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Annullato il concerto dei Nomadi: “Un’umiliazione, mai successo in 58 anni”

Salta con soli 4 giorni di preavviso il concerto dei Nomadi a Jesolo dello scorso 31 luglio. Una decisione fortemente contestata da uno dei volti storici della band, Beppe Carletti, che reputa la cosa un grande oltraggio da parte del comune: “una mancanza di rispetto unica ed a suo modo “indimenticabile” per chi vive di questo lavoro”.
A cura di Andrea Parrella
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È saltato con soli 4 giorni di preavviso il concerto dei Nomadi previsto lo scorso 31 luglio Parco Pegaso di Jesolo. Una decisione presa dal comune della città, che lo storico componente della band, Beppe Carletti, contesta fortemente, soprattutto per le tempistiche. A riportare la notizia è il Mattino di Padova, che cita le parole di Carletti inviate al sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, all’assessore Flavia Pastò e alla Duepunti Eventi, tramite una lettera in cui si dice umiliato per la vicenda: "Mai successa una cosa così in 58 anni di attività", afferma specificando sia stato, inspiegabilmente, il solo concerto dell'estate isolana annullato. E prosegue:

Comunicarlo 4 giorni prima vuol anche dire far perdere a chi lavora qualsiasi altra opportunità fosse capitata per quel sabato: perché si, potevano esserci delle altre opportunità di lavoro, rifiutate perché impegnati con Jesolo.

L'unico concerto annullato della rassegna

A raccontare nel dettaglio come siano andate le cose è proprio Carletti, che ripercorre i fatti cronologicamente: "La “sospensione” del concerto ci è stata comunicata martedì 27 luglio per mezzo dell’Agenzia che stava organizzando l’evento, alla stessa è stata proposta a parole l’alternativa di una piazza piccola, (cosa inaudita), per lo più sapendo benissimo che in 4 giorni non si sarebbe potuto pianificare tutto il necessario per fare un concerto (compresa la preparazione del progetto). Salgo sul palco da 58 anni e non mi è mai capitata un’umiliazione del genere: una mancanza di rispetto unica ed a suo modo “indimenticabile” per chi vive di questo lavoro". 

La polemica di Carletti

Quindi la riflessione di Carletti, che arriva alcuni giorni dopo l'accaduto, spazia fino a un ragionamento che sottintende interpretazioni di carattere politico: "L’aspetto più grave è la mancanza di rispetto della professionalità e del lavoro, di chi con me sta riprendendo a fatica il proprio lavoro dopo mesi di stop forzato: musicisti, tecnici, uffici produzione e tanti altri. Ho la certezza di aver sempre interpretato canzoni di spessore, brani culturalmente e socialmente impegnati, che sono trasversali rispetto alle posizioni politiche. Può piacere o no ma i Nomadi sono seguiti da persone di diversissima estrazione sociale e idee politiche, se così non fosse non saremmo qui dopo 58 anni".

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