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Bianca Atzei: “Se Noa volesse cantare? Lo appoggerei. Sono grata per i traguardi che ho raggiunto”

Si chiama “Il mio canto libero” l’album di Bianca Atzei dedicato al figlio Noa Alexander, in cui rilegge alcuni successi della musica italiana in chiave Ninna nanna.
A cura di Francesco Raiola
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Bianca Atzei col figlio Noa
Bianca Atzei col figlio Noa

Si chiama Il mio canto libero il nuovo album in cui Bianca Atzei ha riletto a modo suo, come fossero ninne nanne alcuni dei maggiori successi della musica leggera italiana. La cantante ha deciso di cantare queste cover poco prima della nascita di suo figlio Noa Alexander, un modo per cercare di trovare un legame musicale col figlio, a cui cantava alcune di queste canzoni per farlo addormentare. Da Lucio Battisti al Franco Battiato di "La cura", passando per "Il cielo in una stanza" di Gino Paoli, ma anche "La donna cannone" e "Buonanotte fiorellino" di Francesco De Gregori che Atzei ha riletto con l'aiuto di Diego Calvetti che le ha prodotte.

Non è mai facile confrontarsi con mostri sacri e canzoni che sono classici. Quando ti è nata l’idea?

L’idea mi è venuta al settimo mese di gravidanza. Ho pensato di voler in qualche modo “incorniciare” le canzoni che ho cantato tutti i giorni al mio piccolo, immaginavo di vedere i suoi occhi e le sue manine e questo mi faceva stare bene.

Come hai approcciato queste cover? In che modo hai voluto rileggerle a modo tuo?

Sono canzoni importantissime della storia della musica italiana, ho voluto dare loro un’interpretazione tutta personale, facendole diventare delle ninne nanne per mio figlio. Me le sono immaginate dolci e leggere ma allo stesso tempo profonde e intense.

La scelta è venuta anche dai testi o soprattutto dalle melodie, da ciò che avresti potuto trasformare più facilmente nelle ninna nanne che immaginavi?

La scelta è avvenuta soprattutto pensando ai testi: ho pensato a canzoni d’amore che potessero raccontare al meglio il legame tra me e Noa.

Quale canzone è stata per te una ninna nanna?

Sceglierne una sola è dura, le ninne nanne che mi faceva ascoltare mia mamma erano rock! Sono cresciuta con Elvis e Vasco, e con le canzoni di Renato Zero.

Qual è la canzone dell’album che ami maggiormente cantare?

Se devo sceglierne una è indubbiamente La Cura, del Maestro Battiato. Un capolavoro vero e proprio, una grande dichiarazione d’amore che può essere estesa a tutti i tipi di relazione, è un brano che adoro e infatti lo canto sempre in chiusura ai miei concerti.

Come va con Noa, adesso? Leggevo che i primi mesi non sono stati semplici.

È vero, i primi mesi non sono stati facili perché non è stato semplice trovare un equilibrio tra il latte e il suo pancino. Ma ora va molto meglio. Ha iniziato le pappe! Questo mi dà grande sollievo. Non ero una gran mangiona da piccola e avevo un po’ di ansia che anche lui fosse come me, invece ora mangia di tutto.

Cosa diresti a Noa se decidesse di seguire la strada della madre?

È una domanda che mi pongo molto spesso, perché appena sente la musica inizia a muovere le manine come se stesse suonando uno strumento, devo ancora capire quale! Non ho una risposta ancora. Sicuramente sarà libero di seguire il suo istinto e le sue passioni, e lo appoggerò e sosterrò. Poi se potrò, gli darò qualche consiglio o semplicemente gli racconterò la mia esperienza.

Pensi di aver ottenuto tutto quello che meritavi, artisticamente?

Ho raggiunto dei traguardi importanti e di questo sono grata. Spero che continuando a fare quello che amo, con dedizione e passione, ne arrivino altri. La musica, le tendenze, è tutto in continua mutazione, da parte mia io continuo comunque a fare al meglio quello che faccio… o almeno ci provo.

Hai qualche canzone nuova in cantiere?

Per ora sono concentrata su questo album appena uscito, ma ovviamente continuo a scrivere. Sono stata in Sardegna in questi giorni e ho scritto qualcosa. La mia terra mi ispira sempre. Sarà il vento sardo!

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