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Britney Spears attaccata dai media iraniani dopo il messaggio di supporto ai protestanti

Britney Spears è stata attaccata dai media iraniani, dopo il messaggio di supporto alle proteste del popolo per la morte di dell’attivista 22enne Mahsa Amini.
A cura di Vincenzo Nasto
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Britney Spears 2019, foto di Matt Winkelmeyer per Getty Images
Britney Spears 2019, foto di Matt Winkelmeyer per Getty Images

Britney Spears è solo l'ultimo tassello che si aggiunge alla schiera di artisti che hanno sostenuto, via social, le proteste in Iran, dopo la morte a settembre dell'attivista 22enne Mahsa Amini. Sul suo profilo Twitter, solo lo scorso 16 ottobre, la popstar affermava le posizioni sue e di suo marito Sam Asghari su ciò che stava succedendo in Iran: "Io e mio marito stiamo con le persone iraniane che lottano per la libertà". Un messaggio, tra i tanti, che ha stuzzicato le autorità iraniane, ma soprattutto i media: l'Agenzia di stampa della Repubblica Islamica, o IRNA, si è scagliata in maniera ironica nei confronti di Spears, alludendo alla conservatorship degli ultimi 13 anni. Una comunicazione social dell'agenzia che solo pochi giorni prima aveva colpito Shakira con un meme sulla differenza di trattamento delle donne sia negli Stati Uniti che in Arabia Saudita.

Il sostegno delle star alle proteste iraniane

Nei primi mesi del 2022, dopo un lungo fidanzamento, sono convolati a nozze Britney Spears e il suo marito iraniano – americano Sam Asghari: a 10 mesi dall'avvenimento, il messaggio di vicinanza di Britney Spears sui social per la popolazione iraniana ha alzato un polverone. La popstar infatti, lo scorso 16 ottobre ha twittato: "Io e mio marito stiamo con le persone iraniane che lottano per la libertà". Un messaggio di solidarietà per un popolo in protesta dopo la morte dell'attivista 22enne Mahsa Amini, arrestata dalla polizia morale iraniana a Teheran con l'accusa di non essere stata adeguatamente vestita con il velo religioso richiesto. La donna, deceduta durante la custodia della polizia, ha scatenato un'onda di proteste, anche social, con molti artisti e personaggi del mondo dello spettacolo che supportano il movimento: da Bella Hadid a Justin Bieber fino a Olivia Coleman e Angelina Jolie, ma anche Shakira.

L'attacco da parte dell'agenzia IRNA

I media di stato iraniani sembrano non aver preso di buon occhio il supporto del mondo americano alla causa iraniana: su tutte c'è la l'Agenzia di stampa della Repubblica Islamica o IRNA, che da giorni sta utilizzando un linguaggio ironico nei confronti dei messaggi di supporto delle star. Solo qualche giorno fa era capitato a Shakira, mentre nelle ultime ore, la IRNA ha condiviso uno screenshot di una risposta su Twitter di un utente al messaggio di Britney Spears, che affermava: "Tutto giusto. Ma adesso li gestisci tu i tuoi soldi?". La provocazione, alludendo alla conservatorship di 13 anni che ha toccato Britney Spears e tutto il sistema decisionale attorno alla sua sfera privata e al suo privato, è stata utilizzata come mezzo per affievolire il messaggio di Spears.

L'allusione alla conservatorship durata 13 anni

Nella didascalia di Twitter infatti, la IRNA ha sottolineato le condizioni della conservatorship, spronando il pubblico a osservare la poca libertà avuta dalla popstar negli ultimi 13 anni: "La cantante americana Britney Spears è stata costretta alla conservatorship del padre dal 2008 per problemi mentali. Questo ha dato al padre di Britney il controllo sulle sue finanze, ma anche sulle questioni personali come gravidanza, secondo matrimonio e visita ai suoi figli adolescenti". Il tweet dell'IRNA si conclude con l'hashtag che da giorni sta utilizzando per il richiamo alla protesta: #MahsaAmini. L'hashtag viene utilizzato anche per rientrare nella sfera delle narrazioni pro-protesta, cercando di raccontare ciò che è invece la posizione del governo iraniano.

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