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Alfa: “Il web mi ha dato il diritto di sperimentare e sbagliare”

Andrea De Filippi, in arte Alfa, ha 20 anni e le idee molto chiare su quello che vuole fare e la sua idea di percorso musicale. Dopo il successo di “Cin cin”, ha pubblicato il nuovo singolo “TeStA TrA Le NuVoLe, pT. 2”, corredato da un video di 25 ore (sic) creato dopo un appello su TikTok in cui chiedeva di mandargli video di baci e ora pone le basi per il futuro.
A cura di Francesco Raiola
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Andrea De Filippi, in arte Alfa, ha 20 anni e le idee molto chiare su quello che vuole fare e la sua idea di percorso musicale. Un'idea talmente chiara che lo ha portato a rinunciare alla Bocconi, dove era stato tra i 100 ammessi al corso di Economia in inglese, per non vivere col rimpianto di non sapere cosa sarebbe potuto capitare. In pochi anni e grazie al web (Youtube, TikTok, Instagram etc), Alfa ha collezionato non pochi successi, vedendo crescere i suoi follower e le visualizzazioni dei suoi video. Ma lui stesso ci tiene a mettere i puntini sulle i e spiega a Fanpage che i numeri virtuali, senza essere in grado di creare una fanbase, valgono poco. Intanto, dopo il successo di "Cin cin", ha pubblicato il nuovo singolo "TeStA TrA Le NuVoLe, pT. 2", corredato da un video di 25 ore (sic) creato dopo un appello su TikTok in cui chiedeva di mandargli video di baci e ha scritto tantissimo nei mesi scorsi: "Dalla quarantena in poi ho scritto una canzone al giorno, non ho mai vissuto un periodo così creativo, pieno. Io vado a fasi, fasi in cui non scrivo niente e fasi in cui scrivo scrivo, scrivo, ed era da un po' che non scrivevo così tanto, quindi sono felice.

Tutto materiale per il nuovo album?

In realtà sono già andato oltre, sono a una cinquantina di canzoni, farò una selezione per quest'album, poi qualcosa la ripescherò. A livello di scrittura però, salvo qualche pazzia dell'ultimo minuto, è praticamente pronto.

Senti, che significa album per te che sei ventenne?

Il concetto di album ha perso molto negli ultimi anni, noto una disattenzione per quanto riguarda progetti più grandi e maggiore attenzione per cose come un singolo o un progetto più piccolo. Per un artista, però, questo non può accadere, l'album è come un figlio, un pezzo di te a cui sei troppo legato. Mi rendo conto che l'attenzione dell'ascoltatore nei confronti di un progetto più grosso cali: tempo fa il disco lo compravi in copia fisica e te lo consumavi, ora con le nuove piattaforme di streaming puoi ascoltare quello che vuoi, quando vuoi e quindi è difficile che ascolti un album dall'inizio alla fine. Io comunque da quando ho cominciato il tour ho capito che voglio fare album in ottica di concerti, mi è sempre piaciuto questa cosa qua, quindi sarà un album molto divertente da suonare.

Facciamo un passo indietro: il progetto Alfa come nasce?

Alfa è un progetto di nuova generazione che utilizza un mezzo di comunicazione nuovo, il web, per promuovere la propria musica. Parlare di progetto rende studiato qualcosa che non lo è mai: ho caricato video su Youtube per quattro anni circa, anche mie canzoni orribili, freestyle e approcci alla musica, poi questo canale è stato scoperto, rispolverato ed apprezzato. Io, però, non ho mai pubblicato canzoni per dire che volevo fare questo nella vita, mi ci sono letteralmente ritrovato nel mondo musicale anche con molta velocità. È un po' la particolarità del web, io ho provato a fare X Factor ma mi dissero che non valevo. Ho usato il web perché mi ha dato un diritto sacrosanto che è quello di fare schifo all'inizio, sperimentare e poter provare a 15 anni a fare musica per come si può fare musica a 15 anni.

Quel è la sfida per un progetto web, quindi?

La grande sfida per un progetto web non è tanto l'emergere, quanto rimanere, perché il web può darti un successo immediato, però renderti una meteora, la sfida più grande è il riuscire a convertire visualizzazioni, milioni di ascolti in biglietti venduti ai concerti, quell'affetto reale non è garantito da un supporto web, perché il web è più veloce, menefreghista e superficiale.

E come si convertono views e ascolti in pubblico reale?

