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Alessandro Morelli: “Una canzone italiana su tre in radio? Difendiamo la Cultura italiana”

Alessandro Morelli, deputato della Lega e promotore di una proposta di legge che chiede che le radio riservino “almeno un terzo della loro programmazione giornaliera alla produzione musicale italiana” ha spiegato a Fanpage.it qual è la ratio che ha portato a cercare di definire dei confini precisi e, nel contempo, ha anche risposto alle critiche di Francesco De Gregori.
A cura di Redazione Music
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"Questa non è una norma sovranista ma una norma che prevede e auspica la tutela della Cultura italiana", lo dice senza mezzi termini Alessandro Morelli, deputato della Lega e firmatario di una proposta di legge dal titolo "Disposizioni in materia di programmazione radiofonica della produzione musicale italiana" in cui, prendendo spunto dalla Legge Toubon, entrata in vigore in Francia a metà degli anni '90, chiede che le radio riservino "almeno un terzo della loro programmazione giornaliera alla produzione musicale italiana, opera di autori e di artisti italiani e incisa e prodotta in Italia, distribuita in maniera omogenea durante le 24 ore di programmazione" e "Una quota pari almeno al 10 per cento della programmazione giornaliera della produzione musicale italiana alle produzioni degli artisti emergenti".

Qual è l'obiettivo della proposta di legge

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Alessandro Morelli, che è anche stato ex direttore di Radio Padania, ha spiegato ai microfoni di Fanpage.it che "La ratio della proposta è la tutela e la difesa della cultura italiana: la musica ne è uno dei pilastri, purtroppo ci si dimentica quanto valore dia la musica nella nostra economia e nella nostra società" e che soprattutto, visti i cambiamenti dell'industria di questi ultimi anni è "molto importante tutelare la nostra musica anche attraverso le radio, tanto più con i nuovi modelli di produzione musicale, le grandi piattaforme internet, unire i due modelli, quello tradizionale delle radio e dall'altra parte i nuovi modelli web, permetterà di avere un aumento esponenziale del nostro patrimonio culturale". Morelli, poi, sottolinea anche il 10% riservato a giovani talenti e piccole etichette: "capisco anche che "i grandi" sono piuttosto infastiditi da questo punto di vista, ma riteniamo che promuovere i piccoli e dare una mano ai giovani talenti che molto spesso, purtroppo, si trovano un muro di gomma non potranno mai andare a Sanremo se chi decide chi va a Sanremo sono sempre le major e allora a questo punto è necessario un cambio, senza togliere a qualcuno ma tutelando uno dei nostri fattori culturali più importanti".

La risposta a Francesco De Gregori

La proposta, nelle scorse settimane, ha scatenato un ampio dibattito tra gli addetti ai lavori e tra gli altri sono intervenuti il Presidente della Siae Mogol a difesa della proposta e Francesco De Gregori, che invece ha criticato aspramente la legge, bollandola come "stronzata": "Mi dispiace molto per De Gregori, gli girerò il testo della legge, perché non l'ha neanche potuta leggere eppure l'ha già apostrofata in questa maniera. Ritengo sia una posizione ideologica e non c'è problema, capisco anche le posizioni di alcuni esponenti del PD e non solo che definiscono questa norma come una norma sovranista, purtroppo si dimenticano che la stessa proposta è stata lanciata nel 2017 dall'allora Ministro Franceschini, Veltroni fece una norma simile per quanto riguarda il Cinema"

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