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Festival di Sanremo 2020

Anastasio a Sanremo 2020: “Ho uno stile mio, non rappresento il rap italiano, solo me stesso”

Anastasio è uno dei cantanti in gara in questa 70esima edizione del Festival di Sanremo. Sul palco dell’Ariston il giovane rapper ha portato il brano “Rosso di Rabbia”, alle telecamere di Fanpage.it ha raccontato la genesi del brano, raccontando la sua esperienza sanremese e parlando del suo modo di fare musica.
A cura di Ilaria Costabile
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Tra i 24 cantanti in gara al Festival di Sanremo 2020 c'è Anastasio, il rapper napoletano che ha vinto la dodicesima edizione di X Factor. Sul palco dell'Ariston il giovane interprete porta una canzone dal titolo "Rosso di Rabbia". Alle telecamere di Fanpage.it il cantante ha raccontato la sua esperienza sanremese e ha parlato anche del suo percorso musicale.

Come è nato il brano "Rosso di rabbia"

Quando ha vinto X Factor, Anastasio aveva solo vent'anni e un talento difficile da non notare, nella sua abilità di riadattare brani già noti al suo modo di esprimersi attraverso il rap. Non è la prima volta che Anastasio viene ospitato al Festival di Sanremo, infatti, lo scorso anno salì sul palco dell'Ariston come ospite cantando il brano "Correre". Adesso, a distanza di poco tempo, le sensazioni provate prima dell'esibizione sembra che siano cambiate, come racconta lui stesso: "Ricordo che prima di salire sul palco stavo sul punto di svenire, stavolta invece me la sono gestita va, la tensione c'era, sul palco tanta adrenalina". Il rapper racconta la genesi del pezzo che presentato a Sanremo, Rosso di Rabbia, in cui c'è una figura simile a quella che troviamo nel celebre testo di Fabrizio De Andrè, "Il Bombarolo", si tratta del Sabotatore, un personaggio che nel repertorio di Anastasio è comparso già in pezzi precedenti:

Questo pezzo lo iniziai a scrivere due anni fa, l'ho aggiustato mano mano e mi sono ritrovato quest'anno con questa base di Denny The Cool e avevo questa strofa che ci si attaccava bene e ho riscritto altre cose, è stato molto travagliato. Sono contento perché alla fine i feedback che ho avuto sono positivi. C'è il parallelismo con il bombarolo di De André e il mio sabotatore. Credo ci siano dei temi ricorrenti nel cantautorato, uno di questi è quello del terrorista fallito. Ogni cantautore si sente un po' terrorista fallito. Vorresti cambiare le cose, tante volte invece degli applausi vorresti i volti sconvolti. In questo senso, l'applauso è quasi una sconfitta.

Anastasio come favorito tra i Big

Non è certo un mistero che Anastasio sia tra gli interpreti più talentuosi del momento e che, a conti fatti, possa essere tra i favoriti di questa 70esima edizione. All'idea che il suo pezzo possa trionfare al Festival afferma: "Quando ti danno favorito, porta sfiga. Se poi non vinci, sembra che hai perso. La verità è che Sanremo dà una grande mano a prescindere dal risultato". Il rapper, presentatosi alla sua prima esibizione con una maglietta bianca e un jeans, ha dichiarato che la sua è stata una scelta concettuale, un modo per non far ricadere l'attenzione su elementi collaterali o poco importanti, come appunto l'abbigliamento, se messi a confronto con la sua musica e il messaggio che veicola dai suoi testi. Un messaggio di autenticità che si riflette anche nel modo in cui Anastasio si approccia al suo modo di fare musica: "All'inizio mi sentivo un po' un alieno, ma invece ho pensato che io credo di proporre uno stile tutto mio, non mi sento di rappresentare il rap italiano, rappresento me stesso". 

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