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Chi è Hozier, il cantante dietro il successo di “Take Me To Church”

Diventato un fenomeno con il singolo “Take Me To Church”, Hozier è uscito con l’album di debutto omonimo. Ecco chi è il 24enne più suonato da Spotify nel 2014.
A cura di Francesco Raiola
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Hozier
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Ritrovarsi improvvisamente sul tetto del mondo senza avere un album alle spalle. Non è una cosa rarissima, ma fa sempre un grande effetto, soprattutto se vieni da un piccolo paese irlandese e la tua canzone più nota e relativo video parlano d'amore, sesso, diritti LGBT e religione. Con "Take Me To Church" Hozier ha dato un bel colpo al sistema musicale del 2014, piazzando LA canzone in cima a tutte le classifiche (per Spotify è il brano più ascoltato dell'anno), accompagnandolo con un video da 72 milioni di visualizzazioni. "È una canzone che parla dell'umanità, e ritengo che riguardi molto la sessualità, proprio l'atto. È anche un colpo ironico alla Chiesa e alle organizzazioni che danneggiano l'umanità, nella sua essenza più profonda, pontificando su cose come l'orientazione sessuale". per scriverla ci ha messo un anno, periodo durante il quale si è chiuso nel suo attico e uscendo solo con il primo Ep completo.

Le ispirazioni musicali eredità dei genitori

Andrew Hozier-Byrne, questo il suo nome completo, viene da Bray, piccolo paese della cattolicissima Irlanda in cui passava un autobus ogni due ore, cresciuto da genitori cattolici i quali, però, lo hanno lasciato abbastanza libero di professare la fede come meglio credeva, nonché coloro che gli hanno dato le basi per essere quello che è oggi. Sono stati i dischi del padre, che era un bluesman, infatti, a dargli le basi per quello che è oggi: John Lee Hooker, Muddy Waters, Bukka White, ma soprattutto quelli di Tom Waits erano gli album che Andrew ascoltava a casa. È l'autore di "Swordfishtrombones" uno dei suoi fari musicali: "La prima volta che l'ho ascoltato – ha detto a Rolling Stone – è stato come se tutto fosse impazzito, una fascinazione istantanea. Non potevo credere che fosse un ragazzo bianco a cantare. Ero giovane e vivevo in un piccolo paese senza negozi di dischi, così usavo la mia connessione per rubare pochi secondi di ‘Blood Money" e "Alice and The Black Rider" ed ero completamente preso. Oggi sono ossessionato da tutta la sua opera", ha continuato il cantante, il quale però ha anche altre stelle polari. Riconoscibile per la sua voce particolare, il cantante irlandese deve quasi tutto ad artiste femminili. "Tutto è nato con Nina Simone" ha detto, rendendo omaggio, però, anche ad artiste come Ella Fitzgerald e Billie Holiday: "I migliori vocalist a cui riesco a pensare sono donne".

Alla conquista del mondo e dell'Italia

Ispirato dal blues, dal gospel e dal folk, dopo che la canzone è stata nominata per la categoria “Song of the year” ai Grammy Awards 2015, Hozier ha conquistato anche l'Italia, e da tre settimane il pezzo è primo nella classifica della FIMI, certificato doppio platino. Uscito il 13 gennaio, l'album ha già conquistato la top 10 della classifica degli album più venduti su iTunes, con il suo successo primo in quella dei singoli, benché tocchi aspettare la settimana prossima per sapere cosa dirà la classifica di vendite della FIMI.

Un video contro l'omofobia

Un successo incredibile, quindi, trainato anche da un video molto forte che denuncia l'omofobia. Nel corto, infatti, girato da Brendan Canty, si narra la storia di una coppia omosessuale e della violenza di un gruppo di ragazzi di estrema destra che dopo essere entrati in casa di uno dei due, molotov alla mano, lo trascinano nei boschi per picchiarlo. Una denuncia generale, ma anche contro un paese specifico, la Russia, e la legge antigay firmata da Putin qualche mese fa. La sua posizione sui diritti LGBT, insomma, è chiara, e al NYT Magazine ha ribadito la sua idea: "Per me non è un problema dei gay o di diritti civili, ma è una questione che riguarda i diritti umani, e dovrebbe offenderci tutti. È molto semplice: o abbiamo eguali diritti o no. E di sicuro nella Costituzione irlandese il matrimonio non ha a che fare col genere. Non c'è alcun riferimento all'uomo e alla donna".

La carriera di Hozier

Hozier ha cominciato a fare musica, seriamente, in età adolescenziale, benché fosse un bel po' di tempo che cantava ed era affascinato dalla musica: "Avevo appena scoperto il jazz quando cominciai a suonare in una specie di cover band blues: avevo circa 15 anni. Ci chiamavamo i ‘Blue Zoots'. Non vestivamo in maniera appariscente, né in blue (‘zoot suite' vuol dire proprio ‘abito appariscente' e il gioco di parole è con il colore Blue), e facevamo cover di Screamin' Jay Hawkins e dei Blues Brothers, poi entrò nei Nova Collective e poi nell'ensemble corale Anúna, mentre studiava al Trinity College che però abbandonò prima di laurearsi, e di cui è stato la voce principale dell'Orchestra. Lasciò perché la l'industria musicale cominciò a notarlo. Iniziò a lavorare con alcuni produttori, i quali, però, lo volevano gettare nel calderone pop e così costruirono canzoni che rispecchiavano poco il suo background e così, dopo un anno di lavoro, Hozier decise di gettare tutto e mettersi a lavorare su un sound più affine a quelli che da sempre erano i suoi riferimenti. Fu la Rubyworks, casa discografica irlandese, ad accorgersi di lui (glielo segnalo una promoter che lo aveva notato durante un barbecue a cui era invitato a suonare) e lo fece lavorare in studio, assiduamente, assieme a Rob Kirwan, anche se inizialmente avrebbe dovuto lavorare con Charlie Andrew e Mark Bishop, il duo alle spalle degli Alt-J, come riporta il Guardian, ma la vittoria dei Mercury rese tutto impossibile.

Oggi Hozier è una delle promesse di questo 2015, un ragazzo conscio della pressione che deve subire dopo l'exploit di "Take Me To Church": "Ogni canzone che scriverò non sarà mai forte come ‘Take Me To Church', e nessun video colpirà mai in quel modo, ma in qualche modo devi farci i conti e andare avanti". Quel che è certo è che è che non vuole una selva di ragazzine che si fanno chiamare con qualche nome strano derivante dal suo nome: "Voglio solo poter fare il miglior lavoro che posso" e l'inizio pare andare in quel verso.

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