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Cesare Cremonini, dopo Lucio Dalla tocca all’ex Lùnapop illuminare la sua città per Natale

Dopo Lucio Dalla sarà Cesare Cremonini il protagonista delle luminarie di via D’Azeglio a Bologna. Una parte del testo de “L’anno che verrà” inaugurò la scelta del Comune di Bologna di dedicare le luminarie alle parole di una canzone e quest’anno ha scelto di bissare con il testo di “Nessuno vuole essere Robin”.
A cura di Francesco Raiola
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Cesare Cremonini (ph Francesco Carrozzini)
Cesare Cremonini (ph Francesco Carrozzini)

Dopo Lucio Dalla sarà Cesare Cremonini il protagonista delle luminarie di via D’Azeglio a Bologna. Una parte del testo de "L'anno che verrà" inaugurò la scelta del Comune di Bologna di dedicare le luminarie alle parole di una canzone e quest'anno ha scelto di bissare con uno degli artisti più rappresentativi della città, da sempre culla di un bel pezzo del cantautorato e della musica italiana. Il “Consorzio dei commercianti di via d’Azeglio”, in accordo con il Comune e la Fondazione Sant’Orsola ha chiesto al cantante, in uscita con "Cremonini 2C2C The Best Of" un best of che ne festeggia i 20 anni di carriera, di poter utilizzare il testo di “'Nessuno vuole essere Robin', brano che nasce con l’intento di essere uno specchio della società di oggi, un luogo di rifugio sincero ed un gioco ironico che racconta le relazioni tra gli esseri umani, una poesia senza tempo".

La scelta caduta su Nessuno vuole essere Robin

E sono proprio i vent'anni di carriera che hanno spinto gli organizzatori a chiedere all'ex Lùnapop di essere protagonista del Natale cittadino, anche per il suo essere da sempre testimone della sua città portando Bologna "nel cuore, nelle parole delle sue canzoni ed in ogni luogo dei suoi concerti, stadi compresi". Per l'occasione saranno 30 le luminarie montate nel tratto pedonale di via D’Azeglio, da Piazza Maggiore all’incrocio con le vie Farini e de’ Carbonesi. La canzone è uno dei singoli estratti dall'album del 2017 "Possibili scenari" e attualmente conta oltre 13 milioni di visualizzazioni su Youtube e oltre 14 milioni di stream su Spotify.

Cesare Cremonini e Bologna

Il cantante ha accolto così la notizia: "Via D’Azeglio è la Bologna che amo. Quella da camminare, da respirare e da attraversare con il ghigno caratteristico dei bolognesi che sanno prendere a sberle la vita di tutti i giorni con la loro proverbiale ironia e quel pizzico di follia che li contraddistingue. Ora che si potranno leggere le rime di una mia canzone tra le luminarie della città dei poeti e dei cantanti, il cuore mi sobbalza di gioia e provo un senso di gratitudine ancora più forte verso la mia amata città. A Bologna ho dato tutto me stesso, fin dai miei esordi da ‘cinno' che guardava ai grandi nomi della musica con reverenza e ammirazione. Sono stato ricambiato con un affetto paterno, incondizionato, cresciuto e maturato nel tempo. Perché Bologna è una città tanto generosa quanto onesta nei giudizi, che non ti regala niente se non la rispetti. Ringrazio quindi di cuore il Comune, tutti i cittadini che la attraversano e la colorano ogni giorno, i commercianti e i lavoratori che hanno fatto di questa via che appartiene idealmente a Lucio Dalla, un posto magico per tutti, non solo per noi bolognesi ma anche per i tantissimi i turisti che la cercano e la visitano ogni giorno. Lucio diceva sempre di dargli retta, che l’impresa eccezionale è essere normale. In un mondo in cui molti si travestono da supereroi, Bologna resta orgogliosamente una città a misura di Robin, un approdo sicuro per tutti gli essere umani. Grazie a tutti".

Le luminarie, un'occasione di solidarietà

Il progetto delle luminarie nasce anche come occasione di solidarietà e dopo la raccolta del 2018 che ha permesso di sostenere una ristrutturazione complessiva del day hospital dell’Oncologia medica, quest'anno garantirà il sostegno alla ricerca e terapie di supporto ai pazienti oncologici – dalla nutrizione alla fisioterapia passando per il sostegno psicologico – e a realizzare un progetto per portare i defibrillatori in tutte le scuole superiori di Bologna che ancora ne sono privi.

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