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Bob Sinclar: “Oggi ricicliamo troppo gli anni ’80, quelli erano anni energici”

Bob Sinclar racconta a Fanpage come è nato il suo ultimo singolo, la cover di Never knew love like this before, e l’effetto di Pioli is on fire su di lui.
A cura di Francesco Raiola
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Bob Sinclar (Charles Coates/Getty Images)
Bob Sinclar (Charles Coates/Getty Images)

Bob Sinclar è tornato. Uno dei dj più famosi al mondo ha pubblicato la cover di "Never knew love like this before", storico pezzo dance portato al successo da Stephanie Mills, e lo ha fatto con la collaborazione di QUINZE, cantante francese che ha scoperto su Instagram. Fanpage lo ha raggiunto telefonicamente per farsi raccontare come è nato questo pezzo, cosa è cambiato rispetto agli anni '80 e anche come vive il successo virale di "Pioli is on fire", inno nato sulle note di "Freed from desire" di Gala.

Come è nata l'idea di rifare Never knew love like this before?

Per me questo classico di Stephanie Mills è qualcosa di imprescindibile e senza tempo. Amo l'energia di quegli anni lì, tra i 70 e gli 80, gli anni della disco, post guerra del Vietnam, quando la gente aveva voglia di ballare dando il via a canzoni che avevano quella energia. L'era del clubbing è nata durante quella della disco e alla fine oggi non facciamo altro che riciclare quegli anni, cerchiamo di mantenere questa intensità dance ma con un po' più di tristezza, sfortunatamente. C'era questa canzone che da tempo avevo voglia di riprendere e su Instagram mi sono imbattuto in QUINZE che negli anni scorsi aveva scritto una canzone che si chiamava "Lost in your eyes" e ho trovato che la sua voce fosse stupenda, ma non sapevo che era francese, quindi l'ho contattato su IG e gli ho detto che ero in ufficio, avevo un'idea, vorrei provare una cosa, far cantare questa canzone da un uomo. Non so se era veramente una cosa originale ma in questi ultimi anni ho deciso di pubblicare canzoni verso le quali provo una certa emozione, senza obbligo di trovare alcuna direzione pop, radiofonica etc…

Quindi come ci ha lavorata per proporla al pubblico di oggi?

Beh, intanto l'abbiamo accorciata, l'originale è più lunga, era cantata da una donna, come abbiamo detto, poi volevo che fosse un po' meno arrangiata, un po' più semplice e forse un po' più anni '80 per quanto riguarda la produzione.

Si è ispirato a qualcuno?

Sì, mi sono ispirato molto a Josephine di Chris Rea, per la chitarra e la linea di basso. Ma non è facile dare una spiegazione analitica, di testa,  a qualcosa che ha a che fare con il sentimento. A ogni modo volevo dare un colore anni 80 anche perché come sai c'è molto di quegli anni che sta tornando.

Immagino che li riprenda anche nei Dj set, no?

Sì, nei dj set suono molto i Matia Bazar, pezzi di Purple Disco Machine, tipo Hypnotize che ha spaccato in Italia, insomma quei colori '80 italo-disco.

Cosa pensa che manchi, oggi, di quella musica lì? Come mai abbiamo così bisogno di tornare così tanto a quei suoni?

Per due motivi, intanto la qualità della musica in quegli anni era differente: il clubbing era qualcosa di nuovo, era fresco, aveva una nuova energia, tutta questa musica elettronica nuova che arrivava, l'esplosione dei sintetizzatori hanno dato vita a tutte queste sfumature. Oggi, però, quando parliamo di melodie o di armonie è soprattutto un riciclare quelle cose, prendiamo ispirazione da Steve Wonder, James Brown, dal blues, dal jazz, molte cose ormai sono state già fatte, quindi cerchiamo di renderle più attuali ma ispirandoci comunque dal passato: il futuro è nel passato.

Quinze ha detto che ha realizzato un suo sogno. Lei ha ancora sogni da realizzare?

Quello che volevo quando ero più giovane era pubblicare dischi e vederli suonati dai dj, quindi con tutto quello che ho vissuto, con canzoni che hanno avuto un successo mondiale, che hanno venduto milioni di dischi, figurati se posso desiderare altro. Diciamo che non ho sogni di successo, ma quello che voglio oggi è riuscire a collaborare con artisti giovani.

Siete sempre alla ricerca, quindi?

Sempre alla ricerca di giovani artisti talentuosi. Pensa a quando ho prodotto "Borderline" con Nyv, una cantante uscita da Amici, lei è fantastica, è metà francese e metà italiana, le sto per produrre il suo album. Amo lavorare con persone che hanno talento, come arrangiatore, produttore.

E i suoi figli l'aiutano in questa ricerca?

Ma certamente, mi suggeriscono sempre canzoni nuove, loro sono sempre su TikTok, mentre io non riesco a starci, cercano novità su Soundcloud, Spotify… ecco io non riesco a stare neanche su Spotify, ma perché sono vecchio, passo tutto il giorno su Youtube, però.

Senta, non posso non chiederle dell'effetto che ha avuto Pioli is on fire sui suoi set…

(Ride, ndr) È una cosa un po' folle – ha raccontato al telefono -, ero a Padova l'anno scorso, a Villa Barbieri, la serata era fantastica e ho messo su Gala, perché amo quella canzone, e al momento del ritornello tutto il pubblico ha intonato ‘Pioli is on fire', io non avevo idea di chi fosse Pioli, ma a volte gli italiani non cantano bene tutte le parole delle canzoni a causa dell'inglese e quindi cercavo di capire cosa stessero cantando. Non ne avevo capito il bisogno, pensavo fosse qualcosa che avesse a che fare col nord dell'Italia e solo dopo, quando è diventata virale su TikTok, gli italiani mi hanno spiegato che Pioli era l'allenatore del Milan. È incredibile come avvengono queste cose… Ma è anche questo che amo degli italiani, per questa creatività.

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