Chi è Niko Pandetta, il trapper e neomelodico di “Pistole nella Fendi” arrestato a Milano
"Maresciallo non ci prendi" e continue allusioni al mondo della criminalità, hanno reso nel circuito musicale, Niko Pandetta, una delle meteore della musica trap-melodica. Nome d'arte di Vincenzo Pandetta, il cantante 31enne nasce a Catania, ma negli ultimi anni viaggia in tutta Italia e Spagna grazie alla sua musica. Il suo nome è arrivato, di nuovo, alle cronache giudiziarie per l'arresto avvenuto negli scorsi giorni, quando il personale della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Milano ha rintracciato nel quartiere milanese di Quarto Oggiaro il cantante, dopo aver riportato una condanna per spaccio di stupefacenti, annunciata sui social dallo stesso cantante. Il suo nome, soprattutto nella provincia siciliana, aveva destato scalpore per il suo legame familiare con Salvatore Turi Cappello, boss mafioso al 41 bis, a cui aveva dedicato anche una canzone. Negli ultimi anni di carriera, famose anche le sue apparizioni in tv, nella trasmissione "Realiti" per le sue dichiarazioni sui giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma anche per la sua hit da oltre 35 milioni di visualizzazioni su YouTube "Pistole nella Fendi".
Chi è Niko Pandetta, il trapper e neomelodico nipote di un boss mafioso
Vincenzo Pandetta è una delle personalità più divisive della scena trap melodica degli ultimi anni: il suo successo è arrivato grazie a un passato musicale neomelodico e alla costruzione di un personaggio su generis, che in maniera grottesca, imitasse i codici linguistici della trap. Dall'altra parte, è difficile ignorare che questo processo di narrazione criminale arrivasse da un periodo nemmeno così tanto lontano, in cui il cantante aveva pagato con anni di galera, il reato di spaccio. Nel frattempo, Niko Pandetta ha costruito anche una famiglia, una figlia di otto anni a cui ha dedicato una della sue hit: "Ninna Nanna O", uscita nel 2017. Molto famoso, soprattutto per la stampa, il rapporto con suo zio Salvatore Cappello, detto Turi, boss catanese di Cosa nostra in carcere dal 1993 sottoposto al regime del 41 bis.
La carriera di Niko Pandetta, le canzoni sulla mafia e il brano dedicato allo zio al 41 bis
Dopo anni di tentativi con la musica neomelodica, tra il 2017 e il 2018, escono due album che cambieranno la direzione artistica di Niko Pandetta: "Si inizia da qui" e "Tritolo". I due progetti, ancora quasi totalmente neomelodici, incominciano ad accumulare visualizzazioni e stream su Spotify, con l'asset della discografia nazionale che subisce l'onda d'urto della trap 2016. E quale migliore occasione per sfoggiare una narrazione criminale, legati a simboli di potere come armi e famiglia, come gli ultimi anni della trap in Italia? Insieme all'esplosione del reggaeton latino estivo, all'utilizzo dell'autotune per rendere ancora più melodico il suo racconto, l'album "Omnia" del 2020 è il suo spartiacque. Ma per capire da dove nasce il fenomeno Pandetta, basta ritornare al 2016 e alla pubblicazione del singolo "Dedicata a te", in cui canta: "Zio Turi io ti ringrazio ancora per tutto quello che fai per me, sei stato tu la scuola di vita che mi ha insegnato a vivere con onore, per colpa di questi pentiti sei chiuso là dentro al 41 bis". Gli ultimi anni sono il momento giusto per cacciare il sorprendente "Revenge" con collaborazioni di alcuni dei più grandi artisti della scena italiana, e nel 2022 "Bella vita", quasi un side B del progetto precedente che rientra nei progetti da osservare e studiare per capire in che direzione sta andando la musica neomelodica.
Le polemiche sui testi delle canzoni e i concerti vietati
La condotta social di Niko Pandetta non ha contribuito alla costruzione di un'immagine musicale che potesse essere rispettata, men che meno dalle forze dell'ordine: da "Maresciallo non ci prendi" di "Pistole nella Fendi" ai post sui social con le vesti delle forze dell'ordine, il cantante ha compromesso anche molte delle sue attività live. Dopo l'uscita lo scorso gennaio dell'album "Bella vita", il suo tour è stato costellato di eventi e concerti annullati. Almeno sette date annullate per ordine e sicurezza pubblica, come dichiarato dalla questura di Messina, un'azione delle forze dell'ordine che è stata resa pubblica anche attraverso un locale di Brescia, il Number One. Il proprietario, in un video su TikTok, ha raccontato di essere stato contattato dalla questura di Brescia con la richiesta di annullare l’evento. Nessuna imposizione ma una richiesta di collaborazione.