Bad Bunny denunciato dalla ex per 37 milioni di euro: avrebbe utilizzato la sua voce senza permesso
Guai giudiziari per Bad Bunny, che nelle ultime ore si è trovato a dover giustificare l'utilizzo di una registrazione della sua ex ragazza in due brani, senza averne ottenuto il permesso di utilizzarla. Il cantante portoricano infatti, è stato citato in giudizio per 37 milioni di dollari per la frase "Bad bunny babe", utilizzata nel singolo Pa Ti del 2017, ma anche nella canzone dello scorso anno Dos Mil 16. La donna, all'anagrafe Carliz De La Cruz Hernández, non avrebbe mai dato il permesso al cantante di inserirla in un suo brano, ma soprattutto, avrebbe rifiutato l'offerta da parte del cantante di utilizzare il tag vocale per 1.700 euro.
L'origine del tag Bad Bunny Babe
Tutto comincia nel 2016, quando la coppia, prima di lasciarsi, si scambia tranquillamente messaggi vocali, tra cui uno inviato dalla giovane al cantante, ancora semi-sconosciuto, diventato poi il suo tag internazionale "Bad bunny babe". Prima di comparire in Pa tì ufficialmente, la voce della donna viene inserita nei primi brani su Soundcloud, ma è col singolo che raggiunge il successo internazionale. Il brano raccoglie 355 milioni di visualizzazioni su YouTube e 235 su Spotify, aprendo una nuova stagione della sua vita. Arrivano gli album e i tour in cui "Bad bunny babe" è un segno inconfondibile, un tratto identificativo della sua presenza.
L'offerta di 1700 euro e le condizioni della donna
Nel 2022 viene pubblicato Un verano Sin Tì, tra i successi planetari dell'industria discografica. Come rivelano gli avvocati della ex partner di Bad Bunny, la donna viene contattata e le vengono offerti 1.700 euro per il suo tag vocale. Un insulto per De La Cruz, che rifiuta, trovandosi però ostaggio del successo dell'album e della canzone Dos Mil 16 che la contiene. Come raccontano gli avvocati, la donna ha dovuto affrontare un percorso riabilitativo da quando Bad Bunny è esploso, soprattutto per i tanti messaggi che le sono stati inviati dai fan del cantante: "Ciò ha causato, e attualmente causa, una preoccupazione, un'angoscia e uno stato d'ansia nella ragazza. È diventata ingestibile, al punto che è stata costretta a contattare più terapeuti per chiedere aiuto".
La causa civile contro Bad Bunny
L'accusa per De La Cruz, di natura civile, è legata ai gravi danni psicologici accorsi negli ultimi anni, legati anche alla malafede dell'artista che non ha voluto riconoscerle neanche la scelta di inserire o meno il tag nei brani. Oltre 37 milioni di dollari richiesti per l'artista più ascoltato al mondo sulle piattaforme di streaming per il terzo anno consecutivo, ma non solo: sotto l'occhio giudiziario è finita anche la sua etichetta discografica, la Rimas Entertainment, e il manager Noah Assad.