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Benvenuti a “FastLife vol.4” di Guè Pequeno, il cinema di strada

Da poche ore è stato pubblicato il nuovo mixtape di Dj Harsh e Guè Pequeno “FastLife vol.4”, a nove anni dall’ultimo episodio. Il progetto, annunciato come il ritorno dell’hip hop in strada, dove è nato, sembra aver rispettato tutte le aspettative: dall’altro lato, il mixtape non è adatto a tutto il pubblico più giovane, la fetta maggiore che ascolta in questo momento il rap italiano.
A cura di Vincenzo Nasto
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Era stato chiaro già nel "Disclaimer" del quarto volume di "FastLife", ma Guè Pequeno ci ha tenuto a ribadirlo: questa "roba" non è per tutti. A poche ore dall'uscita del quarto volume di una delle saghe di mixtape più famose del rap italiano, una cosa è doverosa ricordarla: i racconti trovati all'interno raccontano un immaginario che non esiste più, che raccoglie immagini dalla cultura pop cinematografica e li narra con un linguaggio, con uno slang, che la fetta più ampia di pubblico, quella molto giovane, avrebbe difficoltà a collocare. Dall'altra parte le 13 tracce del disco, togliendo proprio il disclaimer, sono una testimonianza di hip hop italiano da collezione, da amatori, come il rapporto tra Dj Harsh e Guè Pequeno, che hanno raccontato i natali e l'evoluzione di un movimento. "FastLife vol.4" è un quadro di Jean Michel Basquiat, il racconto della strada con poderose tratteggiate di nero, che possono disturbare gli occhi del pubblico, inflazionati da tratti pastello che l'odierna scena propone.

Come è nata l'idea di FastLife vol.4

Come raccontato e descritto nel documentario di Esse Magazine "Stile originale: FastLife", questo cinema di strada è avvenuto quasi per caso, come nel primo episodio, quando i giovani Dj Harsh e Guè Pequeno frequentavano l'università Statale di Milano, incontratisi dopo l'uscita di "Mi Fist" dei Club Dogo, iconico racconto dei fine anni 90 e primi anni 2000 milanesi. L'incontro nello studio di "Del", aka Deleterio, produttore tra l'altro di Marracash, fece scattare la scintilla, con i due che cominciarono a vivisezionare i mixtape statunitensi, alla ricerca di beat e produzioni cavalcabili dalla voce di Guè Pequeno. A differenziarsi con il quarto volume, in questo momento, è la scelta dei beat e dei sample, ma anche la natura stessa del mixtape, sempre più direzionato a disco vero e proprio – a causa delle piattaforme di streaming digitali -, che a esperimento per tenere alta l'attenzione del pubblico. Il caso tocca anche la nascita di "FastLife vol.4", raccontato dallo stesso Guè, dopo la richiesta di "Vita Veloce Freestyle", prodotto per sponsorizzare una nota linea di abbigliamento urban. I tempi erano maturi, a nove anni dall'uscita del terzo volume, che all'epoca non ebbe il plauso del pubblico, ma che ha raccolto la sua grande eredità negli anni.

Il concept del mixtape

Arriviamo alla musica: per chi si aspettava un brano soul, per capirci alla "Amore o soldi" con Daniele Vit, rimarrà deluso. Guè Pequeno si è divertito molto, quasi quanto o più della produzione di un disco ufficiale, anche perché ha avuto la possibilità di dimostrare un ventaglio di riferimenti culturali pop, difficilmente ritrovabile nella scena attuale. La proprietà di linguaggio, la narrazione di eventi e immagini ci trasportano in una scena sospesa nel tempo e nello spazio, in cui ci si può trovare al cospetto di "Alex", ovvero Alex DeLarge di Arancia Meccanica e del suo mantra su Beethoven e l'ultraviolenza, come essere catapultati tra le strade di New York, quando in "Me & my B", sembra di risentire la voce di Notorius B.I.G in "Me & my bitch". Il lusso e le armi di fuoco invece diventano i riferimenti culturali a cui appoggiarsi nei brani "Wagyu" e "Smith & Wesson", con il secondo brano che diventa una chicca assoluta, grazie all'aneddoto del freestyle: il brano è nato da un singolo pubblicato nel 2013 su Youtube da Guè Pequeno, Marracash e Dj Harsh, una pietra miliare ripresa dai tre e riproposta quasi completamente nuova, tranne l'attacco di Guè Pequeno alla prima strofa.

Le collaborazioni e i suoni del progetto

Capitolo featuring: l'assenza di Enz Benz, in arte Vincenzo Da Via Anfossi, disturba e non poco la tracklist. Dall'altro lato, c'è chi ci sarebbe dovuto essere, con qualche sorpresa molto positiva. Se nel brano "Alex" non sorprendono l'attitudine e le punchline di due artisti come Lazza e Salmo, "Marco da Tropoja", ci regala un Vettosi che sta dimostrando perché sembra spinto verso l'alto dai grandi della scena: in questa traccia merita di starci, e non sfigura, poi quel timbro ricorda molto la cupezza di Pop Smoke in determinati brani. Se per Marracash si va sull'eccellenza con "Smith & Wesson", non si può dire di meno dell'altra traccia più attesa dell'album "Champagne 4 the Pain" con Gemitaiz e Noyz Narcos. Milano-Roma funziona ancora, rispetto alla traccia storica "Mattoni", manca Chicoria, ma Gemitaiz si fa preferire e di molto. Capitolo Uk: sarebbe innegabile affermare che due artisti come Mv Killa e Rasty Kilo non abbiano esplorato, studiato e amato quel mondo, ognuno con le proprie preferenze, dal soul alla grime. Quest'amore, questa conoscenza, questo flow viene riversato in "Italian Hustler" e "Babyma", due brani concettualmente diversi, con il primo che potrebbe essere uno dei brani da esportare negli States per far capire che l'hip hop italiano non è solo ciò che apprendiamo da loro. Non poteva mancare, in termini di connessione, quella con Napoli per Guè Pequeno, che oltre a Vettosi e Mv Killa, invita uno dei king sulla traccia: Luchè. L'autore di "Potere" per quanto rispetti le aspettative sulla sua parte di brano, sembra proiettato a quello che sarà il suo disco decisivo, dopo il successo del precedente. Dovremmo aspettare mesi? Chi lo sa. Ma una strofa da lui, non si rifiuta mai. Togliendo il manifesto "COSIMONEY", rimangono le due tracce più sperimentali dell'intero progetto: "Wagyu" con il producer Night Skinny e "FastLife" con Bassi Maestro. Soprattutto nel secondo brano, si sperimenta una produzione analogica anni '80, come spiega lo stesso produttore nel documentario. La sostanza è questa: in molti, negli scorsi mesi, avevano annunciato di voler riportare l'hip hop italiano in strada, dove era nato. Guè sembra averlo fatto, senza troppi proclami: benvenuti a "FastLife vol.4", il cinema di strada.

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