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Buon compleanno Bob Dylan. L’icona americana compie 70 anni

Dal Greenwich Village al Workers ‘Stadium di Pechino, salutiamo il genio di Dylan. Buon compleanno, Bob!
A cura di Biagio Chiariello
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Bob Dylan

Oggi non possiamo esimerci dal fare gli auguri a Bob Dylan. Il leggendario cantautore celebra il suo 70° compleanno. Per molti Robert Allen Zimmerman (questo il suo vero nome) è diventata la voce di una generazione. Le sue canzoni hanno fatto eco alle preoccupazioni dei giovani del dopoguerra americano, cresciuti in un paese caratterizzato dal movimento per i diritti civili e dal conflitto in Vietnam.

L'intenso, provocatorio talento di Bob Dylan rimane quello di un artista quasi inavvicinabile. Il menestrello del rock merita le felicitazioni di tutto il mondo. Ma non quel genere di auguri che si estendono ai personaggi famosi che hanno semplicemente trascorso un altro anno della loro vita. Questo perché Bob Dylan è ancora tutt'oggi in grado di fare musica e suonare in concerto (il 22 giugno sarà all'Alcatraz di Milano) con la stessa emozione che trasmetteva 50 anni fa.

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La sua straordinaria, cinquantennale carriera inizia quando si trasferisce nel fulcro della musica folk del Greenwich Village, a New York, nel 1961 dalla sua nativa Hibbing, nel Minnesota. Un anno dopo arriva quello che diventerà l'inno per i diritti civili e che lo innalzerà a paladino della controcultura: "Blowin ‘in the Wind". Del resto una delle caratteristiche del mezzo secolo musicale di Bob Dylan agli occhi del pubblico è stata la sua capacità di dare  il "buon esempio". In principio, fu la prima linea della canzone di protesta con gemme come “The Times They are a-Changin” e “Masters of War”. Ma dalla seconda metà degli anni Sessanta l'artista si sposta verso sonorità meno folk e più rock. Un esempio su tutti è quella che la rivista Rolling Stone ha definito "la più grande canzone della storia della musica rock": "Like a Rolling Stone".

Fan e media insistettero: volevano che il loro idolo tornasse a quelle che erano state definite le canzoni del dito puntato. Il pubblico voleva ancora la sua guida. Ma il Dylan di "non seguite i leader" (tratta dal brano "Subterranean Homesick Blues") decise intelligentemente di non aderire a nessun movimento politico in particolare. Quelle che lui scriveva e cantava erano canzoni che parlano di ingiustizia, non testi che sposavano una specifica propensione politica.

Non aveva alcuna intenzione di soccombere alle tentazioni del divismo pop, rimanendo sullo stesso tema per tutta la sua carriera e suonando lo stesso genere di musica più e più volte. Invece di riscrivere suoi classici, Dylan ha preferito allungare il suo talento musicale, passando da sonorità country ("Lay Lady Lay"), a brani su questioni religiose ("Gotta Serve Somebody") o sulla prospettiva di invecchiamento ("Things Have Changed" dalla soundtrack di Wonder Boys, vincitore nel 2000 dell' Oscar per la miglior colonna sonora).

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Negli ultimi anni ha continuato a lavorare con un'intensità che farebbe intimidire artisti molto più giovani; le sue doti esclusive lo hanno portato a spingersi verso nuove strade artistiche.  L'ultimo decennio ha visto il cantautore reinventare se stesso, rilasciando una serie di album acclamati e il libro "Chronicles".

In totale, il cantante ha pubblicato 34 album in studio che spaziano dal folk al rock, dalla denuncia politica al sentimento religioso.  Costantemente in tour, ha portato quegli stessi pezzi recentemente anche nel sud-est asiatico. Bob Dylan ha suonato in Cina per la prima volta nella sua vita, portando la sua musica in un paese dove le note delle sue canzoni erano sempre state vietate.

Oggi, nonostante le settanta primavere, Bob Dylan rimane imperscrutabile come sempre. Riesce a mantenere un manto di mistero intorno a sé, e non si sa come – o anche se – celebrerà il suo 70° compleanno! Ma in ogni caso non possiamo non dirgli: buon compleanno Bob, che tu possa rimanere sempre giovane!

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https://www.youtube.com/watch?v=S1TKUk9nXjk&feature=related
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