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Claudio Baglioni: “Ho ancora paura prima di esibirmi, è una gara con me stesso che non vinco”

Claudio Baglioni, nonostante una lunga carriera alle spalle, vive ancora l’ansia da palcoscenico: “Con il tempo la preoccupazione è aumentata, avverto ancora il bisogno di meritarmi il successo”. L’artista ha poi raccontato alcuni momenti della sua carriera e il rapporto con la famiglia.
A cura di Elisabetta Murina
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Claudio Baglioni si è raccontato in una lunga intervista a Repubblica. Il noto artista romano ha parlato della sua famiglia, padre brigadiere dei carabinieri e mamma sarta, della passione per la musica e della sua infanzia, vissuta nella periferia di Roma, nel quartiere Centocelle. Ancora oggi, dopo diversi anni di carriera, vive l'ansia da palcoscenico e affronta una "gara con me stesso", che però sente di non riuscire mai a vincere.

"Da giovane mi chiamavano Agonia"

Quando era più giovane, Baglioni veniva chiamato Agonia da "per via di un certo tono esistenzialista" nei confronti della vita. L'artista ha parlato degli anni della sua infanzia, vissuta nella periferia di Roma, insieme alla famiglia. La madre era un sarto, mentre il padre un brigadiere dei carabinieri: "Ho avuto una educazione rigorosa, severa. Mamma aveva un suo talento estetico, che mi ha trasmesso". Nel corso della sua vita, Baglioni ha sofferto di depressione: "Ogni tanto torna. Adesso però è un buon momento. Il dolore è una componente essenziale per un'artista, devi avere delle mancanze da riempire". 

Come affronta l'ansia da palcoscenico

Baglioni ancora oggi, nonostante una lunga carriera alle spalle, vive l'agitazione prima di salire sul palco. Con il passare degli anni, questa sensazione anziché diminuire è aumentata, tanto che ha avuto un attacco di panico: "Col tempo la preoccupazione è aumentata. L'anno scorso, alla prima tappa al teatro dell'Opera di Roma, mi sono seduto davanti alla tastiera e mi è partito un attacco di panico. Ho continuato a suonare, piano, piano è passato". L'artista ha spiegato che è come se avvertisse ancora "il bisogno di meritarmi il successo" e per questo si sente in "una gara con me stesso", che però "non vinco mai". 

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