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Bennato interrotto durante il live al Concertone: “Disguido, disorganizzazione o censura?”

Durante l’esibizione per il concerto del Primo Maggio, l’esibizione di Edoardo Bennato è stata interrotta mentre cantava “Meno male che c’è Nerone”. Una scelta che non è piaciuta al cantante che si è chiesto se non sia stato vittima di censura.
A cura di Redazione Music
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Edoardo Bennato (LaPresse)
Edoardo Bennato (LaPresse)

È terminato con un totale di 1.128.000 spettatori (share del 5%) il concertone del Primo Maggio che ieri ha occupato 9 ore della programmazione di Rai Tre, ospitando uno show che ha visto salire sul palco di San Giovanni in Laterano di Roma una line up d'eccezione con i migliori nomi del panorama alternativo italiano, con qualche ospite internazionale d'eccezione, come gli Editors e i Public Service Broadcasting (la cui esibizione in diretta è stata interrotta prima della fine). Davanti a migliaia di persone si sono esibiti, tra gli altri, Motta, Le Luci della centrale elettrica, Levante, Marina Rei, Teresa De Sio, Brunori Sas, Francesco Gabbani ed Edoardo Bennato che è salito sul palco nella parte andata in onda in prima serata, quando alcuni cantanti si sono esibiti in quattro canzoni invece di tre.

E proprio sul numero di canzoni mandate in diretta e interruzioni non annunciate che ha preso il la una polemica lanciata dal cantante napoletano a cui è stata interrotta a metà la quarta canzone in scaletta, "Meno male che c'è Nerone", al punto da far ipotizzare, all'artista, anche la possibilità di una censura, come si legge in un comunicato stampa postato anche sui social del cantante:

Questa sera Rai Tre ha trasmesso in diretta da Roma il concerto del primo maggio. Edoardo Bennato aveva in scaletta quattro brani ma durante l’esecuzione dell’ultimo brano, “Meno male che adesso non c’è Nerone”, la Rai ha deciso di interrompere in modo brutale la trasmissione, mandando in onda la pubblicità e riservando un trattamento inaccettabile a Edoardo, alla sua band e ai telespettatori. A questo punto ci chiediamo il motivo: disguido, disorganizzazione o, magari, censura?

La canzone fa parte di "Io che non sono l'imperatore", terzo album di Bennato ed ha un testo molto politico, su sonorità rock ‘n roll à la Jerry Lee Lewis, in cui, prendendo come esempio la figura dell'Imperatore romano, Bennato criticava la politica di quegli anni, cantando, ad esempio: "Però in fondo ci sapeva fare e per distrarli dalle cose serie ogni domenica li mandava in ferie tutti allo stadio a farli divertire".

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