Caparezza: un ciclone contro Berlusconi, Tv spazzatura e case discografiche nel nuovo album
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E' un Caparezza più irriverente che mai quello del nuovo album, Il Sogno Eretico in uscita il primo marzo. Il cantante 37enne passa in rassegna diverse questioni (storiche, sociali, mediatiche e politiche) col piglio sarcastico che ne ha fatto ormai uno degli artisti più conosciuti, e soprattutto riconosciuti del nostro paese. E così tra i brani del successore del disco d'oro Le dimensioni del mio caos (2008), troviamo “Non siete Stato voi” i cui riferimenti non sono lasciati poi tanto al caso: "Non siete Stato voi che parlate di libertà come si parla di una notte brava dentro i lupanari. Non siete Stato voi che trascinate la nazione dentro il buio ma vi divertite a fare i luminari…” canta Caparezza in quello che definisce il testo più serio che abbia mai scritto, che fa da scia a “Legalize the premier", pezzo composto insieme ad Alborosie, ex leader dei Reggae National Tickets: ”Oltre che sul premier attuale, questa canzone è anche sui premier che verranno – spiega l'originale rapper di Molfetta nella conferenza stampa per la presentazione dell'album tenutasi a Milano – Temo che una volta attivati e istituzionalizzati certi meccanismi, tutti ormai sappiano che se ne possono approfittare e lo possono fare alla luce del sole”. Brani che, dice Caparezza, sono state composti prima dell’estate scorsa e di tutti gli scandali politici che hanno caratterizzato l'Italia negli ultimi mesi.
I due citati brani vanno ad aggiungersi ad il nuovo singolo Goodbye Malinconia, il cui video record di visualizzazioni su YouTube, nei giorni scorsi è stato criticato dal ministro Gianfranco Rotondi per il suo leitmotiv legato alla fuga di "cervelli", "capitali" e "migranti" (“Da qua se ne vanno tutti. Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti. Goodbye Malinconia Come ti sei ridotta in questo stato?).
E a proposito del titolo dell'album dice: "Ho voluto rendere omaggio a tre celebri eretici finiti al rogo. Quello a cui sono più affezionato è Giordano Bruno, il più intellettuale, Savonarola mi assomiglia di meno è più moralista e Giovanna D'Arco troppo scriteriata".
Ma nel disco c'è spazio anche per “Il Dito Medio di Galilei” che, attraverso un'immaginaria vendetta del celebre scienziato, suggerisce che tutti in realtà siamo proni, e “Cose che non Capisco” in cui Michele Salvemini (questo il vero nome del rapper) se la prende con la pochezza di certa televisione .