la risposta che il rapper diede all’associazione, attraverso un video pubblicato lo scorso marzo, quando scrisse di ‘volerci vedere chiaro sulla raccolta fondi avviata da Fedez e Chiara Ferragni’.
A cura di Eleonora D'Amore
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Update 11.50 – RICEVIAMO MAIL CODACONS E PUBBLICHIAMO ESTRATTO

Sul caso Fedez oggi il Codacons presenta formale opposizione alla richiesta della Procura di Milano di archiviare la querela mossa dall’associazione nei confronti del rapper. […] Con la nuova decisione della Procura di Milano, il Pm Gentilini sembra pericolosamente autorizzare chiunque a offendere e insultare, ritenendo che l’espressione usata da Fedez “potete andare a fare in culo” “esclude la carica offensiva delle espressioni quali quelle usate dall’indagato” perché “i soggetti interagiscono in posizione di parità” SIC!! Parità decisamente inesistente dal momento che Fedez su Instagram conta ben 11,3 milioni di follower!! E non ha il diritto di critica (sulla base del quale il Pm Gentilini ha ritenuto di assolvere il rapper) che spetta solo ai giornalisti. […] Contro la richiesta errata del Pm di Milano l’associazione propone ora opposizione dinanzi al Gip cui spetta l’ultima parola. Tutto ciò mentre il rapper dovrà comparire il prossimo 1 febbraio dinanzi al Tribunale civile di Roma per rispondere della richiesta di danni nei suoi confronti presentata dal Codacons.

Richiesta di archiviazione per l'accusa di diffamazione

Il pubblico ministero Francesca Gentilini ha fatto richiesta di archiviazione per Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, in merito all'accusa di diffamazione sollevata nei suoi confronti dal Codacons lo scorso mese di maggio. "La proposta del Codacons sarebbe quella di bloccare tutte le raccolte fondi private" aveva detto il rapper in un video "Cioè tutti i milioni di euro raccolti per aiutare gli ospedali pubblici, cancellarli e stopparli. Io sono allibito, qualcuno li fermi", in risposta al ‘volerci vedere chiaro sulla raccolta fondi avviata da Fedez e Chiara Ferragni‘ che l'associazione aveva avanzato come proposito, insieme ai forti dubbi nei confronti della trasparenza della piattaforma Gofundme, sulla quale i Ferragnez stavano operando.

Sull'accusa di voler "bloccare le raccolte fondi private", il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, era intervenuto subito di taglio: "Ma quando mai. Noi abbiamo chiesto con un atto formale al governo che i soldi siano versati direttamente sul conto della Protezione Civile, perché almeno è un ente pubblico, e non si rischia che i privati non le destinino a chi devono" e si era poi rivolto a "un signore, che credo sia un cantante" parlando di "gente che passa la vita dentro un armadio o in alberghi di lusso, vendono l'immagine di un bambino di due anni contro tutte le norme internazionali a tutela del fanciullo e che si vende l'acqua della fontana a 9 euro al litro: non mi sembra ci sia altro da aggiungere". Il pm milanese ha spiegato che il Codacons ha ritenuto di essere stato offeso e sottoposto da Fedez a "una vera e propria gogna mediatica" dopo la diffusione del suo video Instagram, motivando la cosa "in modo assai confuso, contorto e per certi aspetti non aderente agli stessi fatti allegati o dedotti".

Stando sempre alle parole del Pm, Fedez avrebbe invece dato una "giustificabile, pertinente e continente risposta all’iniziativa del Codacons", che avrebbe mirato in qualche modo a paralizzare la raccolta dei Ferragnez per l'ospedale in Lombardia. Si chiude così, con una richiesta di archiviazione "per manifesta infondatezza della notizia di reato", la querela per diffamazione presentata dal Codacons contro Fedez, con la legittimazione del "diritto di critica" ricondotto al noto rapper. Se vorrà, l'associazione potrà opporsi all'archiviazione.

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