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Antitrust contro Fedez, indagine per pubblicità occulta: rischia multa di 5 milioni di euro

Il Codacons annuncia l’apertura della pratica da parte dell’Antitrust nei confronti di “Mille” per pubblicità occulta alla Coca-Cola. Al centro della vicenda non c’è il testo, che seppur rimanda più volte alla bevanda rientra nella libertà d’espressione. È il videoclip della canzone al centro dell’indagine.
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L'Antitrust ha messo nel mirino la canzone dell'estate. "Mille", il brano di Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti, è finito nella pratica numero DS2926, dopo la denuncia per pubblicità occulta alla Coca-Cola. Lo ha annunciato il Codacons. Nel dettaglio al centro della vicenda, il testo del brano non ci finisce perché, seppur rimanda più volte alla bevanda, rientra nella libertà d'espressione. Il punto è il videoclip.

L'annuncio del Codacons

Ecco perché "Mille" è finita nel mirino dell'Antitrust, come annunciato dal Codacons: "Al centro della vicenda non c’è il testo del brano musicale che, pur rimandando più volte alla nota bevanda, rientra nella libertà di espressione artistica e non è mai stato contestato, ma il videoclip della canzone che non avrebbe rispettato le disposizioni dell’Antitrust secondo cui gli spettatori devono essere adeguatamente informati anche nei video musicali circa l’inserimento di marchi a scopo commerciale".

L'avviso non è sufficiente

L'avviso è presente su Youtube, ma per il Codacons sembrerebbe del tutto insufficiente – scrive il Codacons – "dal momento che l’Antitrust in tema di video musicali ha disposto che debba essere reso palese l’inserimento di prodotti a fini commerciali, prevedendo segnali in sovrimpressione che avvisino circa la presenza di marchi a scopo promozionale". La pratica aperta dall'Antitrust andrà ad accertare la violazione delle disposizioni in materia di pubblicità occulta. Sono state richieste precise informazioni ai diretti interessati che ora dovranno difendersi dalle accuse.

Cosa rischiano i responsabili

Cosa rischiano i responsabili? Nel momento in cui, qualora al termine dell’istruttoria, la violazione delle disposizioni vigenti in tema di consumatore fosse confermata, a quel punto, "i responsabili rischiano una sanzione fino a 5 milioni di euro", fa notare l'associazione.

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