Semplicemente fregandosene delle views e di TikTok, che sono un ottimo inizio, ma se ti mostri solo come progetto social e non come un artista a 360 gradi questo non può funzionare. Io ho usato molto i social per tirare fuori la mia personalità, per farmi apprezzare e la gente che è venuta ai miei concerti oltre alla musica ha apprezzato il mio modo di fare, il mio modo di pormi col pubblico, poi non so dirti qual è la nostra ricetta segreta, se la sapessi la venderei, però diciamo che se hai qualcosa da dire e lo mostri, la gente lo capisce. Credo proprio nella veridicità di un progetto, che la gente riesca a capire quando un progetto è reale o se è costruito.

Come hai gestito il passaggio dall'amatorialità a quello che ormai credo possiamo definire professionismo?

L'impegno e la costanza sono le stesse, ci ho sempre messo testa, per quanto fossi scarso 5 anni fa, ci ho sempre messo testa, perché mi ha sempre divertito, non perché lo vedessi come un lavoro. Mi prendeva talmente tanto da dimenticarmi cosa fosse il mondo esterno, per questo mi è sempre piaciuto fare musica e realizzare video. Poi ho cercato di mantenere il nostro tocco particolare, come per l'ultimo video realizzato con budget di un euro e diventato il video più lungo di sempre, girato in verticale, senza usare videocamere ma solo la registrazione schermo. Sicuramente l'entrata di nuove persone nel progetto, in modo che possano favorirlo aiuta molto: a dirti la verità ho patito molto il passaggio da amatorialità a professionismo non a livello lavorativo ma emotivo. La musica stava passando dall'essere l'ora al giorno che dedicavo tra uno studio e l'altro a essere la mia vita e dall'essere una passione a essere una responsabilità, con una pressione che mi mettevo io in primis. Per un po' ho davvero perso la voglia di scrivere canzoni, mi dicevo: ‘Ma come, la mia più grande passione si è trasformata in una pressione, in una corsa?' e questo mi aveva fatto perdere la voglia. Poi col tour mi è tornata, mi ha stravolto la concezione di musica e non ho mai scritto così tanto.

Anche perché questo cambiamento veloce crea anche una gestione della popolarità non semplice, ti ritrovi da poche views su Youtube a milioni di follower, e questa gestione diventa parte importante del lavoro, no?

Guarda, non vivo con peso tutto quello che c'è intorno, il marketing o il fare hype, anzi, sono cose che mi piacciono, ma ho vissuto con peso il totale cambiamento della percezione altrui nei miei confronti, il fatto che non potessi presentarmi a una persona della mia età senza che lei non avesse già un'idea su di me. Io sono una persona profondamente timida, ho vissuto mesi chiuso in casa, non sopportavo il fatto che tutti avessero un'idea su di me a prescindere. Poi comunque ti abitui: ho avuto una fase di 6/7 mesi di accettazione della cosa, ho trovato i pro e i contro e mi adatto a una nuova vita che hai scelto di fare.

Hai un gruppo di colleghi/amici con cui ti confronti di questo problema?

Artisticamente ho parlato di questo problema con persone che potessero capire la mia condizione: ne parlai con Random, con PSICOLOGI, ne ho parlato con il mio miglior amico Olly, con tutte le persone che alla nostra età si ritrovano questa situazione tra le mani, perché non so se sia un'aggravante la nostra età. A 19 anni questo cambio di vita coincide con lo scegliere cosa vuoi dalla tua vita e questo stravolgimento di piani nel momento in cui devi scegliere una strada, fare una scelta nell'instabilità, non è mai una cosa positiva. Ne ho parlato anche con gente più grande, come Shade, che mi ha dato un parere quasi come un fratello maggiore: è una cosa che accetti, ormai non la vivo più con peso, so che ci sono cose che non posso fare, ma ce ne sono altre che posso fare, ti adatti, non è un problema insormontabile.

Quale sarebbe stata la tua strada se non ti fosse scoppiata in mano questa cosa?

La mia storia è molto particolare sotto questo punto di vista, ho fatto il Liceo Classico, a giugno scorso sono stato preso alla Bocconi, Università di Economia in inglese, c'erano solo 100 posti. A quel punto mi chiedo: ‘Cosa faccio, non accetto?', devo accettare, un mese dopo mi esplode ‘Cin Cin' e mi ritrovo con due strade molto importanti, una che mi piaceva un sacco, l'altra che era un'occasione importante e ho fatto la scelta più stupida di tutte: farle entrambe. Da settembre a dicembre non ho vissuto, non dormivo per studiare, non riuscivo a gestire due impegni così importanti e quindi per un po' ho dovuto sospendere gli studi, cosa che ho vissuto come un fallimento personale incredibile, non solo per i miei genitori, ma anche per me perché sono uno che ha sempre studiato e poi, pensi sempre che un'università ti dia più sicurezza. Però mi sono fatto un esame di coscienza e mi sono detto che non volevo vivere nel rimorso, volevo metterci testa nella musica, poi tentare un percorso di studi che mi lasci respirare e vedere come va.

