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Cina: la censura si abbatte su Lady Gaga, Katy Perry e Backstreet Boys

“Inadatte, di cattivo gusto e volgari.” E’ la motivazione che ha spinto il governo di Pechino ad inserire in una lista nera alcune canzoni di Gaga, Beyoncé e molti altri artisti. Chiunque abbia diffuso i brani vietati in streaming ha tempo fino al 15 settembre per rimuoverli.
A cura di Biagio Chiariello
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Lady Gaga, Beyoncé, Katy Perry, Take That, Backstreet Boys. Sono solo alcuni degli artisti entrati a far parte della lista nera diffusa dal governo di Pechino. Tramite un comunicato ufficiale, il Ministero della Cultura cinese ha dato l'ultimatum: entro il 15 settembre tutti i siti web musicali dovranno cancellare i brani e i video incriminati, perchè considerati «inadatti» per il popolo asiatico, «di cattivo gusto» e dal «contenuto volgare».

Tra le canzoni che «possono pregiudicare la sicurezza e la cultura dello Stato» vi sono numerosi cantanti di Taiwan (come Chang Hui-mei, sgradito a Pechino da quando nel 2000 cantò l'inno di Taiwan in occasione dell'insediamento dell'ex presidente Chen Shui-bian), di Hong Kong e giapponesi, ma anche "The Edge of Glory", "Hair", "Marry the Night", "Americano", "Judas" e "Bloody Mary" di Lagy Gaga e "Last Friday Night" di Katy Perry, in cui si parla di alcol e «ménage à trois». Presente anche "Want It That Way" dei Backstreet Boys.

In Cina la Rete è assoggettata da un ferreo sistema di censura, che blocca anche l'accesso ai siti dei dissidenti, degli esuli tibetani e uiguri, oltre che social network come Twitter e Facebook. Il decreto del ministero non da spiegazioni, limitandosi ad attestare che i pezzi sotto accusa non possono essere diffusi. Ad Aprile il governo punì 14 siti che avevano autorizzato il download illegale; le autorità controllano anche le esibizioni dal vivo: nel 2006 ad esempio ai Rolling Stones fu vietato di suonare "Let's Spend the Night Together" e "Honky Tonk Women".

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