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Anche gli Afterhours contro Siae e Tenco: “In solidarietà con Cesare Basile non parteciperemo”

Gli Afterhours entrano nella polemica che ha visto fronteggiarsi Cesare Basile, il Premio Tenco e la Siae e decidono di rifiutare l’invito a partecipare in qualità di ospiti a sorpresa al Premio Tenco.
A cura di Francesco Raiola
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Foto via Facebook
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Non si placa la polemica che vede coinvolti Premio Tenco, Siae e i Teatri Occupati che è scoppiata definitivamente dopo che Cesare Basile, come ci ricorda Federico Guglielmi, s'è rifiutato di intervenire alla serata di consegna, primo nella storia del Premio. Il cantautore siciliano, vincitore nella categoria “miglior album in dialetto” col suo album omonimo, avrebbe dovuto ritirare la Targa nella serata di premiazione che si terrà al Teatro Petruzzelli di Bari l'8 dicembre nell'ambito del MediMex, ma con una lettera aperta ha fatto sapere che non l'avrebbe fatto, in polemica, appunto, con la Siae che ha criticato le occupazioni dei Teatri italiani (Valle, in primis, definito un "morbo") e col Premio – di cui la Siae è primo sponsor – che ha cancellato un incontro che avrebbe dovuto tenere proprio nel Teatro occupato romano.

Le reazioni erano state molte e in rete la solidarietà con Basile era stata ampia, soprattutto quella da parte dei colleghi. Ma oggi arriva anche il carico da novanta con gli Afterhours che hanno preso una posizione forte al fianco del cantautore siciliano. In un comunicato stampa, infatti, la band di Manuel Agnelli ha annunciato che declina "l'invito a partecipare in qualità di ospiti a sorpresa al Premio Tenco". In un'intervista data a Fanpage, proprio Agnelli, organizzatore del Festival "Hai Paura del buio?" (nel cui manifesto si legge: "La cultura è il nostro modo di fare politica"), aveva dichiarato che era arrivata l'ora di "cambiare la visione della cultura in Italia, quindi anche la visione della musica e di come si vive la musica in questo paese”. Il cantante, tra l'altro, fu anche vicino a quegli studenti, lavoratori dell’arte e della conoscenza che a maggio, con la sigla Macao, occuparono la Torre Galfa a Milano.

La band si dice dispiaciuta che "il premio più prestigioso della musica italiana, che era riuscito negli ultimi anni a riavvicinarsi alle realtà più vere della scena nazionale, dimostri di non poter prendere posizione a tutela di quelle stesse energie che vuole rappresentare", prendendosela poi con la Siae alla quale chiede di prendere una decisione importante, ovvero "decidere se vuole essere parte di un cambiamento necessario e improrogabile (…) o essere una delle cause che lo stanno soffocando" e tira in ballo, ovviamente, la polemica da cui tutto è scaturito: la critica ai teatri occupati che sono una risorsa e non un problema.

Ecco il testo completo del comunicato degli Afterhours:

In solidarietà con l'artista Cesare Basile e i teatri occupati (https://www.facebook.com/notes/cesare-basile/perch%C3%A8-non-ritirer%C3%B2-il-premio-tenco/10152006222295549), gli Afterhours declinano l'invito a partecipare in qualità di ospiti a sorpresa al Premio Tenco, in occasione della premiazione che si terrà l'8 dicembre al Teatro Petruzzelli di Bari.

Dispiace che il premio più prestigioso della musica italiana, che era riuscito negli ultimi anni a riavvicinarsi alle realtà più vere della scena nazionale, dimostri di non poter prendere posizione a tutela di quelle stesse energie che vuole rappresentare.

Quanto alla SIAE, deve decidere se vuole essere parte di un cambiamento necessario e improrogabile che dia a tutto il settore musicale e culturale una nuova spinta, o se vuole essere una delle cause che lo stanno soffocando.
Le regole sono necessarie, ma non si può chiedere a un cittadino di rispettare quelle che portano al suicidio di un sistema, così come non si può chiedere a un soldato di obbedire a degli ordini ingiusti.
Identificare nel fenomeno dei teatri occupati un problema, invece che una risorsa, è nel migliore dei casi un sintomo di incapacità totale di comprendere la forza rinnovatrice e la volontà di cambiamento espresse da queste nuove energie.
Più in generale, gli eccessi burocratici e l'ossessione per la legalità spesso nascondono speculazioni piccole e grandi e in qualche caso mascherano una lotta di interessi che in questo momento non ha più motivo di essere e sta impedendo, nel nostro paese, il rinnovamento, lo sviluppo e il rilancio delle nuove energie.
Salvaguardare non può voler dire soffocare, a meno che l'unico obiettivo che vogliamo raggiungere non sia quello di morire onesti.
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