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Bersani, nuovo disco che parla di rivoluzione, nel segno di Dalla

L’artista lancia il suo nuovo album, anticipato dal singolo “En e Xanax”. Ispirato a Dalla, è stato registrato in quello che fu il suo studio di registrazione. E’ un disco che parla anche d’amore, la prima volta che affronta questo argomento.
A cura di Andrea Parrella
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Da qualche settimana il nuovo singolo di Samuele Bersani En e Xanax è tra i preferiti su Youtube in Italia. Si tratta di una canzone d'amore, che per quanto possa sembra anomalo, è una delle prime scritte dal cantante. Lo dice lui stesso in occasione della presentazione del nuovo album: "E' la prima volta che scrivo d’amore. Racconta un incontro con una ragazza avvenuto proprio sotto casa di Dalla che è diventato una storia d’amore grande e forte. Prima di consumarla ci siamo voluti conoscere, confidandoci ogni cosa, compreso il periodo in cui anch’io ero preda degli ansiolitici. Il disco l’ho scritto di getto in cinque mesi"

Il nuovo lavoro discografico, nasce in tutto e per tutto nel segno di Lucio Dalla, che di Bersani fu il mecenate e promotore, lo scoprì nei locali di Bologna, finanziando la sua carriera che sarebbe stata molto più complicata senza di lui: "Faccio questo lavoro e vivo in questa città perché un giorno lui m’ha ascoltato suonare. Su di me ha messo la sua firma, la sua pazienza, i suoi soldi". E' per questo che "Nuvola numero nove", questo il titolo del nuovo disco, è stato registrato nello studio Pressing, di proprietà di Lucio Dalla: "Ero tornato, qui alla Pressing, per recuperare una tastiera e ho trovato lo studio a pezzi. Così ho chiesto agli eredi di poter incidere qua. Finito il lavoro ho riconsegnato le chiavi".

Ma è un lavoro che risente della sua mancanza, nonostante Bersani affermi di essere in un periodo della sua vita pressoché entusiasmante, o comunque felice. Ha suonato diversi strumenti, ma l'assenza di Lucio è compensata dalla sua presenza nel disco, nelle sonorità, nell'ispirazione. Nel frattempo dal Messaggero, che gli ha chiesto che fine farà quello studio che lui ha ritrovato distrutto e abbandonato, lui risponde di non saperlo: "Spero che i nuovi proprietari siano intelligenti e che non venga perso nulla di quello che Lucio ha fatto. Ci vuole una Fondazione, non potrei passare sotto casa sua e vedere il cartello Vendesi".

Il disco si preannuncia diverso da quelli precedenti, un lavoro che contiene testi meno surreali, più concreti,storie che parlano di rivoluzione, come dice Bersani, e che contengono anche qualche punta di contestazione al mondo della musica attuale. Insomma, un lavoro discografico da ascoltare, per scoprire il nuovo linguaggio di un cantautore rimasto orfano di un mentore, ma prolifico come poche volte in passato.

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