Quindi hai lasciato la Bocconi?

Sì, l'ho mollata a dicembre con la promessa di fare a settembre un altro percorso di studi simile, ma meno competitivo.

Interessante il passaggio dal Classico alla Bocconi…

Ho sempre avuto una mentalità matematica e ho fatto il classico perché amo la Letteratura, amo i testi, ho sempre letto un sacco e lo rifarei mille volte, per quanto il classico sia un patimento incredibile a livello di studi, però ti forma, ti apre la mente e penso che al di là de mio nome d'arte, musicalmente ha toccato tante cose. Ad esempio, mi capitava di scrivere una roba e studiarla il giorno dopo in Leopardi e dire ‘Oh, l'ha detta lui molto tempo prima di me'. È molto bella questa cosa, nonostante siano sempre meno persone a farlo, ma quello che mi ha sempre colpito è che lingue come Greco e Latino riescano comunque a essere sempre attuali.

Da quanta gente è formato il gruppo di Alfa?

Ci sono il mio manager Lorenzo, un ragazzo di 21 anni, che è anche il mio socio, il mio produttore Yanomi, con cui ho cominciato a produrre in cameretta e tuttora ci troviamo meglio a produrre là, il mio videomaker che è Nicolas Baldini e un ragazzo che si occupa del merchandising che si chiama Pietro. La cosa che mi piace del nostro gruppo è che abbiamo tutti meno di 23 anni, e abbiamo tutti il nostro sogno: Pietro ha il sogno di diventare uno stilista, Yanomi vuole diventare un compositore, Nicolas vuole diventare un regista, abbiamo tutti il nostro sogno, ci siamo incontrati e abbiamo unito le forze. Mi rendo conto che avere 20 anni e stare in questa situazione non è la cosa più corretta professionalmente, però non riesco a immaginarmi da nessuna altra parte perché il mio successo è anche il loro. Oltre che dei colleghi li vedo ciò che mi rendono una persona normale, quelli che ti fanno restare con i piedi per terra.

Come nasce l'idea del video da record?

L'idea nasce durante il perdo di lockdown, Nicolas vive in Toscana e io in Liguria, era da tempo che volevamo fare il video musicale più lungo del mondo, io avevo visto anni fa le 24 ore di Happy di Pharrel Williams, e ho voluto batterlo. Ci siamo chiesti quale fosse il modo migliore per raccogliere video in quel periodo, e ci siamo detti che era TikTok, abbiamo chiesto alle persone di mandarci il video di un bacio: al migliore amico, alla fidanzata, allo scudetto della propria squadra del cuore, un ricordo di un bacio dato prima del lockdown. Li abbiamo raccolti, bruciandoci le retine perché sono più di 11 mila, li abbiamo messi in montaggio e abbiamo fatto questo super video da 25 ore. Al di là del record, che è una cosa molto arrogante, lo so, il focus era: ‘Stiamo vivendo un periodo molto difficile, di cambiamento, ma ricordiamoci perché siamo umani. Il video è uscito in un periodo di distanziamento, ma ricordiamoci perché siamo umani e partiamo dal bacio, il gesto più bello che esista'.

Per quanto riguarda il nuovo album, cosa puoi dire?

Questo disco farà parte di una raccolta, ho sempre voluto avere un fil rouge in tutta la mia carriera e questo sarà il primo passo di un percorso che spero sia lungo. A livello musicale è un disco più maturo, io sono cambiato, le canzoni che scrivevo a 15 anni non sono le stesse che scrivevo a 19 e artisticamente abbiamo fatto qualcosa di particolare, abbiamo deciso di suonare tutto il disco, per quanto sia in controtendenza, e infine ho sperimentato molto di più: voglio riuscire a portare tre o quattro generi che ho sempre ascoltato dentro la mia musica. Ascolto tanta musica anche diversa da quella che faccio e ho tentato di contaminare il mio stile con altri riferimenti musicali.

Tipo?

C'è molto più hip hop in questo disco, ma anche l'utilizzo di chitarre elettrica, gli assoli, sai ho sempre ascoltato sempre Green Day o i Queen, ho riscoperto strumenti che usavano i Beatles, di cui sono fan, il mio disco preferito è "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" e i suoni che ci sono in quesi suoni devo riprenderli. Non volevo fosse una raccolta di singoli, ma qualcosa che fosse un'esperienza più completa".

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