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Amedeo Minghi: “Tutte le mie canzoni d’amore sono per mia moglie. Musica oggi? Testi preoccupanti”

Amedeo Minghi parla al Corriere della sua lunga carriera, poi del dolore per la perdita della moglie Elena Palladino: “Tutte le canzoni d’amore che ho scritto sono dedicate a lei. Era l’unica che poteva vedermi piangere”. Sulla musica di oggi: “Adesso i giovani propongono canzoni con testi incomprensibili”.
A cura di Gaia Martino
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Amedeo Minghi si è raccontato in una lunga intervista al Corriere. Da Il profumo del tempo, canzone che fece innamorare a Sanremo Pippo Baudo e Katia Ricciarelli, a Decenni, 1950, Vattene amore, Minghi è uno dei cantautori più importanti della storia della musica italiana. Ha parlato della sua lunga carriera condivisa con grandi nomi del panorama musicale italiano, poi della moglie, Elena Palladino, morta nel 2014: "Il mio è stato un rapporto importante, è difficile trovare le parole".

Amedeo Minghi e la carriera con i grandi della musica

"Di canzoni galeotte ne ho scritte molte. Tant’è che 5 membri della band e del mio staff hanno sposato fan conosciute durante i tour". Amedeo Minghi al Corriere racconta delle sue canzoni che hanno dato vita a famose storie d'amore, tra queste quella di Pippo Baudo e Katia Ricciarelli. Ha lavorato con grandi della musica italiana e internazionale: da Bacalov e Morricone, a Mogol, Panella, Gaio Chiocchio, "basti pensare a “1950”, “Quando l’estate verrà”, “Sognami”, canzoni che fanno emergere il lato positivo della vita, le cose belle vissute". Ennio Morricone "era più che un amico", mentre per Mia Martini suonò la chitarra: "Sono stato più volte a casa di Bocelli a Forte dei Marmi (e sono coautore del brano “Per noi”). Ogni cosa lascia un segno duraturo". In passato ha lavorato anche con Califano, "e in qualche modo ci lavoro ancora": ha composto la musica di Sarò franco, album di inediti dell'artista, e cantato "La mia eredità". A proposito del collega ha dichiarato:

Io trovo fantastica la melanconia che c’è nel suo modo di cantare. Una sera dei primi assi Settanta eseguì il brano “Fijo mio” al club 84 di Roma e fu un trionfo. Fino a quella sera lui non era che un paroliere. Da quella sera fu cantautore, bell’uomo dalla voce speciale.

Su Rita Pavone con la quale ha lavorato, ha poi aggiunto: "Mi chiedevo come faceva ad avere tanta voce su questo corpo minimo. Quando mi chiamò mi fece molto piacere. Preparata e professionale a soli 15 anni. Lei ha cantato un mio brano bellissimo, “Ti perdo e non vorrei”, con cui ha vinto parecchi premi. In Italia il brano fu snobbato. Invece trionfò in Francia". Poi su Pasquale Panella, autore dei testi del Battisti post-Mogol: "Un genio che sa manovrare le parole come nessun altro. Ha scritto cose meravigliose. Ci univa la voglia di sperimentare. Insieme abbiamo lavorato alla ricerca di sensazioni nuove, con dialoghi telefonici da 4 ore. In piena notte a sviscerare angoli segreti della creatività".

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Tra i suoi fan anche Papa Wojtyla per il quale realizzò la canzone "Un uomo venuto da lontano":

In Vaticano cercavano un interprete, venni invitato a cantare alla sala Nervi con l’orchestra e il coro diretti da monsignor Marco Frisina nell’ambito di una celebrazione del sacerdozio del Papa. Che, cosa non frequente, seguì personalmente il concerto, nel quale avevo incluso, riarrangiata e riscritta, anche "Un uomo venuto da lontano". Alla fine il Papa mi fece un sacco di complimenti e mi chiese il testo del brano, perché non aveva capito bene tutte le parole.

Il dolore per la perdita della moglie Elena

Amedeo Minghi con la moglie Elena
Amedeo Minghi con la moglie Elena

Amedeo Minghi ha detto addio alla moglie Elena Palladino, morta nel 2014, dopo 40 anni di matrimonio: un dolore che ha deciso di raccontare nell'album al quale sta lavorando, Anima sbiadita.

Il mio è stato un rapporto importante, è difficile trovare le parole. Nell’album a cui sto lavorando, “Anima sbiadita”, c’è molto di me e di lei. Avevo bisogno di elaborare il lutto. Se non tiri fuori quel che senti dentro, questo marcisce. Tutte le canzoni d’amore che ho scritto sono dedicate a Elena. Era l’unica che poteva vedermi piangere (l’ho scritto nell’Immenso), ammessa alla vera intimità. La mia prima referente. Fare sentire le canzoni a lei per prima era importante per me.

Oggi non è solo papà, ma anche nonno "Di un ragazzo alto e bello di 20 anni, e di una nipotina di 5 anni. Una perla che mi adora. Non è il quadretto della Barilla, ma ci assomiglia".

Il commento sulle generazioni di oggi

"Ogni generazione ha il dovere di cambiare tutto, è sempre successo così" ha detto Amedeo Minghi aggiungendo, però, che "Adesso i giovani propongono canzoni con testi incomprensibili, parole che non so cosa significano. Perché sono troppe". Ha ricordato che artisti come lui "venivano dalla poesia vera, dove le parole contavano. Ma più aggiungi parole, meno dici". Il livello, secondo il suo parere, oggi è preoccupante: "Con rime forzate riesci a sfornare stupidaggini incredibili. Il livello oggi è basso basso. Preoccupante".

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